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La viola è uno strumento musicale cordofono della famiglia del violino, nella quale occupa il posto del contralto-tenore, con una tessitura intermedia tra il violino ed il violoncello. Il termine è stato usato, non sempre in maniera precisa, per riferirsi a vari strumenti: la viola nel senso moderno del termine nasce assieme alla famiglia del violino, giungendo a maturazione non più tardi del 1535. Lo strumento è simile al violino, ma più grande di circa il 15-20% e, a differenza di quest'ultimo, non ha una taglia standard. Ha quattro corde accordate per quinte, una quinta sotto il violino, rispetto al quale ha anche un timbro più profondo e meno brillante; risulta quindi un'ottava sopra il violoncello. La tecnica della mano sinistra e dell'arco sono simili a quelle per il violino e la chiave musicale di lettura utilizzata solitamente è quella di contralto, all'occorrenza è impiegata anche quella di violino. Il musicista che suona la viola è detto violista. La viola è impiegata principalmente nella musica classica, sia come strumento solistico (anche se è meno comune in questo ruolo rispetto ad altri strumenti della sua famiglia, come il violino o il violoncello), sia in orchestra, nel quartetto d'archi e in svariate formazioni cameristiche. Lo strumento ha un ruolo significativo nella musica tradizionale di alcuni paesi europei, in particolare nella cultura ungherese e rumena, mentre si tratta di uno strumento non comune nella musica leggera, nel rock o nel jazz.
Natale Bartolomeo Melchiorre Rosario Scalero (Moncalieri, 24 dicembre 1870 – Montestrutto, 24 dicembre 1954) è stato un violinista, compositore e docente italiano che si conquistò fama e autorità come insegnante negli Stati Uniti. Fu infatti docente di composizione tra il 1919 e il 1928 alla Mannes School di New York e, tra il 1924 e il 1946 al Curtis Institute of Music di Filadelfia di cui divenne Direttore del Dipartimento di Teoria e composizione. Scalero contribuì in maniera determinante allo sviluppo della musica americana trasformando giovani studenti in artisti completi e originali. Nel periodo tra il 1919 e il 1946 ebbe in America più di 200 allievi, alcuni dei quali raggiunsero la notorietà, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Tra questi Gian Carlo Menotti, Samuel Barber e Nino Rota.
La lingua sapienziale sarebbe stata un'antichissima lingua capace di esprimere simbolicamente un profondo sapere. Si era pensato anticamente che dopo la distruzione della torre di Babele operata da Dio fosse possibile recuperare il primo linguaggio parlato da tutta l'umanità; la lingua di Adamo, perfetta nella sua capacità di esprimere l'essenza della realtà. Si era creduto che questa lingua fosse un antichissimo ebraico che col tempo aveva perso la sua originaria purezza. Nell'Umanesimo questa lingua viene identificata con quella egizia scritta in geroglifici.
Con ermetismo o filosofia ermetica ci si riferisce a vari autori probabilmente greci, la più parte sconosciuti, che in lingua greca elaborarono durante il periodo della cultura ellenistica greca e romana, a cominciare dal II secolo d.C., un complesso di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali si affiancarono teorie astrologiche di origine semita, elementi della filosofia di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure magiche egizie. Il termine trae origine da Ermete Trismegisto (dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, «Ermete il tre volte grandissimo»). Nell'atmosfera sincretica dell'Impero romano, al dio Ermes fu dato come epiteto il nome greco del dio egizio Thot. Entrambi erano gli dei della scrittura e della magia nelle loro rispettive culture. Secondo Athanasius Kircher: «Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores (...), i fenici (...) Tauto, gli Egizi (...) Thot ma lo chiamano anche Ptha e i Greci Ermete Trismegisto.»
Clavis Artis è il titolo di un manoscritto di alchimia pubblicato in Germania nel tardo XVII o primo XVIII secolo e pseudoepigraficamente attribuito al persiano Zoroaster (Zarathustra). L'opera è in tre volumi di medio formato. Il testo è in scrittura gotica corsiva tedesca ed è corredato da numerose illustrazioni ad acquerello raffiguranti immagini alchemiche. Sono inoltre presenti alcuni disegni a penna che raffigurano strumenti di laboratorio. Si conoscono poche copie del manoscritto, di cui solo due illustrate. La più nota si trova alla Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei, a Roma, dove è catalogata come MS. Verginelli-Rota 15, 16, 17. Un'altra copia è conservata a Trieste presso la Biblioteca Civica Attilio Hortis, dove è catalogata come Ms-2-27. Una diversa versione, in un solo volume e priva di illustrazioni, si trova presso la Bayerische Staatsbibliothek, di Monaco di Baviera. Una copia del manoscritto era anche presente presso la Herzogin Anna Amalia Bibliothek, di Weimar, ma è andata distrutta nell'incendio che nel 2004 ha colpito la biblioteca tedesca. L'attenzione degli studiosi verso il manoscritto è relativamente recente per via delle poche copie esistenti e della loro scarsa diffusione. A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, alcune sue immagini hanno però acquistato una certa notorietà perché sono comparse in libri e siti Web sull'alchimia.
L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina lasciando numerose tracce nella storia dell'arte. Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico. Il termine alchimia deriva dall'arabo al-khīmiyya o al-khīmiyya (الكيمياء o الخيمياء), composto dell'articolo determinativo al- e della parola kīmiyya che significa "chimica" e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc. (da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la parola con il termine arabo Al Kemi, che significa "I neri", derivante a sua volta dal termine egizio Kemet cioè "Terra Nera", che indicava l'Egitto, dato che con le conquiste degli arabi dell'Egitto, volendo sapere cosa significassero i geroglifici, la popolazione locale dell'epoca (che non comprendeva più la lingua antica ma solo il copto) disse che erano formule magiche antiche e potenti che rendeva gli antichi egizi potenti maghi in tutto il mondo antico. Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa «succo per fare l'oro». Diversi sono i grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti: conquistare l'onniscienza, raggiungendo il massimo della conoscenza in tutti i campi del sapere; creare la panacea universale, un rimedio cioè per curare tutte le malattie, generare e prolungare indefinitamente la vita; la trasmutazione delle sostanze e dei metalli, ovvero la ricerca della pietra filosofale. Oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, l'alchimia implicava un'esperienza di crescita o meglio un processo di liberazione spirituale dell'operatore. In quest'ottica la scienza alchemica viene a rappresentare una conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici e soteriologici, nel senso che i processi e i simboli alchemici, oltre al significato materiale, relativo alla trasformazione fisica, possiedono un significato interiore, relativo allo sviluppo spirituale.