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Con Cinque giornate di Milano si fa riferimento all'insurrezione armata avvenuta tra il 18 e il 22 marzo 1848 nell'allora capitale del Regno Lombardo-Veneto che portò alla temporanea liberazione della città dal dominio austriaco. Fu uno dei moti liberal-nazionali europei del 1848-1849, nonché uno degli episodi della storia risorgimentale italiana del XIX secolo, preludio all'inizio della prima guerra d'indipendenza italiana: la rivolta, infatti, influenzò le decisioni del re di Sardegna Carlo Alberto che, dopo aver a lungo esitato, approfittando della debolezza degli Austriaci in ritirata, dichiarò guerra all'Impero austriaco dando inizio alla prima guerra d'indipendenza italiana.
Barbanera è un celebre almanacco stampato per la prima volta a Foligno intorno alla metà del Settecento, ancora oggi pubblicato annualmente e diffuso su tutto il territorio nazionale. Fin dalle prime edizioni, esce parallelamente nella forma di calendario da parete e almanacco tascabile e propone tradizionalmente, oltre al calendario, alle previsioni meteorologiche e all'indicazione delle fasi lunari, effemeridi, consigli per l'agricoltura e la vita in casa, curiosità, proverbi, "aneddoti, ricette empiriche e previsioni stravaganti ma sempre possibili e talvolta avveratesi, donde la sua celebrità". Grazie a una fitta rete di distribuzione e all'originalità e utilità dei suoi contenuti, diviene già nell'Ottocento tanto popolare da essere oggetto di molteplici imitazioni in tutta Italia. Il nome che lo contraddistingue deriva forse dall'immagine riportata sui frontespizi delle edizioni più antiche, che ritraevano un uomo dalla folta barba nera, definito astronomo, astrologo e filosofo. Raffigurato con i suoi strumenti di lavoro (così come compare ancora oggi nel francobollo a lui dedicato dalle Poste italiane), presentava in rima la propria vocazione: La grande diffusione dell'almanacco e il fascino misterioso del personaggio fanno sì che il termine "barbanera" entri nel gergo comune fino a divenire nel tempo sinonimo stesso di "almanacco" e "lunario", come attestano diversi dizionari. La natura popolare e la diffusione nei tempi passati soprattutto nelle campagne di lunari provvisti di previsioni e predizioni sul futuro, porta a un utilizzo estensivo del termine Barbanera anche come "trattato scadente di astrologia" o di "astrologo sprovveduto". Questo uso contraddice però l'utilizzo di una locuzione quale “perdere il lunario” proprio nel senso opposto di perdere il buon senso.
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Almanacco del giorno dopo è stato un programma televisivo italiano a cura della redazione del TG1, trasmesso su Rai 1 dal 25 ottobre 1976 al 18 gennaio 1992 e di nuovo dal 19 ottobre 1992 al 26 febbraio 1994. La trasmissione andava in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato alle ore 19:45 ed era seguita da Che tempo fa; lo scopo di entrambe le trasmissioni era quello di fare da traino al TG1 delle 20:00.L’Almanacco era curato da Giorgio Ponti con la collaborazione di Diana De Feo e Fiorella Ranucci ed era presentato dall'annunciatrice Paola Perissi, sostituita a più riprese dapprima da Maria Giovanna Elmi e poi da Peppi Franzelin; per un breve periodo la trasmissione è stata condotta anche da Nicoletta Orsomando.Dopo una prima chiusura del programma, avvenuta il 18 gennaio 1992, dal 19 ottobre 1992 tornò in onda all'interno del quiz Ci siamo? con la nuova conduzione di Ilaria Moscato, poi il 1º marzo 1993 tornò ad essere un programma completamente autonomo, ed è proseguito fino alla chiusura definitiva, avvenuta il 26 febbraio 1994. La formula di Almanacco del giorno dopo è stata in seguito riproposta in svariate trasmissioni, fra cui Il giorno e la storia, trasmesso attualmente tutti i giorni dal canale Rai Storia.
L'almanacco (dall'arabo المناخ al-manākh, "clima" oppure il luogo dove i cammelli sostavano per effettuare lo scarico e il carico di merci e di rifornimenti) è una pubblicazione annuale simile al calendario, ma con informazioni aggiuntive, come indicazioni astronomiche (le ore della levata e del tramonto del Sole e della Luna), geografiche e statistiche.
L'Associazione ricreativa e culturale italiana, in acronimo ARCI, è un'associazione di promozione sociale italiana fondata a Firenze il 26 maggio 1957. Si riconosce genericamente negli ideali della sinistra antifascista. Attualmente ha la sua sede nazionale a Roma in Via dei Monti di Pietralata, 16, ed è una associazione di promozione sociale, ai sensi della legge 7 dicembre 2000, n. 383. L'attuale presidente è Francesca Chiavacci, eletta il 14 giugno 2014.