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La strada di grande comunicazione (SGC) Firenze-Pisa-Livorno, nota anche come FI-PI-LI, è una delle più importanti arterie del sistema stradale della Toscana, classificata tecnicamente come strada extraurbana secondaria e amministrativamente come strada regionale, i cui rami principali furono completati all'inizio degli anni novanta. Orientata in senso est-ovest, è localizzata nel Valdarno Inferiore e attraversa le province di Firenze, Pisa e Livorno. L'ente proprietario è la Regione Toscana e la sua gestione è condivisa tra le province attraversate. Ha inizio nel comune di Firenze e, all'altezza di Lavaiano, nel comune di Casciana Terme Lari, si biforca in due rami: uno in direzione nord ovest verso Pisa, e l'altro in direzione ovest-sud ovest verso Livorno. Il primo tratto (FI-PI) termina nel raccordo autostradale di Pisa che la collega con l'autostrada A12, mentre il secondo tratto (FI-LI) termina nel porto di Livorno, in corrispondenza dello sbocco del Canale dei Navicelli nel Mar Tirreno È l'unica strada in Italia che ha ricevuto in via definitiva una classificazione formata solo da lettere e non alfanumerica.
I segnali di indicazione sono segnali stradali verticali che forniscono agli utenti della strada informazioni necessarie od utili. Ai sensi dell'articolo 39 del codice della strada si suddividono in: segnali di preavviso (di intersezione e di preselezione); segnali di direzione; segnali di conferma (posti sulle strade di uscita dalle principali località o dopo attraversamenti di intersezioni complesse); segnali di identificazione strade e progressive distanziometriche; segnali di itinerario (sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali); segnali di località (segnali di località e fine località (e inizio/fine provincia e regione) e segnali di localizzazione di punti di pubblico interesse); segnali di nome strada; segnali turistici e di territorio (turistiche, industriali, artigianali, commerciali, alberghiere, territoriali, di luoghi di pubblico interesse; sono i 134 simboli previsti dall'art. 125 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, visibili qui e inseribili nei segnali di indicazione di preavviso, direzione, itinerario e nei segnali di localizzazione di punti di pubblico interesse; l'utilizzo di simboli non previsti dal regolamento deve essere autorizzato dal MIT); altri segnali che danno informazioni necessarie per la guida dei veicoli (si veda il paragrafo #Segnali utili per la guida); altri segnali che indicano installazioni o servizi (ad esempio assistenza meccanica o auto su treno).
Regno di Napoli (in latino: Regnum Neapolitanum, in catalano Regne de Nàpols, in spagnolo Reino de Nápoles) è il nome con cui è conosciuto nella storiografia moderna l'antico Stato esistito dal XIV al XIX secolo ed esteso a tutto il meridione continentale italiano. Il suo nome ufficiale era Regnum Siciliae citra Pharum, vale a dire “Regno di Sicilia al di qua del Faro”, in riferimento al Faro di Messina, e si contrapponeva al contemporaneo Regnum Siciliae ultra Pharum, cioè “Regno di Sicilia al di là del Faro”, che si estendeva sull'intera isola di Sicilia. In epoca normanna, il Regno di Sicilia era organizzato in due macro-aree: la prima, che includeva i territori siciliani e calabresi, costituiva il Regno di Sicilia propriamente detto; la seconda, che includeva i restanti territori peninsulari, costituiva il Regno di Puglia, allorquando il territorio era parte integrante del Regno normanno di Sicilia. Quest'ultimo Stato fu istituito nel 1130, con il conferimento a Ruggero II d'Altavilla del titolo di Rex Siciliae dall'antipapa Anacleto II, titolo confermato nel 1139 da papa Innocenzo II. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio degli antichi Stati italiani. Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (anche noto per un breve periodo come Regno di Trinacria e noto nella storiografia come Regno di Sicilia). Pertanto questo trattato può essere considerato l'atto di fondazione convenzionale dell'entità politica oggi nota come Regno di Napoli. Il regno, come Stato sovrano, vide una grande fioritura intellettuale, economica e civile sia sotto le varie dinastie angioine (1282-1442), sia con la riconquista aragonese di Alfonso I (1442-1458), sia sotto il governo di un ramo cadetto della casa d'Aragona (1458-1501); allora la capitale Napoli era celebre per lo splendore della sua corte e il mecenatismo dei sovrani. Nel 1504 la Spagna unita sconfisse la Francia, e il regno di Napoli fu da allora unito dinasticamente alla monarchia spagnola, insieme a quello di Sicilia, fino al 1707: entrambi furono governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia. Benché i due regni, nuovamente riuniti, ottennero l'indipendenza con Carlo di Borbone già nel 1734, l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni si ebbe solo nel dicembre 1816, con la fondazione dello Stato sovrano del Regno delle Due Sicilie. Il territorio del Regno di Napoli inizialmente corrispondeva alla somma di quelli delle attuali regioni italiane di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e comprendeva anche alcune aree dell'odierno Lazio meridionale ed orientale appartenenti fino al 1927 alla Campania, ovvero all'antica provincia di Terra di Lavoro (circondario di Gaeta e circondario di Sora), ed all'Abruzzo (circondario di Cittaducale).
La polizia provinciale, in Italia, un corpo di polizia ad ordinamento civile, fornito dall'ente territoriale locale statale quale la provincia italiana o citt metropolitana di riferimento. Esercita in genere funzioni istituzionali di polizia nell'ambito del territorio provinciale o metropolitano di pertinenza ed afferente al contesto normativo della polizia locale.
La polizia municipale è un corpo di polizia a ordinamento civile per la tutela della sicurezza pubblica; può essere costituito e gestito da un comune italiano, sia in forma autonoma oppure consorziata (come nel caso dell'unione di comuni).
La motorizzazione civile è l'oggetto delle attività di controllo tecnico e amministrativo di quella branca della pubblica amministrazione che ha in carico il rispetto delle normative tecniche sul trasporto civile in un dato Paese. Di massima, in specie nell'ambito dell'Unione europea, le attività di motorizzazione civile sono armonizzate fatte salve sporadiche eccezioni. In Italia è una materia di competenza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che la gestisce tramite la propria Direzione generale per la Motorizzazione articolata su uffici periferici a livello provinciale. Esistono attività di coordinamento e controllo della motorizzazione civile a livello internazionale, ad esempio la conferenza europea dei ministri dei trasporti.
Il codice della strada, in Italia, è un codice della Repubblica Italiana, che disciplina la circolazione stradale ed indica una generale disciplina dei trasporti.
L'ANAS (acronimo di "Azienda Nazionale Autonoma delle Strade", in precedenza Ente nazionale per le strade”) è una società per azioni italiana, entrata a far parte da gennaio 2018 nel gruppo societario di Ferrovie dello Stato Italiane. Giuridicamente la società è qualificabile quale organismo di diritto pubblico; inoltre, nell'ambito del sistema europeo dei conti nazionali e regionali, rientra fra le unità istituzionali appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e, in particolar modo, figura fra le società in conto economico consolidato dello Stato italiano.