Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La cementazione è uno dei meccanismi con cui si verifica la litificazione dei sedimenti e consistente nella precipitazione di sostanze, portate in soluzione, dalle acque circolanti, nei pori del sedimento. Il processo di litificazione, ossia della trasformazione di un sedimento incoerente in uno coerente (duro), può verificarsi con azioni meccaniche (costipamento) e con azioni chimiche (la cementazione, per l'appunto). Le azioni meccaniche consistono nella riduzione degli spazi vuoti, ossia dei pori, occupati generalmente da acqua o aria, per mezzo della compressione meccanica con conseguente riduzione del volume. Le reazioni chimiche determinano un'ulteriore riduzione del volume in quanto le acque interstiziali, ossia le acque contenute nei pori, determinano la precipitazione delle sostanze contenute nei pori del sedimento.
La biocorrosione o MIC (Microbiological Induced Corrosion) è una corrosione dei metalli (sommersi, interrati, ecc.), dovuta all'azione di diversi gruppi di microorganismi capaci di trarre energia per il loro metabolismo dal cambiamento dello stato di ossidazione di elementi quali ferro, manganese e zolfo. Il fenomeno corrosivo può essere accentuato anche dall'azione diretta sul metallo dei sottoprodotti del metabolismo dei microorganismi, quali l'acido solforico, anidride solforosa, ecc., e dalla rimozione di eventuali film passivanti. I batteri sono i microrganismi che in genere promuovono l'attacco; ma, in casi specifici, lo sono anche i funghi, le alghe o le diatomee.
I batteri solforiduttori detti anche solfobatteri, sono batteri anaerobi stretti, capaci di compiere la respirazione anaerobica utilizzando come accettori di elettroni numerosi composti ossidati dello zolfo riducendoli parzialmente ad H2S. Sono microrganismi sessili, facoltativamente autotrofi, anaerobi con possibilità di svilupparsi anche in ambiente aerobico ma localmente anaerobico. I solfobatteri sono per eccellenza causa di corrosione microbiologica.
Le acque aggressive per i calcestruzzi armati sono acque che agendo sul manufatto cementizio indurito possono reagire con alcuni dei suoi componenti, aumentandone la porosità, causando fessurazioni ed innescando l'ossidazione delle armature, rendendo il manufatto più vulnerabile all'azione dell'ambiente e di conseguenza riducendone il grado di durabilità. Per tale motivo, per la produzione del calcestruzzo, devono essere impiegate solo acque potabili e di riciclo conformi alla UNI EN 1008.