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La Valle delle Pozze (impropriamente detta Val di Luce) è situata nell'Appennino tosco-emiliano, nella parte più settentrionale ed elevata della Provincia di Pistoia ed è percorsa dal Rio Le Pozze, affluente del torrente Scoltenna, tributario del fiume Panaro, che s'immette nel fiume Po. Fino agli anni sessanta si chiamava Valle delle Pozze; successivamente furono realizzate varie piste di sci ed impianti di trasporto a fune, nonché un collegamento con il comprensorio sciistico di Abetone, cosicché fu denominata Val di Luce.
Il Palazzo delle Poste è un edificio situato in via Roma 5,7,9,11 a Pistoia.
Le monete commemorative della lira italiana erano monete coniate appositamente dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per ricordare particolari eventi. Alcune di queste monete sono entrate nella normale circolazione monetaria; altre, pur essendo ufficialmente a corso legale, sono in realtà state coniate esclusivamente per il mercato dei collezionisti. Alcuni studiosi le considerano semplicemente medaglie perché il loro valore non è mai stato quello facciale. La Repubblica italiana ha coniato (e conia tuttora) monete commemorative sia in argento che in oro.
La lira italiana (simbolo: L., comunemente anche o LIT) stata la valuta italiana dal conseguimento dell'unit nazionale nel 1861 fino all'introduzione dell'euro, cessando definitivamente di avere corso legale il 28 febbraio 2002. La parola italiana lira deriva sia da quella greca litra ( ) che da quella latina libra; i due nomi esprimono entrambi un'unit di misura di massa.
I guelfi bianchi e i guelfi neri furono le due fazioni in cui si divisero intorno alla fine del XIII secolo i guelfi di Firenze, ormai il partito egemonico in città dopo la cacciata dei ghibellini. Le due fazioni lottavano per l'egemonia politica, e quindi economica, in città. A livello della situazione extracittadina, seppur entrambe sostenitrici del papa, erano opposte per carattere politico, ideologico ed economico. I guelfi bianchi, favorevoli alla signoria, erano un gruppo di famiglie aperte alle forze popolari, perseguivano l'indipendenza politica ed erano fautori di una politica di maggior autonomia nei confronti del pontefice, rifiutandone l'ingerenza nel governo della città e nelle decisioni di varia natura. I guelfi neri, invece, che rappresentavano soprattutto gli interessi delle famiglie più ricche di Firenze, erano strettamente legati al papa per interessi economici e ne ammettevano il pieno controllo negli affari interni di Firenze, incoraggiando anche l'espansione dell'autorità pontificia in tutta la Toscana. La rivalità tra i guelfi bianchi e i guelfi neri fu al centro della vita sociale e politica, tra la fine del XIII secolo e il primo decennio del Trecento a Firenze, a Pistoia e in altre città della Toscana. Episodi storici legati ai contrasti nati all'interno del Partito guelfo sono ampiamente trattati nella Divina Commedia, che proprio in quegli anni veniva scritta da Dante Alighieri.