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La Consegna delle chiavi è un affresco (335x550 cm) di Pietro Perugino e aiuti, realizzato nel 1481-1482 e facente parte della decorazione del registro mediano della Cappella Sistina in Vaticano.
Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino, Il divin pittore o come Pietro Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, febbraio 1523), è stato un pittore e imprenditore italiano. Titolare in contemporanea di due attivissime botteghe, a Firenze e a Perugia, fu per un paio di decenni il più noto e influente pittore italiano del suo tempo, tanto da essere definito da Agostino Chigi: "il meglio maestro d’Italia” . Frequentò la bottega del Verrocchio insieme a Botticelli e Leonardo da Vinci. È considerato uno dei massimi esponenti dell'umanesimo ed il più grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo. Collaborò nelle decorazioni della Cappella Sistina con Sandro Botticelli, dove dipinse la sua opera più famosa, Consegna delle chiavi. Morì a Fontignano, frazione di Perugia nel 1523, luogo in cui aveva cercato rifugio dalla peste bubbonica. Fuse insieme la luce e la monumentalità di Piero della Francesca con il naturalismo e i modi lineari di Andrea del Verrocchio, filtrandoli attraverso i modi gentili della pittura umbra. Fu maestro di Raffaello.
Palazzo dei Penitenzieri si trova a Roma in via della Conciliazione, nel rione di Borgo. Anticamente si chiamava palazzo Della Rovere e si affacciava su piazza Scossacavalli.
Il dialetto perugino è parlato in un'area di 15 comuni (tra i 92 dell'Umbria) attorno a Perugia, popolata da circa 250.000 abitanti. L'area interessata è racchiusa tra i comuni di Valfabbrica e Bastia Umbra ad est e di Tuoro sul Trasimeno ad ovest, tra la località di Pierantonio (Umbertide) a nord ed i comuni di Bettona, Torgiano, Deruta e Marsciano a sud. Il perugino, come altri dialetti umbri, presenta proprie spiccate peculiarità. A differenza del tifernate e del borghese, quest'ultimo parlato all'estremità settentrionale dell'Umbria nei pressi di San Giustino, che hanno influssi romagnoli, dal fulginate, dall'assisano, dal ternano e dallo spoletino che hanno influenze reciproche con i dialetti marchigiani e il dialetto sabino, l'orvietano che risente del viterbese, il perugino lascia trasparire alcune affinità con le parlate toscane, specialmente con l'aretino e l'utilizzo di parole e verbi dell'italiano antico. Tuttavia alcune parole del vernacolo si pensa abbiano origini tedesche data la somiglianza. Es. "breccia" dal tedesco antico "brecha", "trogolo", dal tedesco altomedievale: "trögel". Questo si pensa sia dovuto dall'influenza di nobili famiglie germaniche che si stanziarono nel territorio al seguito dell'imperatore Federico I Barbarossa dal Sacro Romano Impero come Degli Oddi (famiglia) oppure i Baglioni (famiglia). Lo stesso nome del quartiere di Rancolfo è di origine germanica e si è formato in età medievale. È costituito da due segmenti: quello in prima posizione è hring, con il significato di anello, recinto, o assemblea [ring in tedesco contemporaneo], mentre quello in seconda olfo [wolf in tedesco contemporaneo], ovverosia lupo. Ciò spiegherebbe anche la variante popolare (Rincolfo) ancora in uso al giorno d'oggi. D'altra parte la trasformazione della finale -i latina in -e, l'assenza della spirantizzazione della gutturale sorda (assente anche nell'aretino) ecc. lo differenziano ampiamente dal gruppo dialettale toscano di tipo standard (fiorentino) facendolo solitamente ascrivere, come il resto delle parlate umbre, alla grande famiglia dei dialetti italiani mediani.
L'Allegoria del colle della Sapienza è un mosaico pavimentale in opus sectile (commesso marmoreo) realizzato da Paolo Mannucci su cartone di Pinturicchio, databile al 1505 e conservato nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Siena.
L'Adorazione dei Magi è un dipinto, tempera su tavola (241 x 180 cm), di Pietro Perugino, databile, a seconda degli studi, al 1470-1473 o al 1476 circa e conservata nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.