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Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino, Il divin pittore o come Pietro Perugino (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, febbraio 1523), è stato un pittore e imprenditore italiano. Titolare in contemporanea di due attivissime botteghe, a Firenze e a Perugia, fu per un paio di decenni il più noto e influente pittore italiano del suo tempo, tanto da essere definito da Agostino Chigi: "il meglio maestro d’Italia” . Frequentò la bottega del Verrocchio insieme a Botticelli e Leonardo da Vinci. È considerato uno dei massimi esponenti dell'umanesimo ed il più grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo. Collaborò nelle decorazioni della Cappella Sistina con Sandro Botticelli, dove dipinse la sua opera più famosa, Consegna delle chiavi. Morì a Fontignano, frazione di Perugia nel 1523, luogo in cui aveva cercato rifugio dalla peste bubbonica. Fuse insieme la luce e la monumentalità di Piero della Francesca con il naturalismo e i modi lineari di Andrea del Verrocchio, filtrandoli attraverso i modi gentili della pittura umbra. Fu maestro di Raffaello.
Il Battesimo di Cristo è un affresco (335x540 cm) di Pietro Perugino e aiuti, realizzato verso il 1482 e facente parte della decorazione del registro mediano della Cappella Sistina in Vaticano. Si tratta dell'unica opera firmata di tutta la cappella.
La storia della pittura è una branca della storia dell'arte che si occupa di dipinti e, più in generale, di opere d'arte bidimensionali realizzate con tecniche legate al disegno e alla stesura di colori. Dalla preistoria fino al mondo contemporaneo, ha rappresentato una continua tradizione tra le più diffuse e significative nell'ambito delle arti figurative, che abbraccia un po' tutte le culture e i continenti. Fino al XX secolo, in Europa e nei paesi da essa influenzati, la rappresentazione pittorica ha avuto principalmente soggetti "figurati", cioè rappresentanti caratteristiche e attività umane, tutt'al più temi religiosi, simbolici e trascendenti, mentre nel XX secolo si sono sviluppati approcci più astratti e concettuali, con la sperimentazione di nuove tecniche in ricerca di nuovi orizzonti. Lo sviluppo della pittura orientale ha avuto un corso proprio, parallelo a quello occidentale, non senza però punti di contatto, soprattutto a partire dell'evo moderno. L'arte africana, islamica, indiana, cinese, e giapponese hanno avuto tutte influenze significative sull'arte occidentale e viceversa.
La Sala delle Udienze del Collegio del Cambio a Perugia era il salone principale della sede dell'Arte del Cambio locale. Si tratta di un salone monumentale famoso soprattutto per un ciclo di affreschi dipinto da Pietro Perugino (1496-1500) all'apice della sua carriera. Si tratta del capolavoro dell'artista e uno dei massimi traguardi della pittura italiana alle soglie del XVI secolo.
Bernardino di Betto Betti, più noto come Pinturicchio o Pintoricchio (Perugia, 1452 circa – Siena, 11 dicembre 1513), è stato un pittore italiano. Il soprannome di Pinturicchio ("piccolo pintor", cioè "pittore") derivava dalla sua corporatura minuta ed egli stesso lo fece proprio usandolo per firmare alcune opere. Giorgio Vasari ne descrisse la sua biografia in Le Vite del 1568 (Bernardino Pinturicchio) citando nella parte finale anche Nicolò Alunno di Foligno. Fu un artista completo, capace di padroneggiare sia l'arte della pittura su tavola, che l'affresco e la miniatura, lavorando per alcune delle più importanti personalità del suo tempo. Fu uno dei grandi maestri della scuola umbra del secondo Quattrocento, con Pietro Perugino e il giovane Raffaello.
Il dialetto perugino è parlato in un'area di 15 comuni (tra i 92 dell'Umbria) attorno a Perugia, popolata da circa 250.000 abitanti. L'area interessata è racchiusa tra i comuni di Valfabbrica e Bastia Umbra ad est e di Tuoro sul Trasimeno ad ovest, tra la località di Pierantonio (Umbertide) a nord ed i comuni di Bettona, Torgiano, Deruta e Marsciano a sud. Il perugino, come altri dialetti umbri, presenta proprie spiccate peculiarità. A differenza del tifernate e del borghese, quest'ultimo parlato all'estremità settentrionale dell'Umbria nei pressi di San Giustino, che hanno influssi romagnoli, dal fulginate, dall'assisano, dal ternano e dallo spoletino che hanno influenze reciproche con i dialetti marchigiani e il dialetto sabino, l'orvietano che risente del viterbese, il perugino lascia trasparire alcune affinità con le parlate toscane, specialmente con l'aretino e l'utilizzo di parole e verbi dell'italiano antico. Tuttavia alcune parole del vernacolo si pensa abbiano origini tedesche data la somiglianza. Es. "breccia" dal tedesco antico "brecha", "trogolo", dal tedesco altomedievale: "trögel". Questo si pensa sia dovuto dall'influenza di nobili famiglie germaniche che si stanziarono nel territorio al seguito dell'imperatore Federico I Barbarossa dal Sacro Romano Impero come Degli Oddi (famiglia) oppure i Baglioni (famiglia). Lo stesso nome del quartiere di Rancolfo è di origine germanica e si è formato in età medievale. È costituito da due segmenti: quello in prima posizione è hring, con il significato di anello, recinto, o assemblea [ring in tedesco contemporaneo], mentre quello in seconda olfo [wolf in tedesco contemporaneo], ovverosia lupo. Ciò spiegherebbe anche la variante popolare (Rincolfo) ancora in uso al giorno d'oggi. D'altra parte la trasformazione della finale -i latina in -e, l'assenza della spirantizzazione della gutturale sorda (assente anche nell'aretino) ecc. lo differenziano ampiamente dal gruppo dialettale toscano di tipo standard (fiorentino) facendolo solitamente ascrivere, come il resto delle parlate umbre, alla grande famiglia dei dialetti italiani mediani.
L'Adorazione dei Magi è un dipinto, tempera su tavola (241 x 180 cm), di Pietro Perugino, databile, a seconda degli studi, al 1470-1473 o al 1476 circa e conservata nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.