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La storia del pensiero economico si occupa dello sviluppo dell'economia politica dalle origini ai giorni nostri, con le sue varie teorie o visioni del sistema economico. In prima approssimazione, si possono individuare le seguenti fasi: antichit classica (soprattutto nella Grecia antica) e Medioevo; la formazione degli stati nazionali e la nascita dell'economia politica in senso moderno; la rivoluzione industriale e l'economia classica; l'affermazione dell'economia di mercato e l'economia neoclassica; la Grande depressione del 1929 e l'economia keynesiana; approfondimenti e nuove proposte; la stagflazione e il monetarismo; sviluppi recenti.Gli storici del pensiero economico valutano in modi diversi sia le singole scuole, sia il loro succedersi. Vi un punto di vista "cumulativo", secondo il quale si avuto e continua un progressivo avvicinamento alla verit e, pertanto, la storia del pensiero economico deve essere storia delle verit economiche . Vi anche un punto di vista "competitivo", secondo il quale l'esistenza di diverse scuole mostra che sono possibili approcci diversi allo studio dei fenomeni economici, nessuno dei quali nettamente preferibile agli altri. Qualsiasi teoria economica, quindi, pu essere criticata o perch migliorata da altre successive, o perch basata su un approccio non condiviso da altre. La sintetica esposizione che segue ricca di riferimenti ad altre voci, alle quali si rinvia per approfondimenti e valutazioni critiche. Le varie correnti di pensiero della storia economica hanno influenzato profondamente le relative politiche economiche adottate dai vari Stati nazionali nel corso della storia moderna e contemporanea.
I Lineamenti di filosofia del diritto, pubblicati a Berlino nel 1820 (pur riportando la data del 1821) rappresentano la sintesi complessiva del pensiero etico-politico di Hegel. Con quest'ultima opera pubblicata con il sottotitolo Diritto naturale e scienza dello Stato in compendio, l'autore espone gli aspetti fondamentali dello sviluppo dialettico dell'Idea che mira a «comprendere concettualmente lo Stato e di esporlo come qualcosa di intimamente razionale».
I Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica, noti anche come Grundrisse (in tedesco: Grundrisse der Kritik der politischen Ökonomie) sono dei manoscritti composti da Karl Marx tra il 1857 e il 1858. Questi scritti rappresentavano il lavoro preparatorio per la stesura dell'opera pubblicata nel 1859 con il titolo Per la critica dell'economia politica. I Grundrisse furono editi per la prima volta in versione integrale dall'Istituto Marx-Engels-Lenin di Mosca (IMEL) nel 1939-1941 e cominciarono a circolare in Europa e nell'Occidente tra gli anni sessanta e gli anni settanta. In Italia, seminari su questi scritti furono tenuti dal filosofo Stefano Garroni. Quest'opera viene considerata l'anello di congiunzione tra il giovane Marx dei Manoscritti economico-filosofici del 1844 e il Marx maturo de Il Capitale.
L'economia politica è la scienza sociale che si occupa dei metodi con cui l'uomo usa razionalmente poche risorse per soddisfare molte esigenze.
In economia con la locuzione economia neoclassica ci si riferisce ad un approccio generale alla disciplina economica basato sulla determinazione di prezzi, produzione e reddito attraverso il modello di domanda e offerta. La scuola di economia neoclassica è convenzionalmente fatta partire dagli anni 1871-1874, quando vennero pubblicate le prime opere sistematiche di William Stanley Jevons, Carl Menger e Léon Walras. Il nuovo modello denominato marginalismo si contrappone sia allo sviluppo marxista del pensiero degli economisti classici sia alla scuola storica tedesca dell'economia.
Carl Menger (Neu Sandez, 28 febbraio 1840 – Vienna, 26 febbraio 1921) è stato un economista austriaco. Fu il fondatore della scuola austriaca di economia, nota per aver contribuito allo sviluppo della teoria dell'utilità marginale che confutava la classica teoria del valore-lavoro sviluppata da Adam Smith e David Ricardo, e portata alle estreme conseguenze da Karl Marx.
Alfred Marshall (Londra, 26 luglio 1842 – Cambridge, 13 luglio 1924) è stato un economista inglese, uno dei più influenti del suo tempo. Nel suo libro più famoso, Principi di economia (1890) - base dell'economia politica neoclassica a lungo rimasto in Inghilterra il testo di riferimento per l'economia - Marshall mette a sistema in maniera coerente i concetti di domanda e offerta, utilità marginale e costo della produzione Insegnò economia all'Università di Oxford e successivamente in quella di Cambridge. Tra le sue opere più importanti anche il testo Industria e commercio (1919).