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Autore principale: Becattini, Giacomo
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier Università, 2010
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Alfred Marshall (Londra, 26 luglio 1842 – Cambridge, 13 luglio 1924) è stato un economista inglese, uno dei più influenti del suo tempo. Nel suo libro più famoso, Principi di economia (1890) - base dell'economia politica neoclassica a lungo rimasto in Inghilterra il testo di riferimento per l'economia - Marshall mette a sistema in maniera coerente i concetti di domanda e offerta, utilità marginale e costo della produzione Insegnò economia all'Università di Oxford e successivamente in quella di Cambridge. Tra le sue opere più importanti anche il testo Industria e commercio (1919).
Un bene di Giffen è un particolare tipo di bene per il quale un aumento del prezzo (o una diminuzione del reddito del consumatore) causa un aumento della domanda, e viceversa. Si tratta nella teoria microeconomica di un "bene inferiore" il cui effetto reddito è superiore all'effetto sostituzione, per cui la curva di domanda ha un'inclinazione positiva.
La storia del pensiero economico è la disciplina che si occupa dello sviluppo dell'economia politica dalle origini ai giorni nostri, con le sue varie teorie o visioni del sistema economico. In prima approssimazione, si possono individuare le seguenti fasi: antichità classica (soprattutto nella Grecia antica) e Medioevo; la formazione degli stati nazionali e la nascita dell'economia politica in senso moderno; la rivoluzione industriale e l'economia classica; l'affermazione dell'economia di mercato e l'economia neoclassica; la Grande depressione del 1929 e l'economia keynesiana; approfondimenti e nuove proposte; la stagflazione e il monetarismo; sviluppi recenti.Gli storici del pensiero economico valutano in modi diversi sia le singole scuole, sia il loro succedersi. Vi è un punto di vista "cumulativo", secondo il quale si è avuto e continua un progressivo avvicinamento alla verità e, pertanto, la storia del pensiero economico deve essere «storia delle verità economiche». Vi è anche un punto di vista "competitivo", secondo il quale l'esistenza di diverse scuole mostra che sono possibili approcci diversi allo studio dei fenomeni economici, nessuno dei quali nettamente preferibile agli altri. Qualsiasi teoria economica, quindi, può essere criticata o perché migliorata da altre successive, o perché basata su un approccio non condiviso da altre. La sintetica esposizione che segue è ricca di riferimenti ad altre voci, alle quali si rinvia per approfondimenti e valutazioni critiche. Le varie correnti di pensiero della storia economica hanno influenzato profondamente le relative politiche economiche adottate dai vari Stati nazionali nel corso della storia moderna e contemporanea.
In economia con la locuzione economia neoclassica ci si riferisce ad un approccio generale alla disciplina economica basato sulla determinazione di prezzi, produzione e reddito attraverso il modello di domanda e offerta. La scuola di economia neoclassica è convenzionalmente fatta partire dagli anni 1871-1874, quando vennero pubblicate le prime opere sistematiche di William Stanley Jevons, Carl Menger e Léon Walras. Il nuovo modello denominato marginalismo si contrappone sia allo sviluppo marxista del pensiero degli economisti classici sia alla scuola storica tedesca dell'economia.
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