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Una biblioteca è un'istituzione culturale finalizzata a soddisfare bisogni informativi quali studio, aggiornamento professionale o svago, attraverso una raccolta organizzata di risorse fisiche (per esempio libri, riviste, CD, DVD) o digitali (per esempio ebook, basi di dati, riviste elettroniche). Si considerano biblioteche tanto le raccolte costituite per uso personale quanto quelle costituite da enti privati e pubblici. Queste ultime, in base alla legge italiana, forniscono un servizio pubblico essenziale. La biblioteconomia considera parte del "sistema biblioteca" anche i servizi di informazione al pubblico (tipicamente la ricerca bibliografica e l'istruzione all'uso delle raccolte e dei servizi) e, in quanto funzionali alla conservazione e fruizione del patrimonio documentale, anche le attività di gestione della biblioteca purché specifiche (non considera tali, pertanto, le generiche attività amministrative e gestionali se indistinguibili da quelle dell'ente proprietario della biblioteca).
La storia delle biblioteche pubbliche statali italiane comincia necessariamente all'alba dell'Unità. Durante la costruzione del Regno, il governo sabaudo si appropriò delle biblioteche degli antichi stati, finanziandole sul suo bilancio. Le antiche biblioteche "di palazzo" sono tuttora parte fondamentale delle biblioteche statali e tra le più importanti. Dal 1869, lo Stato ha rinunciato a regolare tutte le biblioteche, concentrandosi solo su quelle di sua proprietà. Le soppressioni sabaude delle congregazioni religiose hanno arricchito notevolmente queste biblioteche di opere antiche, principalmente di devozione, e sono una caratteristica peculiare delle biblioteche italiane e di quelle statali in particolare. I tentativi di correggere la distribuzione non uniforme delle biblioteche statali, assenti in gran parte del Sud, hanno portato alla fondazione o al riscatto da parte dello Stato di alcuni istituti, aumentandone quindi il numero, malgrado questo sia da sempre stato ritenuto eccessivo. Fino al 1975 sono state amministrate dal Ministero della pubblica istruzione, poi, con la sua istituzione, la competenza è passata al Ministero per i beni culturali.
Uno schema di classificazione è la struttura di un sistema di classificazione, così com'è espressa dalle categorie concettuali, dalle articolazioni e relazioni gerarchiche sue proprie e dall'insieme dei simboli designati a rappresentarle.
Il Nuovo soggettario è lo strumento realizzato dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF) per l'indicizzazione per soggetto in biblioteche, archivi, mediateche e centri di documentazione; è costituito da un sistema a più componenti, di cui le principali sono: un insieme di norme sintattiche e semantiche finalizzate all'elaborazione di intestazioni di soggetto; un thesaurus multidisciplinare in lingua italiana contenente la terminologia impiegabile nell'indicizzazione e, dagli utenti di cataloghi online e altre basi di dati, nella ricerca per soggetto. Il Nuovo soggettario utilizza il software di gestione open source del Thesaurus AGROVOC della FAO, a cui la BNCF ha apportato i necessari adattamenti.
Melvil Dewey (Adams Center, 10 dicembre 1851 – Lake Placid, 26 dicembre 1931) è stato un bibliotecario statunitense, ideatore del moderno sistema di classificazione bibliotecario.
La catalogazione semantica è la pratica che mira a individuare il contenuto intellettuale di un documento e a riformularlo secondo regole permettendo così il reperimento e l'accesso al documento stesso. Tradizionalmente si distingue in due rami, la soggettazione, o indicizzazione per soggetto, e la classificazione, che utilizzano strumenti diversi per raggiungere scopi differenti: l'una permette di reperire le risorse fornendo accesso diretto all'argomento (accesso alfabetico per soggetto), l'altra inquadra l'argomento dell'opera in un contesto disciplinare (accesso sistematico).
La Biblioteca Malatestiana di Cesena fu fondata a metà del XV secolo grazie agli sforzi congiunti del signore della città, Domenico Malatesta, e dei frati francescani del locale convento che ospitarono nei propri edifici la raccolta di libri: questa biblioteca monastica si differenziò dalle altre per essere stata impostata come istituzione civica, affidata cioè alle cure degli organismi comunali. Prima del suo genere, crebbe per fama e importanza nel corso dell'età moderna e raccolse diverse opere manoscritte, incatenate a una serie di plutei collocati nell'Aula del Nuti. Il suo patrimonio sopravvisse all'occupazione francese e alla trasformazione della biblioteca in caserma/stalla (1797-98) grazie agli sforzi della cittadinanza che riebbe indietro il complesso conventuale qualche anno dopo: nel 1807 la Malatestiana fu ristabilita nel suo stato originale, da allora lasciato invariato. Infatti si era sviluppata una biblioteca comunale (detta Malatestiana nuova) che, nel corso del XIX secolo, fu via via ampliata negli spazi e nella raccolta, diventando un'istituzione aperta a tutti. Sopravvissuta indenne alla seconda guerra mondiale e oggetto di restauri e valorizzazioni, nel 2005 l'UNESCO riconobbe la grande importanza culturale e storica della Malatestiana antica, inserendola nel Registro della Memoria del mondo. Tra vecchia e nuova biblioteca, la Malatesiana conserva quasi 380 000 volumi, comprese migliaia di opere manoscritte di grande valore, oltre a migliaia di quotidiani, riviste, fotografie, lettere. Inoltre vi ha sede la Società di Studi Romagnoli, istituzione fondata nel 1949.