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La ractopamina è un farmaco, utilizzato anche come additivo per mangimi, la cui somministrazione agli animali da produzione alimentare, ad eccezione della somministrazione per scopi terapeutici, è vietata o oggetto di severe restrizioni nella maggior parte dei paesi.Farmacologicamente, è un agonista di alcuni recettori associati alle ammine in traccia (TAAR1) e β adrenergici (ß 1 e ß 2). La ractopamina commerciale è una miscela di tutti e quattro i suoi possibili stereoisomeri tipicamente nella forma di sale cloridrato.In alcuni paesi non appartenenti all’UE ne è autorizzato l’impiego regolare nei mangimi per suini, bovini o tacchini, per accelerare l’incremento ponderale, migliorare la resa del mangime e aumentare la massa magra degli animali. L'uso di ractopamina come promotore della crescita animale è vietato in 160 paesi tra cui l'Unione europea, la Cina e in Russia, mentre altri 27 paesi, come il Giappone, gli Stati Uniti, il Canada e la Corea del Sud, hanno ritenuto che la carne proveniente da alcuni animali alimentati con ractopamina è idonea per il consumo umano. Il divieto sull'utilizzo della sostanza imposto dall’UE e da altri paesi si applica anche alla carne importata da paesi terzi e questo è diventata ragione o causa per lunghe dispute su presunte barriere commerciali. Per sostenere l'export nella UE, Russia e Cina, oltre che per pressioni dell'opinione pubblica negli Stati Uniti, sono stati definiti programmi di certificazione delle carni esenti da ractopamina ed è stato autorizzata l'etichettatura o pubblicità che dichiara sulle carni: "no ractopamina - un beta agonista promotore della crescita".
La capra Nicastrese, autoctona del territorio di Nicastro (ora Lamezia Terme), erede dell'antica Neocastrum di origine bizantina (dal nome greco Neòcastron = castello nuovo), è stata ammessa al registro anagrafico delle popolazioni ovine e caprine autoctone a limitata diffusione e, riconosciuta razza, con il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nº 21206 dell'8.3.2005 art. 1 comma B, successivamente al riconoscimento dell'Associazione Nazionale della Pastorizia (Asso.Na.Pa.), avvenuto nella riunione della Commissione Tecnica Centrale (CTC) del Registro Anagrafico delle razze ovine e caprine autoctone a limitata diffusione, riunita a Roma il 18 giugno 2003. A livello territoriale il registro anagrafico è gestito dall'Associazione Regionale Allevatori della Calabria (ARA). Lo studio per il riconoscimento della razza Nicastrese e della Capra dell'Aspromonte, si deve a Floro De Nardo, come riportato nell'Atlante delle razze autoctone, bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia. Una recente ricerca eseguita sulle tre razze caprine calabresi, che ha valutato la struttura di popolazione nel contesto italiano, ha evidenziato che le tre razze, nonostante le chiare differenze fenototipiche, possiedono un pool genetico estremamente simile e affine a quello di altre popolazioni caprine dell'Italia meridionale. L’analisi delle relazioni evoluzionistiche, ha indicato un probabile evento di flusso genetico diretto dal ceppo ancestrale dalle razze Maltese e Sarda Maltese verso la Nicastrese. Per la spiccata attitudine lattifera, grande rusticità, frugalità, resistenza alle malattie e, il marcato adattamento alle diverse situazioni ambientali - qualità molto apprezzate dagli allevatori - si è diffusa negli anni su tutto il territorio della regione Calabria. Insieme alla capra dell'Aspromonte e alla Rustica di Calabria, la razza Nicastrese rappresenta un importante tassello del variegato mosaico etnografico della biodiversità caprina autoctona calabrese. È inserita tra le 28 razze caprine italiane iscritte ai registri anagrafici gestiti dall'Asso.Na.Pa.
L'impatto ambientale dell'industria dei cibi animali designa il complesso degli effetti che la zootecnica e la pesca commerciale determinano sull'ambiente naturale.
La carne separata meccanicamente (CSM) o carne recuperata meccanicamente (CRM) è ottenuta rimuovendo i residui di carne dalle ossa (in particolare di suino) o dalle carcasse di pollame (pollo e tacchino) usando mezzi fisici, che portano quindi alla perdita o alla modifica della struttura fibrosa del muscolo una volta rimossi i tagli più pregiati (Regolamento CE N. 853/2004). In tutta l'Unione europea è obbligatorio indicarla in etichetta. Nel Regno Unito i controlli sono particolarmente stringenti e la Food Standards Agency ha chiesto un'audizione al governo sui rischi della CSM che ha introdotto in seguito una moratoria per vietare la CSM derivata da crani di bovino entro l'aprile del 2012 (per il rischio di Encefalopatia spongiforme bovina) e per l'utilizzo di nuove etichette nella CSM derivata da pollame. Sempre nel 2012 la Commissione europea tramite le indagini del Food Veterinary Office britannico ha ufficialmente considerato la desinewed meat (DSM) uguale alla CSM e non più in una categoria a parte, invece negli Stati Uniti non è previsto alcun tipo di etichettatura e le stime parlano del 50-70% di carne prodotta in questo modo.