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Il Fisiologo (Physiologus) è una piccola opera redatta ad Alessandria d'Egitto, probabilmente in ambiente gnostico, tra il II e il III secolo d.C. da autore ignoto. Esso contiene la descrizione simbolica di animali e piante (sia reali che immaginari) e di alcune pietre, i quali, presentati in chiave allegorica attraverso alcune citazioni delle Sacre Scritture, rimandano a significati metafisici inerenti alle realtà celesti o il comportamento umano. Alcuni hanno notato le analogie con il De Materia Medica di Dioscoride, del I secolo, dedicato alle piante.
La fisiologia (dal greco φύσις, physis, 'natura', e λόγος, logos, 'discorso', quindi 'studio dei fenomeni naturali') è la branca della biologia che studia il funzionamento degli organismi viventi, analizzando i principi chimico-fisici del funzionamento degli esseri viventi, siano essi mono o pluricellulari, animali o vegetali. È detta "condizione fisiologica" lo stato in cui si verificano le normali funzioni corporee, mentre una condizione patologica è caratterizzata da anomalie che si traducono in malattie.. Data l'estensione del campo di studi, la fisiologia si divide, fra gli altri, in fisiologia animale, fisiologia vegetale, fisiologia cellulare, fisiologia microbica, batterica e virale. Il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina è assegnato dall'Accademia reale svedese delle scienze a coloro che raggiungono risultati significativi in questa disciplina.
Le piante (Plantae Haeckel, 1866) sono organismi uni o pluricellulari, eucarioti foto-aerobici, con cloroplasti di origine endosimbiotica primaria. Vi sono più di 400 000 specie di piante catalogate. Sono piante gli alberi, gli arbusti o cespugli, le erbe, i rampicanti, le succulente, le felci, i muschi, alghe verdi e molti altri ancora. La maggior parte delle piante sono incluse nel gruppo delle Angiosperme, con circa 250 000 specie, che si distinguono dagli altri gruppi per la produzione di fiori, seguita, dopo l'impollinazione, dalla formazione di semi racchiusi e protetti all'interno di un frutto. Le branche della biologia più importanti che si occupano dello studio delle piante sono la botanica per la sistematica e l'anatomia, la fisiologia vegetale per il loro funzionamento e l'ecologia vegetale, che studia la distribuzione delle piante e l'effetto dei fattori ambientali che influenzano tale distribuzione, nonché le interazioni tra le piante e gli altri organismi.
Si dice pianta termofila una specie vegetale adattata a vivere in ambienti caldi o temperato-caldi. In generale sono piante termofile quelle originarie delle zone tropicali e delle zone temperate calde. Gli adattamenti morfologici e fisiologici hanno lo scopo di contenere gli effetti dannosi delle alte temperature, che, secondo i valori, si manifestano in generale nei seguenti aspetti: intensificazione dei processi respiratori con conseguente incremento del consumo di sostanze nutritive a scapito del loro accumulo; riduzione dell'intensità della fotosintesi, che mantiene il suo ottimo a 20-25 °C; intensificazione dei fenomeni di fotorespirazione con conseguente riduzione del rendimento fotosintetico; morte del polline, con riduzione della percentuale di allegagione, fino alla compromissione totale della fecondazione e della fruttificazione; morte dei tessuti più vulnerabili. La sensibilità è elevata nei tessuti embrionali e meristematici, perciò gli organi più vulnerabili sono il cambio, gli apici vegetativi, i fiori, i giovani frutticini appena allegati. Le foglie hanno una resistenza intrinseca maggiore. Il legno è invece il tessuto più resistente, in grado di tollerare anche temperature eccezionalmente alte. colatura di fiori e cascola di frutti: la caduta di fiori e frutticini è la conseguenza alla morte degli organi fiorali o dei giovani tessuti in accrescimento dei frutti appena allegati.I meccanismi di adattamento e resistenza variano in funzione della disponibilità idrica. Il più importante meccanismo che permette alla pianta di difendersi dall'alta temperatura è rappresentato infatti dall'abbassamento termico causato dal passaggio dell'acqua allo stato di vapore: l'acqua ha infatti un elevato calore latente di vaporizzazione perciò l'evaporazione dell'acqua assorbe cospicue quantità di calore sottraendolo al riscaldamento. In condizioni di disponibilità idrica non limitata le piante si difendono principalmente intensificando la traspirazione e aumentando la superficie fogliare. Questo adattamento è frequente nelle piante tropicali che vivono in climi caldo-umidi come ad esempio la foresta pluviale tropicale. Il secondo meccanismo di adattamento, proprio di molte Monocotiledoni di origine tropicale, è la via metabolica C4 seguita dalla fotosintesi, che permette di sfruttare meglio le elevate intensità luminose aumentando il rendimento fotosintetico. Quando la disponibilità idrica diventa un fattore limitante, la traspirazione è un processo poco utile, se non addirittura dannoso, in caso di carenza idrica nel terreno. In queste condizioni ambientali le piante termofile sviluppano meccanismi morfologici e fisiologici di adattamento basati per lo più sulla coibentazione, come ad esempio lo sviluppo di una corteccia suberosa più spessa a protezione del cambio, oppure il portamento compatto, con chioma sviluppata in modo da ombreggiare le parti più interne, oppure sullo sfasamento dell'attività vegetativa, che si concentra prevalentemente nella stagione freddo-umida con un riposo vegetativo coincidente con i periodi più caldi e secchi. In generale le piante termofile adattate a vivere in ambienti caldo-aridi hanno adattamenti morfologici e fisiologici che permettono di resistere alle alte temperature e, contemporaneamente, alla siccità. In questo caso si parla di piante termoxerofile. esempi di piante termofile sono: roverella quercus pubescens, ecc... Le piante termofile in generale sono sprovviste di meccanismi di adattamento alle basse temperature, pertanto subiscono arresti temporanei dell'attività in caso di abbassamenti termici relativamente moderati e danni da freddo in caso di gelate.
La fisiologia vegetale ha per oggetto lo studio delle funzioni dei vegetali a livello macroscopico e microscopico; intendendo per funzione “l'insieme di tutti gli atti coordinati volti al raggiungimento di un risultato ben definito e di un effetto utile” (F.Ghiretti, 1977). Vengono classificati come vegetali tutti gli organismi foto-chemio-autotrofi.