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La storia del Sahara occidentale può essere fatta risalire ai tempi dell'esploratore cartaginese Annone il Navigatore nel V secolo a.C. Sebbene siano rimasti pochi documenti storici di quel periodo, la storia moderna del Sahara Occidentale ha le sue radici legate ad alcuni gruppi nomadi (che vivevano sotto il dominio tribale berbero e in contatto con l'Impero romano) come il gruppo Sanhaja e l'introduzione dell'Islam e la lingua araba alla fine dell'VIII secolo d.C. Il Sahara occidentale non è mai stata una nazione nel senso moderno del termine. Era la patria delle colonie fenicie che però scomparvero praticamente senza lasciare traccia. L'Islam vi arrivò nell'VIII secolo, ma la regione, assediata dalla desertificazione, rimase poco sviluppata. Dall'XI al XIX secolo, il Sahara occidentale rappresentava uno dei collegamenti tra le regioni subsahariane e nordafricane. Durante l'XI secolo, la confederazione tribale Sanhaja si alleò con la tribù Lamtuna per fondare la dinastia Almoravide. Le conquiste degli Almoravidi si estesero sull'attuale Marocco, sull'Algeria occidentale e sulla penisola iberica a nord, e su Mauritania e Mali a sud, raggiungendo l'Impero del Ghana. Nel XVI secolo, la dinastia araba sa'diana conquistò l'Impero Songhai basato sul fiume Niger. Alcune rotte commerciali trans-sahariane attraversavano anche il Sahara occidentale. Nel 1884, la Spagna rivendicò un protettorato sulla costa da Capo Bojador a Capo Bianco, e l'area fu successivamente ampliata. Nel 1958, la Spagna unì distretti separati per formare la provincia del Sahara spagnolo. Un parere consultivo del 1975 della Corte internazionale di giustizia sullo status del Sahara occidentale sosteneva che, sebbene alcune tribù della regione avessero legami storici con il Marocco, non erano sufficienti per stabilire "qualsiasi legame di sovranità territoriale" tra il Sahara occidentale e il Regno del Marocco. Nel novembre di quell'anno, la Marcia verde nel Sahara Occidentale iniziò quando 300.000 marocchini disarmati accompagnati dall'esercito marocchino armato di armi pesanti confluirono nella città meridionale di Tarfaya e aspettarono un segnale dal re Hassan II del Marocco per attraversare il Sahara occidentale. A seguito delle pressioni di Francia, Stati Uniti e Regno Unito, la Spagna abbandonò il Sahara occidentale il 14 novembre 1975, arrivando addirittura a riesumare cadaveri spagnoli dai cimiteri. Successivamente il Marocco annesse i due terzi settentrionali del Sahara occidentale nel 1976 e il resto del territorio nel 1979, in seguito al ritiro della Mauritania. Il 27 febbraio 1976, il Fronte Polisario, organizzazione fondata nel maggio 1973 come movimento nazionale per la liberazione del Sahara Occidentale, proclamò formalmente la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi e istituì un governo in esilio, dando inizio a una guerriglia tra il Polisario e il Marocco, che continuò fino al cessate il fuoco del 1991. Come parte degli accordi di pace del 1991, si sarebbe tenuto un referendum tra le popolazioni indigene, dando loro la possibilità tra l'indipendenza o l'inclusione in Marocco. Ad oggi il referendum non si è tenuto a causa delle questioni su chi possa essere eleggibile al voto.
Il popolo sahrawi o saharawi, cioè "sahariano" (italianizzazione del termine in arabo: الصحراويون, al-ṣaḥrāwī; in berbero Iseḥrawiyen, ⵉⵙⴻⵃⵔⴰⵡⵉⵢⴻⵏ) è costituito dai gruppi tribali arabo-berberi tradizionalmente residenti nelle zone del Sahara Occidentale gravitanti sul Sāqiyat al-ḥamrāʾ (Saguia el Hamra in spagnolo) e sul Wādī al-dhahab (Río de Oro) che, già nel corso della dominazione della Spagna, avevano cominciato negli anni trenta a reclamare la loro indipendenza. Sull'area, ricca di fosfati, avanzava però pretese anche il Marocco ed è per questo che le popolazioni della regione hanno conosciuto grandi difficoltà per realizzare le loro ambizioni e vedersi riconosciuti su un piano internazionale e persino inter-arabo. Le tribù sembra discendano da due gruppi insediatisi nell'area fin dall'epoca delle prime conquiste islamiche, alla fine del VII secolo d.C. Esse rivendicano un'ascendenza araba, per dimostrare la quale fanno riferimento al loro dialetto, definito Hassāniyya, un idioma parlato anche nella confinante Mauritania e nell'Algeria, caratterizzato da un impianto strutturalmente arabo pur con vari berberismi e tracce di idiomi nero-africani, come il wolof. In Marocco (forse con intenti politici) si tende a considerare il dialetto sahrawi di ceppo berbero, visto che gli abitanti indigeni della regione sono in particolare appartenenti al gruppo berbero dei Sanhāja, ma sulla questione dissentono i glottolinguisti che classificano l'idioma come appartenente al gruppo semitico della famiglia linguistica camito-semitica.
Il Sahara Occidentale è una regione del Nordafrica, ex colonia spagnola, il cui territorio è conteso tra il Marocco e il Fronte Polisario; quest'ultimo ne ha dichiarato l'indipendenza proclamando la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi.
Il muro marocchino o muro del Sahara Occidentale (anche noto con il termine Berm) è una berma di lunghezza superiore ai 2.720 km, costruita dal Marocco nel Sahara Occidentale, motivato dal diritto di difendersi dal Fronte Polisario. Tale struttura difensiva è a tutti gli effetti una zona militare dove sono stati costruiti appositi bunker, fossati, reticolati di filo spinato e campi minati. Il campo minato che corre lungo la sua totale estensione è, per dimensioni, il più lungo al mondo, e si stima, in difetto, vi siano state depositato circa 6.000 mine anti-uomo. Si tratta del muro più lungo del mondo, dopo la muraglia cinese.Secondo le mappe fornite dalla Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) e dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), una parte del muro marocchino si estende per diversi chilometri anche nel territorio riconosciuto a livello internazionale appartenente alla Mauritania.
Margherita Boniver (Roma, 11 marzo 1938) è una politica italiana.