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Capitalism: A Love Story

Capitalism: A Love Story è un film documentario del 2009 scritto, prodotto e diretto da Michael Moore, presentato in concorso alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.Successivo a Sicko, il film si concentra sulla crisi finanziaria mondiale scoppiata nel 2008 negli Stati Uniti d'America per colpa dei mutui subprime ponendosi come un atto di accusa nei confronti dell'attuale sistema economico statunitense e del capitalismo stesso. La critica al sistema capitalistico passa attraverso la trattazione di diverse realtà e tematiche fortemente radicate all'interno del sistema statunitense: la “mentalità da casinò” che regna a Wall Street e mette a rischio l'intero sistema bancario, le prigioni a gestione privata, il sistema immobiliare, l'enorme influenza esercitata al colosso bancario Goldman Sachs sulle decisioni del governo, la disparità sociale, i bassissimi salari percepiti da un enorme numero di operai, le cosiddette “assicurazioni sul contadino morto”, e le conseguenze dell'iniqua distribuzione del benessere sociale. All'interno del film viene trattata anche la componente religiosa, in relazione alla quale Moore si propone di esaminare se il capitalismo si collochi nell'ottica cristiana ed evangelica come un vero e proprio peccato, nell'intento di mettere in luce la contraddizione alla base del sistema capitalistico stesso, supportato in larga parte da partiti fortemente legati alla religione. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 30 ottobre 2009. La produzione, pubblicizzazione e distribuzione del film ha richiesto un budget di 20 milioni di dollari, mentre gli introiti si sono attestati a circa 23-24 milioni di dollari, di cui quasi 5 dal mercato domestico, mentre nei cinema americani ha ricevuto soli 14 milioni di dollari

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