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La volta della Cappella Sistina contiene un celeberrimo ciclo di affreschi di Michelangelo Buonarroti, realizzato nel 1508-1512 e considerato uno dei capolavori assoluti e più importanti dell'arte occidentale. Commissionato da papa Giulio II fu un'immane sfida per l'artista che, oltre a non sentire la pittura come arte a lui più congeniale (si dichiarò sempre scultore), terminò la complessa decorazione di quasi 500 m² a tempo di record e quasi in solitaria. Il ciclo di affreschi completava iconologicamente le Storie di Gesù e di Mosè realizzate da un team di pittori (tra cui Botticelli, Ghirlandaio, Perugino, Signorelli e Cosimo Rosselli) nel 1481-1482, al tempo di Sisto IV; Michelangelo dipinse infatti sulla volta le storie dell'umanità "ante legem", cioè prima che Dio inviasse le Tavole della Legge a Mosè.
Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano. Protagonista del Rinascimento italiano, già in vita fu riconosciuto come uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Personalità tanto geniale quanto irrequieta, il suo nome è legato ad alcune delle più maestose opere dell'arte occidentale tra cui si devono senz'altro citare il David, il Mosè, la Pietà del Vaticano, la Cupola di San Pietro e il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina, tutti considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo. Lo studio delle sue opere segnò le generazioni successive dando vita, con altri modelli, al manierismo.
Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (Firenze, 2 giugno 1448 – Firenze, 11 gennaio 1494), è stato un pittore italiano. Operò soprattutto nella città natale, divenendo tra i protagonisti del Rinascimento all'epoca di Lorenzo il Magnifico. Verso il 1480 in particolare divenne di fatto il ritrattista ufficiale dell'alta società fiorentina, grazie al suo stile preciso, piacevole e veloce. Capo di una nutrita ed efficiente bottega, in cui mosse i primi passi nel campo dell'arte anche il tredicenne Michelangelo Buonarroti, è ricordato soprattutto per i grandi cicli affrescati, quali alcune scene della Cappella Sistina a Roma, la Cappella Sassetti e la Cappella Tornabuoni nella sua città natale. Domenico fece parte della cosiddetta "terza generazione" del Rinascimento fiorentino, assieme a maestri quali Verrocchio, i fratelli del Pollaiolo (Antonio e Piero) e il giovane Sandro Botticelli. I suoi fratelli David e Benedetto furono pure valenti pittori attivi nella sua bottega, così come il cognato Sebastiano Mainardi da San Gimignano. Anche il figlio Ridolfo fu un importante pittore, attivo nella Firenze tardo-rinascimentale.
Le lunette della Cappella Sistina sono una serie di affreschi di Michelangelo Buonarroti, databili al 1508-1512. Esse coronano le pareti della cappella, a ridosso della volta. Pur non facendone fisicamente parte, esse sono in genere assimilate alla volta negli studi, poiché facenti parte del medesimo programma iconografico e della stessa fase esecutiva. Poste al di sopra degli archi delle finestre, sono oggi quattordici, dopo che due di esse, sulla parete dell'altare, vennero distrutte dallo stesso Michelangelo nel 1537 per fare spazio al Giudizio Universale. Sono dedicate alle quaranta generazioni degli Antenati di Cristo, riprese dal Vangelo di Matteo.
Il Giudizio universale (1535-1541) è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina, una delle più grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonché uno dei più grandi capolavori dell'arte occidentale. L'opera segnò la fine di un'epoca e costituì uno spartiacque della storia dell'arte e del pensiero umano: all'uomo forte e sicuro dell'Umanesimo e del primo Rinascimento, che Michelangelo stesso aveva esaltato negli Ignudi della volta, subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le insicurezze della nuova epoca.
L'arazzo è una forma di arte tessile che si pone a metà strada tra l'artigianato e la rappresentazione artistica. Tecnicamente è un tessuto a dominante di trama (poiché a lavoro finito l'ordito non si vede) realizzato a mano su un telaio e destinato a rivestire le pareti. Solitamente di ampio formato, rappresenta grandi disegni molto dettagliati. Il disegno preparatorio, o cartone, di un arazzo veniva realizzato da un pittore, anche di una certa fama: il risultato finale dipendeva dall'abilità dell'artigiano incaricato dell'esecuzione. Il termine italiano "arazzo" deriva dal nome della città francese di Arras, dove, nel Medioevo, venivano prodotti i migliori arazzi. Oggi viene impropriamente usato per indicare vari manufatti che si appendono ai muri realizzati con tecniche differenti come: il mezzo punto, il telaio Jacquard, il ricamo.
Gli Arazzi di Raffaello per la Cappella Sistina sono un ciclo di dieci arazzi (misure varie) realizzati nella bottega di Pieter van Aelst a Bruxelles su disegno di Raffaello Sanzio, databili al 1515-1519 e conservati nella Pinacoteca Vaticana. Sette cartoni originali sono oggi conservati nel Victoria and Albert Museum di Londra.
Angiolo Orvieto (Firenze, 18 giugno 1869 – Firenze, 1967) è stato un poeta italiano, fondatore e primo direttore nel 1896 della rivista Il Marzocco, presidente tra il 1914 e il '19 della "Società Leonardo Da Vinci", e fondatore nel 1950, con Giorgio La Pira e Arrigo Levasti, dell'"Amicizia Ebraico-Cristiana di Firenze".
L'Adorazione dei pastori è un dipinto tempera su tavola (167x167 cm) di Domenico Ghirlandaio, datato 1485 e conservato nella sua collocazione originaria sull'altare della cappella Sassetti nella basilica di Santa Trinita a Firenze.