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Il tipo di carattere, detto anche fonte (font in inglese), in tipografia e in informatica è un insieme di caratteri tipografici caratterizzati e accomunati da un certo stile grafico o intesi per svolgere una data funzione. Il comune termine inglese font proviene dal francese medioevale fonte, e sta a significare «(qualcosa che è stato) fuso» (dal latino fundere), con riferimento ai caratteri mobili prodotti per la stampa tipografica, ottenuti versando il metallo fuso nella forma contenente la matrice del singolo carattere. Un tipo di carattere consiste di una serie di glifi (immagini) rappresentanti i caratteri appartenenti a un particolare insieme in uno stile o disegno particolare. Un tipo di carattere solitamente contiene un vario numero di singoli simboli, detti glifi, quali lettere, numeri e punteggiatura. I tipi di carattere possono contenere anche ideogrammi e simboli come caratteri matematici, note musicali, segni geografici, icone, disegni e molto altro ancora. Si potrebbe definire la struttura del carattere, nel suo senso più ampio, come una serie di regole di progetto (per esempio di stile, immagine o impressione) all'interno delle quali il progettista può concepire ogni singolo carattere. Questa definizione permette inoltre l'aggiunta di nuovi caratteri con forme preesistenti, per esempio quello aggiunto al momento dell'introduzione dell'euro.
Il sesso (dal latino sexum ovvero diviso o separato, questo a significare, in senso comune, la separazione e la distinzione), nella biologia, è il carattere che permette, negli organismi viventi a riproduzione gamica, di distinguere gli individui appartenenti alla stessa specie in generi differenti. In antropologia e in altre scienze sociali, il termine indica anche il complesso delle attività sessuali o della sessualità. Nelle specie che utilizzano la riproduzione sessuata dioica o partenogenetica si distingue fra femmine e maschi. La femmina produce solo gameti femminili. Dal punto di vista morfologico la femmina si differenzia per le caratteristiche tali da consentire lo scambio o la deposizione dei gameti. Le parti anatomiche destinate a questo scopo sono chiamate apparato riproduttivo. Convenzionalmente viene indicata con il simbolo ♀, rappresentazione stilizzata della mano della dea Venere che sorregge uno specchio. Il maschio invece fornisce il gamete maschile. Dal punto di vista morfologico il maschio si differenzia per le caratteristiche tali da consentire lo scambio o la deposizione dei gameti. Le parti anatomiche destinate a questo scopo sono chiamate apparato riproduttivo. Convenzionalmente viene rappresentato con il simbolo ♂, rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio romano Marte. Non necessariamente ha significato di maschio e femmina. Infatti alcune riproduzioni sono sessuali nel senso di ricongiungimento di corredi genetici separati con gameti di identico tipo (isogamia ad esempio in alcune felci a spore uguali - isosporee), e quindi in tal caso non ha senso definire una parte o l'altra come maschile o femminile. Nella coniugazione dei ciliati, ugualmente, si assiste a fenomeni complessi che in genere portano a definire i diversi organismi coinvolti in termini di polarità piuttosto che suddividendoli nei due generi. Ad ogni modo la specializzazione dei gameti, e di conseguenza la specializzazione degli individui che li recano, è risultata vincente nella evoluzione della maggior parte di tutti i metazoi. La riproduzione sessuale, distinguendola da altre forme come la gemmazione, può essere premiante per il fatto che la separazione in parti e il successivo ricongiungimento del corredo genetico ha favorito enormemente l'evoluzione e lo scambio genetico, aumentando la variabilità.
Il Pi greco è uno dei più importanti numeri irrazionali, quei numeri che non possono essere espressi come rapporto tra numeri interi. Nonostante la maggior parte dei computer si limiti ad approssimarlo con poche cifre decimali, esiste da decenni una corsa, da parte di università, studiosi e centri di ricerca, al calcolo di quante più cifre decimali possibili di pi greco. Data l'irrazionalità del numero non sarà mai possibile calcolarne "tutte" le cifre. Ma, grazie alle possibilità offerte dai moderni computer e allo sviluppo di opportuni metodi numerici, è stato possibile calcolare milioni di cifre decimali esatte.Di seguito vengono riportate le prime centomila cifre dopo la virgola in base decimale. Ciascuna riga è composta da 100 cifre., il numero deve quindi esser letto per righe. Poiché Pi greco è irrazionale, per quanto ci si sforzi risulta impossibile rilevare alcuna periodicità all'interno delle cifre riportate. Ad esempio, copiando le cifre su di un programma per videoscrittura ed avendo l'accortezza di eliminare il carattere di a capo, è possibile osservare che la sequenza 624646, costituita dalle ultime sei cifre considerate, non compare mai precedentemente. Alcuni siti permettono di effettuare verifiche più estese. Però occorre ricordare che l'irrazionalità di un numero può essere dimostrata matematicamente solo mediante un ragionamento logico.
La lingua cinese (漢語T, 汉语S, hànyǔP), nella sua accezione più generica (e non per indicare il cinese moderno standard o un particolare dialetto come lo shanghainese o una famiglia di dialetti come il cantonese, l'Hakka e i Minnan), è una vasta e variegata famiglia linguistica composta da centinaia di varietà linguistiche locali distinte e spesso non mutuamente intelligibili (come ad esempio il dialetto di Pechino e il dialetto cantonese). Queste varianti fanno parte della famiglia delle lingue sino-tibetane, evolutesi a partire dalla fine del III secolo a.C. nell'area geografica grossomodo corrispondente alla Cina continentale durante l'affermazione, espansione e successiva decadenza delle Dinastie Qin e Han (alcuni linguisti, tra cui Bernhard Karlgren, hanno ipotizzato che la diversificazione dei vari dialetti sia avvenuta dopo l'VIII secolo d.C.). Sono dunque note anche come "lingue sinitiche", nate da una probabile divisione del Proto-Sino Tibetano/Trans-Himalayano rispettivamente in ceppo sinitico (lingue delle culture neolitiche e Old Chinese/OC, attestato nel periodo tra la Dinastia Shang e Han e di cui esistono alcune ricostruzioni, e.g. Baxter-Sagart, 2014, ed evoluto in Primo Cinese Medio/EMC, da cui discendono gran parte dei dialetti eccetto per le lingue Bai e il Min, che discendono dall'Old Chinese) e in Tibeto-Birmano (Proto-Tibeto-Birmano, di cui esiste una ricostruzione proposta da James Matisoff. Da esso discende il birmano antico e l'Old Tibetan, da cui derivano le lingue tibetiche). Le lingue sinitiche sono poi suddivisibili in vari gruppi di dialetti (e.g. il Min a cui appartiene l'hokkien, i dialetti Wu a cui appartiene lo shanghainese, lo Yue a cui appartiene il cantonese standard/varietà prestigiosa di Hong Kong...). Già durante l'Old Chinese si registra una suddivisione in varietà locali. Lo standard ISO 639-3 identifica il cinese come un macrolinguaggio. Ciascuna varietà locale del cinese ha comunque delle caratteristiche in comune con le altre: è caratterizzata dal fatto di essere una lingua tonale, isolante (ha perso la morfologia dopo l'Old Chinese), in cui vige l'ordine dei costituenti SVO, la cui evoluzione è stata influenzata e determinata in maniera importantissima dall'esistenza di un sistema di scrittura standard basato sui caratteri cinesi. Il cinese ha la grande pecularità di non avere un alfabeto, ma di essere scritto con un corpus di decine di migliaia di caratteri detti "sinogrammi" o "caratteri cinesi" (i più diffusi comunque sono 3000/3500) nati in origine per essere incisi sulle ossa oracolari messe a crepare sul fuoco per effettuare delle divinazioni (1250 a.C., Dinastia Shang). Sono basati su un sistema di unità minime, i radicali, di cui esistono due versioni/liste/sistemi fondamentali: i 214 radicali Kangxi (康熙部首; 1615, 1716), che sono lo standard pure nelle lingue sino-xeniche, e i loro antenati, i 540 radicali Shuowen (说文解字部首, 100 d.C.). Con queste unità minime, la scrittura, ricerca su dizionari cartacei e digitali e memorizzazione è molto più agevole, come anche la ricerca filologica e paleografica a partire dalle ossa oracolari e dai bronzi del periodo Shang e Zhou, laddove già attestati. La pronuncia viene oggi indicata con un sistema di romanizzazione, il pinyin, che però non è un alfabeto. I caratteri cinesi sono stati pure esportati in Corea, Giappone e Vietnam (hanja, kanji e chu' Nom usati raramente in lingua coreana, tuttora usati in lingua giapponese e in disuso in lingua vietnamita). Queste tre lingue, le lingue sino-xeniche (lingue della sinosfera), ritengono molte caratteristiche della pronuncia in Primo Cinese Medio, come gli stop senza rilascio udibile di suono *-p, *-t e *-k e la codina nasale *-m. Il cinese, stando a Ethnologue 2020, è parlato da 1,3 miliardi di persone e la varietà mandarina/settentrionale ha 1,12 miliardi di parlanti (gran parte lo parla come lingua nativa); quest'ultima è la prima famiglia linguistica con maggior numero di parlanti nativi al mondo. Come parlanti totali, è al secondo posto, appena sotto l'inglese.
I caratteri cinesi tradizionali(繁體字T, 繁体字S, fántǐzìP, letteralmente "Forma complicata dei caratteri")sono, insieme ai caratteri semplificati(簡體字T, 简体字S, JiǎntǐzìP, letteralmente "Forma semplice dei caratteri"), uno dei due modi di scrittura dei caratteri cinesi. L'aggettivo "tradizionali" è da considerarsi un'attribuzione piuttosto recente, in quanto non esisteva fino agli anni cinquanta del Novecento. È in questo periodo che il governo cinese introduce ufficialmente un sistema di scrittura semplificato, dando vita alla divisione tra caratteri cinesi tradizionali e caratteri cinesi semplificati. Il processo di semplificazione dei caratteri comporta la diminuzione dei tratti dei logogrammi oppure la reinvenzione completa di alcuni caratteri, al fine di avere un modello di scrittura più semplice e fruibile. I caratteri semplificati sono impiegati in tutta la Cina continentale e a Singapore, mentre i caratteri cinesi tradizionali vengono tutt'ora usati a Taiwan, Hong Kong e Macao,in Taiwan sono noti come 正體字 (Zhèngtǐzì,forma corretta dei caratteri) e i semplificati come 匪字 ("Caratteri fuorilegge") .