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Edoardo Succhielli (Civitella in Val di Chiana, 2 aprile 1919 – Arezzo, 25 gennaio 2018) è stato un partigiano italiano. Medaglia d'argento al valor militare, è stato un comandante partigiano con il nome di battaglia di “Renzino”.
Domenico Cimarosa (Aversa, 17 dicembre 1749 – Venezia, 11 gennaio 1801) è stato un compositore italiano esponente di spicco del Classicismo; è considerato il maggior musicista italiano della seconda metà del XVIII secolo e uno dei grandi rappresentanti della scuola musicale napoletana. Figura centrale dell'opera italiana, ha dato un notevole sviluppo all'opera buffa. Musicista fecondo ha scritto numerose composizioni tra oratori, messe, musica vocale e strumentale e soprattutto 99 opere liriche di cui la più celebre è Il matrimonio segreto del 1792.
La Coppa Italia 1986-1987 è stata la 40ª edizione della manifestazione calcistica. È iniziata il 24 agosto 1986 e si è conclusa il 13 giugno 1987. La manifestazione è stata vinta per la terza volta dal Napoli, in finale contro l'Atalanta. I partenopei si imposero vincendo tutte le 13 gare disputate (primato rimasto ancora ineguagliato) ed abbinarono la vittoria in Coppa con quella in campionato, impresa fino ad allora riuscita solo al Torino ed alla Juventus. Inoltre è da segnalare una curiosità: i primi tre cannonieri della competizione furono tutti e tre giocatori del Napoli, ossia Giordano, Maradona e Carnevale. La finale raggiunta dall'Atalanta fruttò peraltro ai bergamaschi la seconda iscrizione alla successiva Coppa delle Coppe (essendo peraltro retrocessa in B), essendo il Napoli iscritto di diritto alla Coppa dei Campioni.
Bernardo Melacci (Foiano della Chiana, 19 gennaio 1893 – Nocera Inferiore, 7 dicembre 1943) è stato un anarchico e antifascista italiano. Poeta libertario, perseguitato politico. Figura popolare dell'antifascismo in Valdichiana.
La battaglia del Trasimeno (o anche l'agguato del Trasimeno) è stato uno degli scontri bellici maggiori della seconda guerra punica. È stata combattuta il mattino del 21 giugno 217 a.C. presso le sponde nord-occidentali del Lago Trasimeno tra l'esercito romano, guidato dal Console Gaio Flaminio Nepote, e quello cartaginese al cui comando era Annibale Barca. Annibale voleva decimare le due legioni guidate da Flaminio, che lo stavano seguendo lungo la sua marcia in Etruria, prima che si ricongiungessero con quelle dell'altro console Gneo Servilio Gemino. Scendendo la Val di Chiana in direzione di Roma, il condottiero cartaginese fece accelerare il passo alle sue truppe e giunse con alcune ore di anticipo in prossimità del Lago Trasimeno: decise quindi di deviare verso Est il suo percorso, in direzione di Perugia, poiché aveva individuato, in una valle compresa tra le estreme pendici dei monti di Cortona e il lago, i luoghi adatti per tendere un'imboscata alle legioni romane. Annibale qui si accampò con la fanteria pesante su una collina e dispose gli altri reparti sulle pendici dei colli circostanti, nascosti in modo da sorprendere ai fianchi l'esercito romano e circondarlo. Il console romano arrivò presso le rive del lago quando il sole stava per tramontare e fu costretto ad accamparsi e ad attendere il giorno seguente per riprendere l'inseguimento, ignaro che l'accampamento nemico si trovasse lì vicino, essendo separati solo dai bassi colli di Cortona che si protendono verso il lago. L'indomani i reparti di Annibale erano già pronti all'agguato, quando i Romani all'alba incominciarono a lasciare l'accampamento e, superato uno stretto passaggio tra uno sprone roccioso e le acque del lago, entrarono nella valle immersa nella nebbia, ignari del pericolo incombente, non avendo inviato esploratori in avanscoperta.L'esercito cartaginese conseguì sul campo una vittoria piena avendo colto la maggior parte delle truppe romane ancora in ordine di marcia nel fondo della valle.Le fonti riferiscono della morte in battaglia del console Flaminio e di notevoli perdite romane, mentre quelle cartaginesi furono tra i 1.500 ed i 2.500 soldati, compresi soprattutto nelle file celtiche. La disfatta, la morte di Flaminio, la distanza da Roma dell'altro console Servilio, spinsero i comizi centuriati a nominare dittatore Quinto Fabio Massimo Verrucoso e maestro della cavalleria Marco Minucio Rufo.