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Tamias Illiger 1811 è un genere di Sciuridi comunemente detti scoiattoli striati, tamia o chipmunk.
Salamandra Garsault, 1764 è un genere di anfibi urodeli della famiglia Salamandridae.
I polipi (dal greco πολύς, polýs, "molto" e πούς, poùs, "piede", quindi "dai molti piedi"), sono animali acquatici di diversa taglia appartenenti al phylum degli Cnidaria. I polipi possono essere solitari, come le anemoni di mare, o coloniali, come le madrepore (i coralli costruttori delle barriere coralline).Spesso il termine polipo è usato erroneamente per riferirsi al polpo, che appartiene invece al phylum dei Mollusca.
Il complesso funerario di Djoser (o Zoser), più conosciuto con il generico nome di piramide a gradoni è una struttura funeraria eretta nella necropoli di Saqqara (Egitto), a nord-est dell'antica città di Menfi. Venne eretta per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia, dal suo architetto Imhotep. La piramide è la struttura principale di un vasto complesso funerario costituito da una grande corte circondata da strutture cerimoniali e da strutture decorative con innovazioni realizzate per la prima volta, quali i padiglioni, le colonne scanalate, le edicole, i portici, i propilei, le lesene e il capitello a foglie pendule mai più usato. Considerata la più antica tra quelle egizie, consiste di sei mastabe (di dimensioni decrescenti) costruite una sull'altra e mostrano come il progetto si sia modificato in itinere. L'edificio originale aveva un'altezza di 62 metri ed una base di 109 × 125 metri, per la sua edificazione venne usata pietra calcarea ed è considerato la più antica struttura egizia, di grandi dimensioni, edificata interamente in pietra. Il muro che recintava, come una fortezza, «la dimora di eternità» del sovrano Djoser, è la replica funeraria del Muro Bianco di Narmer ma realizzato in versione semplificata. Alto più di 10 metri, ha una lunghezza totale di circa 1 chilometro e mezzo racchiudendo una superficie di circa 15 ettari con 211 bastioni e 14 false porte oltre all'unico varco d'ingresso situato vicino all'angolo di sud-est che consente l'accesso al corridoio ove inizia il colonnato. Era rivestito con bianchi blocchi calcarei di Tura accuratamente disposti in quello che successivamente diventerà il motivo decorativo a facciata di palazzo.
Il Museo civico di zoologia di Roma, situato in una zona limitrofa al Bioparco, raccoglie la tradizione delle collezioni naturalistiche romane attive presso le corti papali sin dal 1790 e quindi del gabinetto di zoologia dell'Università Pontificia. Venne fondato nel 1932 ed oggi fa parte del sistema dei Musei in Comune. Le collezioni del Museo civico di zoologia hanno un grande valore scientifico con materiali unici in Italia e in Europa. Di notevole importanza è la sezione ornitologica. Il museo, che è ricompreso nell'elenco dei Musei scientifici di importanza nazionale del Ministero per la Università e la Ricerca Scientifica, ospita collezioni entomologiche, malacologiche, osteologiche, ornitologiche, erpetologiche, ittiologiche e relative ai mammiferi per oltre quattro milioni di esemplari. Il museo possiede un patrimonio di circa 5 milioni di esemplari conservati, che vanno dalle conchiglie di Molluschi di pochi millimetri alla balenottera di 16 metri. Tali collezioni derivano in parte da una convenzione con l'allora Regia Università di Roma (oggi “La Sapienza”) che raccoglievano anche le prestigiose raccolte dell'Archiginnasio Pontificio, in parte dalle donazioni fatte dopo la sua istituzione. Tuttavia la maggior parte di questo immenso patrimonio viene custodito in particolari magazzini, ed è a disposizione dei ricercatori che facciano richiesta per studiarli oppure viene esposto in particolari occasioni. Il museo rappresenta dunque un vero e proprio archivio della biodiversità, oltre che un patrimonio per tutta la comunità. Il tema conduttore alla base del nuovo percorso espositivo è la biodiversità nel mondo animale. Attraverso le sale di amori bestiali, vivere al limite, la barriera corallina, le zone umide della campagna romana, la collezione Arrigoni degli Oddi di uccelli, i mammiferi, gli anfibi e i rettili, fino allo scenografico salone degli scheletri, utilizzando anche strumenti multimediali e multisensoriali, i visitatori potranno conoscere le diverse forme animali e capirne l'origine e gli adattamenti a molteplici tipi di ambiente. Spiccano tra le collezioni di malacologia i circa 3 milioni di pezzi del Marchese di Monterosato, che comprende anche la collezione del Brugnone.
Le linci (genere Lynx Kerr, 1792) sono dei Felidi appartenenti alla sottofamiglia Felinae. Si distinguono facilmente dai loro simili per la faccia incorniciata da favoriti, le orecchie triangolari terminanti con un ciuffo di peli neri e il corpo dotato di una corta coda e di lunghe zampe. Inoltre, possiedono solo 28 denti, invece che 30 come tutti gli altri felini. Nel corso del tempo la tassonomia delle linci ha subito numerose variazioni, e i diversi taxa sono stati considerati sottospecie o specie a tutti gli effetti a seconda del periodo. A partire dalla fine del XX secolo vengono riconosciute come tali quattro specie: la lince canadese (Lynx canadensis), la lince eurasiatica (Lynx lynx), la lince iberica (Lynx pardinus) e il bobcat o lince rossa (Lynx rufus). Il caracal, che morfologicamente ricorda una lince, è stato a lungo classificato all'interno del genere Lynx e viene ancora oggi chiamato «lince del deserto». Le linci, esclusive dell'emisfero settentrionale, hanno come habitat prediletto la foresta boreale. Considerate specie largamente diffuse, ad eccezione della lince iberica, gravemente minacciata, sono tra i pochi felini che presentano una popolazione stabile. Sebbene occupassero un ruolo importante nella mitologia amerindia, le linci erano quasi sconosciute in Europa, dove avevano la reputazione di bestie feroci.
In biologia, ai fini della tassonomia, la famiglia è uno dei livelli di classificazione scientifica degli organismi viventi e di altre entità biologiche, quindi della zoologia, della botanica, della protistologia, micologia, batteriologia, virologia.
Il Brocken (o Blocksberg) è la più alta vetta (1 142 metri) delle montagne dell'Harz, in Germania, comprese tra i fiumi Weser ed Elba, situata nel territorio comunale di Schierke. Nonostante la sua bassa altezza, tende ad essere coperto dalla neve da settembre a maggio, e foschia e nebbia lo avvolgono per quasi 300 giorni all'anno. Il suo microclima ricorda quello di montagne prossime ai 2 000 metri di altezza. Il picco, nelle leggende locali, ha una lunga storia di associazioni con le streghe e il diavolo, che risalgono a ben prima che la montagna venisse menzionata nel Faust. Oggi il Brocken forma parte di un parco nazionale, ed ospita uno storico giardino botanico di piante di montagna, fondato nel 1890. Un treno a vapore a scartamento ridotto porta i turisti da Wernigerode alla stazione sulla cima. La montagna presenta inoltre numerosi percorsi per escursioni. Le stazioni radio e televisive fanno grande uso del Brocken. La vecchia torre televisiva ha una piattaforma di osservazione aperto ai turisti. Per ulteriori informazioni si veda Torre televisiva del Brocken.
Arvicola Lacepede, 1799 è un genere di roditori della famiglia Cricetidae.