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Il Museo civico di zoologia di Roma, situato in una zona limitrofa al Bioparco, raccoglie la tradizione delle collezioni naturalistiche romane attive presso le corti papali sin dal 1790 e quindi del gabinetto di zoologia dell'Università Pontificia. Venne fondato nel 1932 ed oggi fa parte del sistema dei Musei in Comune. Le collezioni del Museo civico di zoologia hanno un grande valore scientifico con materiali unici in Italia e in Europa. Di notevole importanza è la sezione ornitologica. Il museo, che è ricompreso nell'elenco dei Musei scientifici di importanza nazionale del Ministero per la Università e la Ricerca Scientifica, ospita collezioni entomologiche, malacologiche, osteologiche, ornitologiche, erpetologiche, ittiologiche e relative ai mammiferi per oltre quattro milioni di esemplari. Il museo possiede un patrimonio di circa 5 milioni di esemplari conservati, che vanno dalle conchiglie di Molluschi di pochi millimetri alla balenottera di 16 metri. Tali collezioni derivano in parte da una convenzione con l'allora Regia Università di Roma (oggi “La Sapienza”) che raccoglievano anche le prestigiose raccolte dell'Archiginnasio Pontificio, in parte dalle donazioni fatte dopo la sua istituzione. Tuttavia la maggior parte di questo immenso patrimonio viene custodito in particolari magazzini, ed è a disposizione dei ricercatori che facciano richiesta per studiarli oppure viene esposto in particolari occasioni. Il museo rappresenta dunque un vero e proprio archivio della biodiversità, oltre che un patrimonio per tutta la comunità. Il tema conduttore alla base del nuovo percorso espositivo è la biodiversità nel mondo animale. Attraverso le sale di amori bestiali, vivere al limite, la barriera corallina, le zone umide della campagna romana, la collezione Arrigoni degli Oddi di uccelli, i mammiferi, gli anfibi e i rettili, fino allo scenografico salone degli scheletri, utilizzando anche strumenti multimediali e multisensoriali, i visitatori potranno conoscere le diverse forme animali e capirne l'origine e gli adattamenti a molteplici tipi di ambiente. Spiccano tra le collezioni di malacologia i circa 3 milioni di pezzi del Marchese di Monterosato, che comprende anche la collezione del Brugnone.
Le linci (genere Lynx Kerr, 1792) sono dei Felidi appartenenti alla sottofamiglia Felinae. Si distinguono facilmente dai loro simili per la faccia incorniciata da favoriti, le orecchie triangolari terminanti con un ciuffo di peli neri e il corpo dotato di una corta coda e di lunghe zampe. Inoltre, possiedono solo 28 denti, invece che 30 come tutti gli altri felini. Nel corso del tempo la tassonomia delle linci ha subito numerose variazioni, e i diversi taxa sono stati considerati sottospecie o specie a tutti gli effetti a seconda del periodo. A partire dalla fine del XX secolo vengono riconosciute come tali quattro specie: la lince canadese (Lynx canadensis), la lince eurasiatica (Lynx lynx), la lince iberica (Lynx pardinus) e il bobcat o lince rossa (Lynx rufus). Il caracal, che morfologicamente ricorda una lince, è stato a lungo classificato all'interno del genere Lynx e viene ancora oggi chiamato «lince del deserto». Le linci, esclusive dell'emisfero settentrionale, hanno come habitat prediletto la foresta boreale. Considerate specie largamente diffuse, ad eccezione della lince iberica, gravemente minacciata, sono tra i pochi felini che presentano una popolazione stabile. Sebbene occupassero un ruolo importante nella mitologia amerindia, le linci erano quasi sconosciute in Europa, dove avevano la reputazione di bestie feroci.
I castori (Castor Linnaeus, 1758) sono un genere di roditori semiacquatici, unici rappresentanti viventi della famiglia dei castoridi (Castoridae, un tempo molto più diffusa), noti per l'abilità con la quale costruiscono dighe.
Arvicola Lacepede, 1799 è un genere di roditori della famiglia Cricetidae.