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Nel ciclo arturiano, la Tavola Rotonda era il tavolo del castello di Camelot a cui i Cavalieri e Re Artù sedevano per discutere questioni di cruciale importanza per il reame. In alcune versioni, anche il Mago Merlino aveva un posto. Alcune opere del ciclo arturiano attribuiscono la creazione della Tavola Rotonda allo stesso Merlino, ma non mancano altre versioni.
Con materia di Bretagna, definita anche ciclo bretone, o ciclo arturiano, in virtù del suo eponimo, s'indica l'insieme delle leggende sui Celti e la storia mitologica delle Isole britanniche e della Bretagna, in particolar modo quelle riguardanti re Artù e i suoi cavalieri della Tavola Rotonda. Oggi la materia di Bretagna viene considerata come una delle più famose saghe mai esistite, che hanno contribuito all'immaginario classico medievale, e come uno dei più grandi precursori del genere letterario che oggi conosciamo come Fantasy.
La montagna della Tavola (in inglese Table Mountain, in afrikaans Tafelberg) è un rilievo di 1086 m del Sudafrica nella provincia del Capo Occidentale; sovrasta Città del Capo, nel cui territorio comunale si trova interamente ricompresa. La parte frontale, rivolta verso la città, è lunga circa tre chilometri e sostanzialmente diritta; il versante opposto ha una morfologia notevolmente più complessa. La cima della montagna è spesso avvolta da una coltre di nubi che, coerentemente col nome della montagna ("montagna-tavolo"), viene chiamata "tovaglia"; è formata dall'umidità che sale dalla Falsa Baia, a est.
I cavalieri della tavola rotonda (Knights of the Round Table) è un film del 1953 diretto da Richard Thorpe, ispirato alle leggende arturiane. Tra i protagonisti figurano: Robert Taylor nel ruolo di Sir Lancillotto Del Lago (Lancelot of the Lake), Mel Ferrer nel ruolo di Artù Pendragone (King Arthur Pendragon), Ava Gardner nel ruolo di Ginevra. È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1954.
I Cavalieri del Re sono stati un gruppo musicale italiano, tra i più conosciuti tra quelli specializzati in sigle di cartoni animati. Il maggiore successo del gruppo è stata la sigla per il cartone animato Lady Oscar, pubblicato nel 1982. Il singolo sfiorò quasi il milione di copie vendute, conquistando il settimo posto nella classifica settimanale dei singoli, divenendo una delle sigle più famose della televisione italiana. Tra le altre sigle celebri Kimba, il leone bianco (attribuito a La mamma di Jonathan), Sasuke, L'Uomo Tigre (attribuito al solo Riccardo Zara), Coccinella, Lo specchio magico, Yattaman, La ballata di Fiorellino, Gigi la trottola, Chappy, Devil man, Ransie la Strega e altre. Il gruppo era composto da Riccardo Zara, sua moglie Clara Maria Teresa Serina, il figlio Jonathan Samuel Zara e Guiomar Serena Serina, sorella minore di Clara. Il batterista Walter Scebran ed il chitarrista e bassista Gino Panariello, seppure non presenti nei crediti ufficiali del gruppo, presero parte in alcune occasioni all'incisione delle sigle.. Clara Serina ha dichiarato in un'intervista che il gruppo, rimasto attivo ufficialmente fino al 1986, si sciolse non per sua volontà, ma a causa del fatto che la Fininvest avesse assunto il monopolio nell'ambito dei cartoni animati giapponesi, comprandoli in blocco dal Giappone, concentrando nelle mani di una ristretta cerchia di autori ed interpreti interni alla Five Record, etichetta discografica delle emittenti berlusconiane, la realizzazione delle sigle televisive, bloccando così di fatto il mercato e impedendo al gruppo di continuare a svolgere il suo lavoro. Il gruppo fu presente anche in altre pubblicazioni discografiche di grande successo e di diversi generi sia in qualità di coristi che di tecnici del suono, coadiuvati da Riccardo Zara in qualità di arrangiatore e produttore. Realizzarono tra gli altri la serie di album Italian Carnaval, Nillamix per Nilla Pizzi, due album per il pupazzo animato Rockfeller, manovrato dal ventriloquo José Luis Moreno, e due album per la cantante di culto Maria Sole.
Il cavaliere errante è una figura della letteratura cavalleresca medievale. L'aggettivo "errante" (cioè viaggiatore, girovago) indica come il cavaliere vagabondava per vasti territori in cerca di avventure, o allo scopo di dimostrare il proprio valore, ad esempio in un pas d'armes. La prima apparizione nota del termine "cavaliere errante" fu nel poema del XIV secolo Sir Gawain e il Cavaliere Verde: quando Sir Gawain giunge al castello di Sir Bercilak de Haudesert dopo lunghi viaggi, l'autore anonimo narra che Sir Bercilak "haylsed the knygt erraunt" (ovvero, "diede il benvenuto al cavaliere errante"). Al di la della rappresentazione letteraria i cavalieri erranti erano l'espressione di quella parte dell'aristocrazia feudale che si era impoverita nel corso dei grandi rivolgimenti avvenuti nel periodo storicizzabile come di passaggio tra l'alto e il basso medioevo. Secondo lo storico Franco Cardini "Il cavaliere errante, figura romantica dell’esistenza effettiva del quale molti hanno dubitato, era una realtà: ma assai meno "bella" (per quanto, dal punto di vista storico, non meno affascinante) di quanto non vorrebbero farci credere i romanzi cavallereschi scritti fra il XII e il XVI secolo. Nella pratica, doveva trattarsi di poveracci che, brigantaggio a parte, non avevano altra risorsa che l’ingaggio mercenario presso qualche potente. Per questo ceto di guerrieri, la Spagna costituiva una risorsa tradizionale, e non necessariamente dalla parte dei cristiani: non era raro il caso di guerrieri cristiani al servizio degli emiri arabo-ispanici o magrebini."