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La politica dell'acqua in Giappone è quel complesso di decreti, leggi e provvedimenti che gli organi amministrativi giapponesi attuano nella gestione e salvaguardia delle risorse idriche, nell'approvvigionamento dell'acqua potabile, nella depurazione e nel trattamento delle acque reflue e nello sviluppo e manutenzione delle infrastrutture legate ai servizi igienico-sanitari. Il Giappone ha nel mondo uno dei livelli più bassi di dispersione nella distribuzione dell'acqua e supera regolarmente i rigorosi standard della qualità dell'acqua potabile e delle acque reflue trattate. Il 100% della popolazione giapponese ha accesso a una fonte d'acqua migliorata e nel 2013 il 76,3% aveva accesso al sistema fognario pubblico (下水 gesui?) mentre nelle aree rurali o quantomeno al di fuori delle grandi città si utilizzava principalmente un sistema a fosse settiche (浄化槽 jōkasō?). Il Paese nipponico deve comunque affrontare alcune sfide quali la diminuzione della popolazione, il calo degli investimenti, i vincoli fiscali, l'invecchiamento dei servizi e della forza lavoro, la suddivisione delle responsabilità legate al servizio idrico integrato tra le migliaia di operatori gestiti dai comuni, la vulnerabilità di alcune parti del Paese colpite dalla siccità e l'aumento probabile del numero di queste ultime a causa del cambiamento climatico.
Il termine internazionale pallet, in italiano paletta (o più specificamente paletta di carico) e definito in forma colloquiale anche come bancale, pedana o pancale, è una struttura piatta sui cui vengono posate merci. Un pallet è il fondamento strutturale di un'unità di carico che consente la movimentazione e lo stoccaggio per mezzo di strumenti come carrelli elevatori, transpallet, e analoghi. Dalla sua invenzione nel corso del ventesimo secolo, l'uso del pallet ha via via sostituito i sistemi più antichi di stoccaggio, come scatole in legno e barili. Nonostante il materiale più utilizzato per i pallet rimanga il legno, esistono anche pallet in plastica, metallo o materiale riciclato.
La guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo) è stato un conflitto bellico iniziato il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti d'America, e terminato il 18 dicembre 2011 col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall'esercito americano su delega governativa statunitense. L'obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l'oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria. Questo obiettivo di invadere l'Iraq fu raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramutò abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere (che agevolò le componenti sciite maggioritarie). I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la missione italiana denominata «Antica Babilonia» alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione nº 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza. Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono (con modalità e tempistiche differenti) il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche. La guerra è proseguita a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
L'esternalizzazione, anche detta outsourcing (parola inglese traducibile letteralmente come "approvvigionamento esterno"), è in economia e organizzazione aziendale, l'insieme delle pratiche adottate dalle imprese o dagli enti pubblici di ricorrere ad altre imprese per lo svolgimento di alcune fasi del proprio processo produttivo o fasi dei processi di supporto. Il ritorno delle fasi del processo produttivo all'interno dell'azienda (inhouse) sono chiamate backsourcing. All'inizio oppure alla fine dell'esternalizzazione si verificano spesso situazioni di sovrapposizione chiamate internalizzazione.
Nel 2016 l'energia nucleare in Francia ha generato il 72,3% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese. Nel marzo 2010, sono presenti in questa nazione 19 centrali elettronucleari in funzione che dispongono complessivamente di 58 reattori operativi, 1 in costruzione e 7 dismessi. Vi sono anche altre 4 centrali elettronucleari chiuse, 3 con un reattore ciascuna (EL-4 a Monts d'Arrée e le due centrali autofertilizzanti veloci Phénix e Super-Phénix rispettivamente a Chusclan e Codolet e a Creys-Mépieu) e 1 con due reattori (Marcoule sull'omonimo sito a Languedoc-Roussillon).
Con energia nucleare (detta anche energia atomica), si intende l'energia prodotta a seguito di tutti quei fenomeni fisici in cui si hanno trasformazioni nei nuclei atomici, detti reazioni nucleari.È una forma di energia che deriva da modifiche della struttura stessa della materia e, insieme alle fonti rinnovabili e alle fonti fossili, rappresenta una fonte di energia primaria, ovvero presente in natura e non derivata dalla trasformazione di un'altra forma di energia, per quanto sia stata considerata dalla Commissione europea non rinnovabile. Benché rappresenti in gran parte una forma di energia pulita dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera, alternativa ai tradizionali combustibili fossili, presenta diversi altri problemi ambientali e di pubblica sicurezza per quanto riguarda i fenomeni connessi alle scorie radioattive, che possono mantenersi tali per circa diecimila anni. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA, International Atomic Energy Agency) si occupa di promuovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare e di impedirne l'utilizzo per scopi militari, svolgendo funzioni di sorveglianza e controllo sulla sicurezza degli impianti nucleari esistenti e in realizzazione o progettazione.
Corrado Clini (Latina, 17 luglio 1947) è un dirigente pubblico italiano. Dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 ha ricoperto l'incarico di Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare del governo Monti.
L'acquedotto pugliese è l'infrastruttura pubblica di approvvigionamento idrico-potabile della regione Puglia e di alcuni comuni della Campania.