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Centro di studi metodologici di Torino

Il Centro di studi metodologici fu costituito ufficialmente a Torino nel gennaio del 1948 con lo scopo di condurre ricerche sui rapporti fra logica, scienza, tecnica e linguaggio, e diventò in breve tempo il principale centro di diffusione dell'epistemologia, in particolare del neopositivismo, sia pure entro un'ottica di ripensamento critico generale e di radicale apertura metadisciplinare e multiculturale rivolta a uno studio comparato delle tecniche. Alla presidenza del Centro venne chiamato l'ingegnere Prospero Nuvoli. I promotori del Centro furono Nicola Abbagnano, Eugenio Frola, Ludovico Geymonat, Prospero Nuvoli, Enrico Persico e Enrico Buzzati Traverso che nell'estate del 1945 avevano dato l'avvio ad una serie di incontri informali tra matematici, biologi, filosofi e logici per scambiare idee su questioni generali e particolari di metodo, riguardanti le scienze e le discipline che ognuno di essi coltivava, dall'analisi matematica alla storia della filosofia, alla logica matematica ed alla fisica teorica. In seguito altri eminenti studiosi, tra i quali il filosofo Norberto Bobbio ed il matematico Piero Buzano, parteciparono a quegli incontri che ancora oggi vengono ricordati come l'origine del Centro. Nell'inverno del 1946 a Palazzo Carignano prese l'avvio una lunga serie di conversazioni pubbliche inaugurate dal filosofo Ludovico Geymonat, e nel 1947 fu pubblicato da De Silva il libro Fondamenti logici della scienza che raccoglieva i testi di quelle conversazioni. Nella prefazione i curatori, pur ammettendo di non aver raggiunto tra loro una perfetta identità di vedute, ritenevano di aver conseguito qualcosa di cui si sentivano fondamentalmente d'accordo: il modo di interpretare le proposizioni della scienza e il valore da attribuirsi a questa proposizioni. In seguito quelle conversazioni pubbliche continuarono presso l'Unione Culturale e la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Torino e vi presero parte numerosi studiosi tra i quali Picone, Ceccato, De Finetti, Severi, Spirito, Magni, Gasparri, Zaccagnini, Di Fenizio, Dienes dell'Università di Leicester, Gonseth del Politecnico di Zurigo, e Curry del Pennsylvania State College (oggi Pennsylvania State University). In un secondo libro intitolato Saggi di critica delle scienze vennero raccolti una serie di altri interventi mentre si stava curando la preparazione di un terzo volume grazie ai numerosi contributi finanziari di privati, enti e società.

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