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Umberto Buscioni (Pistoia, 13 luglio 1931 – Pistoia, 6 maggio 2019) è stato un pittore italiano.
Con il termine Scuola di Pistoia (coniato nel 1966 dal critico Cesare Vivaldi sulle pagine della rivista Collage) si indicano tradizionalmente tre-quattro artisti attivi nel capoluogo toscano tra il 1964 e il 1969: Roberto Barni (Pistoia, 30 settembre 1939), Umberto Buscioni (Pistoia, 13 luglio 1931 – Pistoia, 6 maggio 2019) e Gianni Ruffi (Firenze, 15 febbraio del 1938), cui spesso si aggiunge il nome dell'architetto Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020). Pur traendo ispirazione dal territorio comune della Pop Art, le strade dei quattro si allontanano presto dagli stereotipi e le une dalle altre; Barni prosegue con ironia terminale nella ricerca sull'uomo e sulla bestia. Buscioni si lascia guidare dai colori e dalla composizione del Pontormo verso una nuova interpretazione del quotidiano; Ruffi sceglie un percorso poetico e stralunato, costruito spesso su giochi di parole e doppi sensi.
Enrico Crispolti (Roma, 18 aprile 1933 – Roma, 8 dicembre 2018) è stato uno storico dell'arte, accademico e critico d'arte italiano.
Maurizio Calvesi (Roma, 18 settembre 1927 – Roma, 24 luglio 2020) è stato un critico d'arte, storico dell'arte e accademico italiano.Professore emerito nell'Università di Roma La Sapienza, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia Clementina di Bologna, era considerato uno dei più autorevoli storici dell'arte novecentesca in Italia.Curò diverse mostre e scrisse numerosi saggi e articoli sulla storia dell’arte del Rinascimento, del Barocco e del XX secolo.
Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020) è stato un architetto italiano. Era considerato uno degli iniziatori dell'architettura radicale, di cui tracciò le origini nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra. .
Questa è una lista di persone presenti nell'enciclopedia che hanno il prenome Umberto, suddivise per attività principale.
Palazzo Fabroni è il museo di arte contemporanea della città di Pistoia.
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura. Intellettuale controverso e discusso, ma anche ammirato per il suo stile di scrittura, fu studioso di filosofia, di religione, critico letterario e acceso polemista, narratore e poeta, divulgatore del pragmatismo e delle avanguardie storiche come il futurismo e il post-decadentismo. Passò da una posizione all'altra su più fronti, sempre insoddisfatto e inquieto: si convertì dall'anticlericalismo e dall'ateismo accesi al cattolicesimo con punte di eterodossia e intransigenza; passò dal maledettismo e dall'interventismo convinto (prima del 1915) all'avversione verso la guerra. Negli anni trenta, dopo essere passato dall'individualismo al conservatorismo, aderisce infine al fascismo, mantenendo comunque un'avversione verso il nazismo e pentendosi poi del razzismo. Morì nel 1956 di malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica di tipo bulbare), che lo affliggeva dal 1952. Pressoché rimosso dalla grande letteratura dopo la scomparsa principalmente per le sue scelte ideologiche, fu apprezzato e rivalutato in seguito; nel 1975, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges lo definì un autore "immeritatamente dimenticato".