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Vittoria Accoramboni (Vittoria Accoramboni, duchesse de Bracciano) è un racconto non firmato di Stendhal, pubblicato per la prima volta il 1º marzo 1837 sulla Revue des deux Mondes.
Vittoria Accoramboni (Gubbio, 15 febbraio 1557 Padova, 22 dicembre 1585) stata una nobildonna italiana. Moglie di Francesco Peretti, nipote di papa Sisto V, fu dapprima l'amante e poi la seconda moglie di Paolo Giordano I Orsini, duca di Bracciano e gi marito di Isabella de' Medici. Dopo l'assassinio del primo marito e la morte di Isabella, Vittoria si spos pi di una volta con Paolo Giordano. Tuttavia anche il secondo marito mor e lei eredit un cospicuo patrimonio, ma venne ben presto assassinata da dei sicari. Della morte fu accusato Lodovico Orsini del ramo di Monterotondo, luogotenente di Paolo Giordano, che fu giustiziato senza processo per ordine della Repubblica di Venezia.La vita dell'Accoramboni e la sua tragica fine ispirarono molti intellettuali, tra i quali si ricorda il drammaturgo inglese John Webster e la sua tragedia Il diavolo bianco (The White Devil).
Padova (AFI: /ˈpadova/, ; Pàdova, Pàdoa, anticamente anche Pàva in veneto; Patavium in latino) è un comune italiano di 208 874 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Veneto. È il terzo comune della regione per popolazione dopo Verona e Venezia e il più densamente popolato; costituisce il fulcro dell'area metropolitana più popolosa del Veneto, con circa 407 000 abitanti. Secondo l'Eneide virgiliana, la città sarebbe nata per mano di Antenore, principe troiano (Virgilio, Eneide, 1,247 - 249), nell'anno 1185 a.C., una tradizione che fa di Padova una delle più antiche città della penisola, e la più antica del Veneto. Sebbene la fondazione sia leggendaria i dati archeologici hanno confermato l'antichissima origine della città, sviluppatasi tra il XIII e XI secolo a.C. e legata alla civiltà dei Veneti antichi. La città è stata una delle capitali culturali del Trecento: le testimonianze pittoriche del XIV secolo - tra tutte, il ciclo di Giotto alla Cappella degli Scrovegni - la rendono nodo cruciale negli sviluppi dell'arte occidentale. Lo splendore artistico trecentesco fu uno dei frutti del gran fervore culturale, favorito dalla signoria dei Carraresi, che fecero di Padova uno dei principali centri del preumanesimo. A Padova, tra il XIV secolo e il XV secolo si sviluppò in concomitanza con Firenze una imponente corrente culturale votata all'antico che tramuterà nel Rinascimento padovano, e influenzerà la compagine artistica dell'intera Italia settentrionale del Quattrocento. Dal 1222 è sede di una prestigiosa università che si colloca tra le più antiche del mondo. Sede vescovile a capo di una delle diocesi più estese ed antiche d'Italia è universalmente conosciuta anche come la città del Santo, appellativo con cui viene chiamato a Padova sant'Antonio, il famoso francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse in città per alcuni anni e vi morì il 13 giugno 1231. I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, importante meta di pellegrinaggio della cristianità e uno dei monumenti principali cittadini. Antonio è uno dei quattro santi patroni della città con Giustina, Prosdocimo e Daniele. A Padova si venerano pure le reliquie di san Luca, san Mattia (entrambi gli apostoli riposerebbero presso la basilica di Santa Giustina) e san Leopoldo Mandić. Nel 1829, Padova fu la sede del primo Convitto Rabbinico, importante istituzione dell'ebraismo italiano. Nel 1524, a Padova fu costruito per la prima volta dopo l'età classica uno spazio interamente dedicato alle rappresentazioni teatrali, la Loggia Cornaro; mentre il 25 febbraio 1545 si costituì legalmente, con atto notarile, una compagnia di comici teatranti, la prima testimonianza al mondo di una società di commedianti professionisti, nascita simbolica della Commedia dell'Arte. La bisbetica domata, commedia di William Shakespeare, è ambientata a Padova.
Paolo Giordano I Orsini (Bracciano, 1º gennaio 1541 – Salò, 13 novembre 1585) fu un militare e nobile italiano, primo duca di Bracciano dal 9 ottobre 1560 sino alla morte. Il 28 gennaio 1556 sposò Isabella de' Medici, figlia di Cosimo I de' Medici e di Eleonora di Toledo. L'improvvisa e misteriosa morte della celebre moglie diede origine alla "leggenda nera" di Casa Medici e su Paolo Giordano ricadde l'accusa di averla assassinata. Tuttavia, recenti studi e ricerche hanno svelato che Isabella non morì affatto uccisa dal marito, ma molto più semplicemente cessò di vivere per una ostruzione alle vie biliari e urinarie.
I Musei civici di Padova, noti anche come Musei civici agli Eremitani, sono un complesso museale situato in piazza Eremitani nella città di Padova. I musei civici raggruppano il Museo archeologico e il Museo d'arte medioevale e moderna. Dal 1985 è ospitato nei chiostri dell'ex convento dei frati eremitani, restaurati secondo il progetto degli architetti Franco Albini e Franca Helg. Da alcuni anni fa parte dei musei civici anche il prospiciente palazzo Zuckermann, che ospita il Museo di arti applicate e il Museo Bottacin. Il nucleo più antico del museo è l'antica collezione dei Canonici Lateranensi di San Giovanni di Verdara resa pubblica nel 1784. Il Convento di San Giovanni fu soppresso nel 1783 e le raccolte artistiche furono assegnate al Comune. Dopo le soppressioni di enti religiosi avvenute in epoca napoleonica, il nome del Museo fu dato nel 1825 alla raccolta di iscrizioni venetiche, greche e romane che l'abate Furlanetto aveva esposto nelle logge del Palazzo della Ragione. È annessa al complesso la cappella degli Scrovegni con il celebre ciclo di affreschi di Giotto. Recentemente, nel piano nobile del Caffè Pedrocchi, è stato allestito il Museo del Risorgimento e dell'età contemporanea. Nel 2012 è stato visitato da 256.471 persone.
Il Martirio e trasporto del corpo decapitato di san Cristoforo è un affresco staccato di Andrea Mantegna (base 664 cm) della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova, databile al 1454-1457. A partire da questa prova le architetture dipinte da Mantegna acquistarono un tratto illusionistico che fu una delle caratteristiche base di tutta la sua produzione.
Giusto de' Menabuoi (Firenze, 1330 circa – Padova, 1390 circa) è stato un pittore italiano. Giusto de' / De' // dei Menabuoi o semplicemente Menabuoi, di probabile ma non documentata formazione giottesca, interpretata in senso soprattutto coloristico e spaziale, divenne pittore alla corte dei da Carrara. Perseguendo uno stile proprio, arcaizzante, lontano dalle cadenze gotiche, con un marcato realismo che lo distingue dai contemporanei Altichiero e Jacopo Avanzi, non lascerà traccia nello sviluppo della successiva pittura veneta.
La chiesa di sant'Agostino era un grande edificio religioso duecentesco che si innalzava ai piedi del Ponte di Sant'Agostino sulla Riviera di Sant'Agostino - ora Riviera Paleocapa - a Padova. Era la chiesa del contiguo convento dei Domenicani. Fu uno dei principali luoghi di culto della Padova trecentesca. Venne rasa al suolo nel 1819 su ordinanza del governo austriaco.
La basilica abbaziale di Santa Giustina è un importante luogo di culto cattolico di Padova, situato in Prato della Valle. Prima dell'anno 1000 l'annesso monastero fu luogo di culto da prima dipendenza episcopale e poi affidato ad una comunità di monaci benedettini che ne fecero un'importante abbazia. Nel XV secolo fu sede della grande riforma dell'abate Ludovico Barbo che portò alla fondazione della Congregazione cassinese. Sino alle soppressioni napoleoniche fu una della maggiori abbazie della cristianità e la basilica, ricostruita nel XVI secolo, è tuttora uno degli edifici più grandi del mondo. L'intero complesso è proprietà dello Stato italiano. Al suo interno, oltre alle celebri opere di Paolo Veronese, Sebastiano Ricci, Luca Giordano e della famiglia Corbarelli, si venerano le reliquie insigni dei santi Innocenti, san Luca evangelista, san Mattia apostolo, san Prosdocimo, S. Felicità Vergine e dei SS. Innocenti, san Giuliano, sant'Urio, beato Arnaldo da Limena, san Massimo e della santa titolare, Giustina. Papa Pio X la elevò al rango di basilica minore.