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Santo Stefano (già Santo Stefano a Campi) è una frazione del comune italiano di Campi Bisenzio, nella città metropolitana di Firenze, in Toscana. Si tratta della più popolosa delle cinque frazioni che compongono l'agglomerato urbano di Campi Bisenzio, tant'è che costituendo il centro del comune è comunemente chiamata Campi dalla popolazione.
La strage del Palazzo Comunale di Campi Bisenzio avvenne il 2 settembre 1944, lo stesso giorno in cui le truppe statunitensi entrarono nella cittadina, dopo che le truppe tedesche la notte del 31 agosto 1944 erano uscite da Campi Bisenzio in fase di ritiro dirigendosi verso Prato, In quel pomeriggio festoso, due carri armati americani si erano sistemati davanti al Palazzo Comunale in piazza Dante e attorno si era radunata una folla desiderosa di festeggiare e ringraziare i liberatori. I soldati alleati, vedendo sempre di più ingrossare la calca, iniziarono a chiedere ai cittadini di allontanarsi, dato il pericolo che poteva venire dalle batterie tedesche ancora collocate sul Monte Morello o sulle colline di Calenzano, ancora occupata (sarebbe stata liberata il 6). Verso le 17 una prima salva di granate cadde sull'abitato ma la mira era ancora imprecisa e le esplosioni caddero in una zona allora non edificata ("campo di Verghina"; dove oggi è Piazza 8 marzo); i soldati statunitensi e i patrioti antifascisti locali sollecitarono ancora i campigiani ad allontanarsi ma subito dopo due granate caddero proprio sulla piazza, una a lato l'altra centro la porta d'ingresso del comune, centinaia di schegge andarono a colpire i cittadini ed i due mezzi blindati. Nella tragica esplosione persero la vita dodici campigiani ed un soldato statunitense; si contarono inoltre molti feriti gravi, tra cui alcuni rimasti invalidi. Le vittime della tragedia furono: Bacci Gino, 26 anni, della frazione di San Lorenzo Fabbri Mario, 28 anni, di Campi Lombardi Franco, di soli 8 anni, di Campi Mazzanti Remigio, 34 anni, della frazione di Santa Maria Monni Livio, 51 anni, di Campi Palloni Edelfino, 56 anni, di Campi Palloni Gustavo, 36 anni, di Campi Palloni Vezio, 23 anni, della frazione di San Martino Panerai Renato, 41 anni, della frazione di Santa Maria Paoletti Dino, 69 anni, di Campi Paoli Agostino, 51 anni, di Campi Tarabusi Piero, 21 anni, di Campi Soldato Charlie Bishop, dell'esercito USA
La chiesa di San Lorenzo a Campi è la parrocchiale dell'omonimo quartiere del comune di Campi Bisenzio, situato nella parte occidentale del comune, oltre il fiume Bisenzio.
La Val di Bisenzio si estende nella parte centro-settentrionale della provincia di Prato, insinuandosi a nord tra i rilievi dell'Appennino Tosco-Emiliano e a sud nel cuore della piana pratese e fiorentina, inoltrandosi parzialmente nella provincia di Firenze. L'area geografica si estende lungo il corso del fiume Bisenzio, uno dei principali affluenti di destra del fiume Arno, e occupa, da nord a sud, i territori comunali di Vernio, Cantagallo e Vaiano nell'area appenninica, Prato, Campi Bisenzio e Signa nella piana. Comunemente, comunque, per Val di Bisenzio si intende sola la parte superiore del corso d'acqua, fino allo sbocco in pianura a Prato. la parte successiva fa parte più propriamente della piana pratese e fiorentina, in cui non è possibile riconoscere caratteri geografici, morfologici o storici specifici all'area occupata dal Bisenzio.
San Martino (già San Martino a Campi) è una frazione del comune italiano di Campi Bisenzio, nella città metropolitana di Firenze, in Toscana. Si tratta di una delle cinque frazioni che compongono l'agglomerato urbano di Campi Bisenzio, tant'è che viene comunemente considerata dalla popolazione come un quartiere della città.
L'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 fa parte di una serie di straripamenti del fiume Arno che hanno mutato, nel corso dei secoli, il volto della città di Firenze. Avvenuta nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966 fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo che causò forti danni non solo a Firenze, ma anche a Pisa, in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il Paese. Diversamente dall'immagine che in generale si ha dell'evento, l'alluvione non colpì solo il centro storico di Firenze, ma l'intero bacino idrografico dell'Arno, sia a monte sia a valle della città. Sommersi dalle acque furono anche diversi quartieri periferici della città come Rovezzano, Brozzi, Peretola, Quaracchi, svariati centri del Casentino e del Valdarno in Provincia di Arezzo, del Mugello (dove straripò anche il fiume Sieve), alcuni comuni periferici come Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa e Signa (dove strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e praticamente tutti i torrenti e fossi minori) e varie cittadine a valle di Firenze, come Empoli e Pontedera. Dopo il disastro, le campagne rimasero allagate per giorni, e molti comuni minori risultarono isolati e danneggiati gravemente. Nelle stesse ore, sempre in Toscana, una devastante alluvione causò lo straripamento del fiume Ombrone, colpendo gran parte della piana della Maremma e sommergendo completamente la città di Grosseto. Nel frattempo, altre zone d'Italia vennero devastate dall'ondata di maltempo: molti fiumi del Veneto, come il Piave, il Brenta e il Livenza, strariparono, e ampie zone del Polesine furono allagate portando anche all'alluvione di Venezia; in Friuli lo straripamento del Tagliamento coinvolse ampie zone e comuni del suo basso corso, come Latisana; in Trentino la città di Trento fu investita pesantemente dallo straripamento dell'Adige.