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La medicina estetica è una branca medica, a carattere internistico, che si occupa di migliorare la qualità della vita di chi vive un disagio per un inestetismo. Inoltre propone un programma di prevenzione e terapia dell'invecchiamento generale e cutaneo e si occupa della correzione degli inestetismi dell'intero organismo.
L‘estetica giapponese è considerata una parte integrante della cultura nipponica e della vita quotidiana dei giapponesi. Sebbene questi ultimi abbiano avuto per molti secoli una grande produzione artistica, la disciplina filosofica corrispondente all'estetica occidentale non venne studiata sino alla fine del XIX secolo. L'estetica giapponese è quindi un insieme di ideali tradizionali, tutti nati prima che tale disciplina fosse istituita formalmente: mono no aware (il pathos delle cose), wabi (sommessa e austera bellezza), sabi (patina rustica), shibusa (che coniuga ruvidità e raffinatezza), yūgen (profondità misteriosa), iki (stile raffinato) e kire (taglio) sono alcuni di questi ideali, la maggior parte dei quali accomunati dalla nozione buddhista (in particolare Zen) della transitorietà ed evanescenza della vita.A partire dal secondo dopoguerra altri ideali estetici hanno fatto la loro comparsa nel Paese nipponico, alcuni ispirati dalla stessa cultura giapponese e dalle sue numerose sub-culture (kawaii e superflat), altri invece influenzati dal periodo storico in cui essi sono comparsi (gutai).
La cosiddetta cellulite (chiamata anche "lipodistrofia ginoide", pannicolopatia edemato fibrosa", "adiposis edematosa", "pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica", "dermopanniculosis deformans", "status protrusus cutis", "liposclerosi", "pelle a buccia d'arancia", "pelle a trapunta") è una manifestazione topografica della pelle associata a depressioni o introflessioni, frequenti nella zona pelvica e addominale, nei fianchi, sui glutei e nelle cosce. Può manifestarsi anche associata a noduli nel tessuto adiposo sottocutaneo e in casi più rari ad un sospetto stato infiammatorio.Il termine "cellulite", ormai globalmente utilizzato, fu introdotto in Francia nel 1922 da Alquier e Paviot descrivendola come inestetismo creando però una potenziale ambiguità e confusione con il termine cellulitis con cui nella letteratura medica inglese si descrive una infezione cancrenosa dei tessuti sottocutanei. Alquier e Paviot descrivevano una distrofia dei tessuti mesenchimiali senza alcun elemento flogistico.Circa una decina di anni dopo Laguese la descrisse come una malattia dell'ipoderma caratterizzata da edema interstiziale e aumento del grasso sottocutaneo. Nürnberger e Müller, da una ampia indagine istologica, 150 autopsie e 30 soggetti viventi, non rilevarono alcun fenomeno di edema o di fibrosi associato alla cellulite.La grande confusione sul nome da dare alla cellulite riflette la difficoltà di comprendere correttamente la natura del fenomeno. "Nonostante il grande interesse nel trattamento di questa condizione e l'enorme mercato per trattamenti topici volti a migliorare il suo aspetto, la cellulite è ancora una condizione enigmatica e un non-argomento di importanza minore, ammesso che ne abbia qualcuna, per i ricercatori medici". "La grande quantità di nonsensi pseudoscientifici che circolano in relazione alla cellulite rendono il soggetto poco attraente per ogni serio gruppo di studio".Una revisione delle ricerche scientifiche pubblicate nel periodo dal 1978 ad aprile 2011 conclude che si tratta di un "fenomeno fisiologico o con basi fisiologiche, caratteristico della donna, di origine multicausale che molti fattori possono scatenare, perpetuare o peggiorare". L'opinione medica prevalente, specie nel mondo anglosassone, è che nel complesso si tratti di una "condizione normale di molte donne".