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Il Welsh Springer Spaniel è una razza canina di origine gallese. Predecessore di tutti gli Spaniel, è un cane da caccia ed è dotato di una buona agilità fisica.
Lo Springer Spaniel Inglese è una razza canina di antica origine inglese. È un cane da cerca e da riporto, molto abile anche nell'acqua. Il nome "springer" deriva dall'inglese "spring", che significa molla, ed è stato adottato in virtù della prerogativa del suo lavoro, che è quello di far "saltare" la selvaggina (forzarla a palesarsi, e senza fermarla). Tutti gli Spaniel, sotto questo aspetto, sono "springer", ma questa definizione venne usata per definire il ceppo che è il capostipite di questa famiglia.
Collare elettrico è un termine usato per descrivere una famiglia di collari per l'addestramento dei cani (anche chiamati ecollars, collari di addestramento a distanza, collari elettronici) che inviano scosse di varia intensità e durata al collo di un cane (possono anche essere applicati in altre parti sul corpo del cane) tramite due elettrodi in metallo che premono sulla cute del cane. Alcuni modelli di collari elettrici includono anche un tono o una vibrazione, in alternativa o in combinazione con lo shock elettrico. Altri includono funzionalità di localizzazione sonora (beeper e collare addestramento) e GPS per localizzare il cane. Originariamente utilizzati alla fine degli anni sessanta per addestrare i cani da caccia, i primi collari avevano una grande potenza di scossa mal gestita. I modelli attuali invece sono in grado di fornire livelli di corrente elettrica ad intensità molto bassa. I collari elettrici sono facilmente disponibili e sono stati utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, tra cui la correzione di comportamenti sgraditi o dannosi, l'addestramento all'obbedienza, il contenimento di un animale in un territorio (ad esempio un giardino), ma anche impieghi militari per i cani poliziotti, cani per individuare esplosivi o droga, cani da difesa. La sicurezza dei collari elettrici è oggetto di dibattito e ci sono opinioni diverse in proposito. Alcuni paesi hanno adottato divieti o controlli sul loro uso. Le organizzazioni per i diritti degli animali sostengono attivamente il divieto di utilizzo e di vendita di tali apparecchi. Altri vogliono solo restrizioni sulla loro vendita, altri ancora una regolamentazione del loro impiego (ad esempio solo alle forze dell'ordine o ad addestratori professionisti). Alcuni addestratori professionisti e le loro organizzazioni si oppongono al loro utilizzo mentre altre lo sostengono. In Italia vengono impiegati dai cacciatori per evitare che i loro cani rincorrano delle prede non cacciabili coi cani da seguita, come ad esempio i caprioli. Si evidenzia che dalla recente giurisprudenza emerge che l'impiego del collare elettrico per fini di addestramento configura l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 727 c.p., soprattutto il comma II laddove è prevista una sanzione per coloro i quali detengano gli animali in condizioni incompatibili con la loro natura o tali da arrecare loro gravi sofferenze mentre, invece, l'impiego del collare elettrico con emissioni di scariche antiabbaio configura la diversa ipotesi di maltrattamento di animali, sanzionata dall'art. 544 ter c.p. in quanto detta condotta sottopone il cane a condizioni tali da renderlo soggetto ad insostenibili fatiche che ben potrebbero condurlo all'incrudelimento o comunque a condizioni diametralmente opposte alle sue caratteristiche etologiche.
Il cane (Canis lupus familiaris Linnaeus, 1758) è un mammifero appartenente all'ordine Carnivora, della famiglia dei canidi. Con l'avvento dell'addomesticamento si è distinto dal lupo di cui è considerato una sottospecie (o, da alcuni autori, una forma neotenica). Si tratta di un canino dalla taglia piccola a grande con una plasticità fenotipica molto variabile. Il mantello può essere corto o lungo, ispido o morbido, liscio o riccio, con una borra (sottopelo) di cui molte razze fanno la muta. Il colore varia dal bianco a sfumature grigie o nere, talvolta ritenendo una forma di controilluminazione ancestrale, con una superficie superiore scura ed inferiore chiara. La testa può essere brachicefala, mesaticefala o doligocefala. La coda varia in forma e lunghezza, essendo persino assente in certe razze. Alcune razze dispongono d'un quinto dito vestigiale sugli arti posteriori.
Il cane da traccia partecipa all'attività di recupero di animali feriti o morti dopo essere fuggiti, sia in ambito venatorio, quindi per quanto riguarda gli ungulati, sia in ambiti incidentali, ad esempio per gli investimenti automobilistici di ovini, bovini e caprini. Attraverso il fiuto il cane segue le tracce ematiche perse dall'animale selvatico sul terreno: le tracce sono necessarie per il recupero dell'animale fuggito, che verrebbe altrimenti perso dal cane da seguita. Il cane da traccia lavora su tutti i terreni e climi: solo in caso di neve alta è difficile che riesca a lavorare. Il cane da traccia si distingue dagli altri tipi di cani da caccia perché opera solo dopo lo sparo, a distanza di alcune ore fino a 48 ore, e per la dote di non lasciarsi confondere o distrarsi da altre piste. L'inserimento del cane da traccia indica una corretta e seria attività venatoria, in quanto permette il recupero di animali feriti.
Il barbone è una razza canina di origine francese. Nei tempi antichi, grazie al suo fiuto e alla sua predisposizione a stare in acqua, il barbone era impiegato nella caccia alle anatre come cane da riporto in acqua: il suo nome francese "caniche" deriverebbe infatti da "canard" (che significa appunto "anatra") oppure da chien canne (cane da canna); in tedesco ("Pudel") e in inglese ("poodle") il nome deriva dall'arcaico tedesco "pudeln" che significa letteralmente "lanciarsi nell'acqua".Contrariamente al suo utilizzo antico, il barbone viene oggi posto nel IX gruppo della classificazione FCI (Federation cynologique internationale), cioè nella categoria dei cani da compagnia.
L'akita (秋田犬? akita-inu o akita-ken) è una razza giapponese di cani da lavoro utilizzati sia per la guardia che per la caccia. Viene ufficialmente chiamato semplicemente akita, in quanto "inu" e "ken" significano "cane" in giapponese.