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La filosofia del linguaggio si occupa del linguaggio umano e dei suoi sistemi di comunicazione. Poiché indaga le relazioni tra linguaggio, pensiero e realtà la filosofia del linguaggio si pone al confine con altre discipline quali la psicologia, metafisica, l'epistemologia, la logica, la linguistica, la semiotica. Studia quindi il rapporto tra segno e significato e la capacità umana di usarli nella comunicazione.
In semiotica, il segno è definito "qualcosa che sta per qualcos'altro, a qualcuno in qualche modo". È considerato una unità discreta di significato: un sistema, composto da un segnale, una referenza e un referente, che rinvia ad un contenuto. La semiotica studia la capacità del segno di dare la possibilità a chi interpreta di comprenderne il contenuto. Secondo Louis Hjelmslev, il segno può essere definito anche come espressione di un contenuto. Secondo Charles Peirce un sinonimo di sign è representamen. Secondo Ferdinand de Saussure, il segno è l'unione di significante e significato.
Roberto Dionigi (Barletta, 1941 – Bologna, marzo 1998) è stato un filosofo e accademico italiano. Docente di Filosofia Teoretica all'Università di Bologna, si è occupato principalmente di Nietzsche e Wittgenstein.
Pánta rheî o Panta rei (in greco antico: πάντα ῥεῖ, "tutto scorre") è un celebre aforisma attribuito a Eraclito (ma in realtà mai esplicitamente formulato in ciò che dei suoi scritti conosciamo) con cui la tradizione filosofica successiva ha voluto identificare sinteticamente il pensiero di Eraclito riguardo al tema del divenire, in contrapposizione con la filosofia dell'essere propria di Parmenide.
Ermogene (greco: Ἑρμογένης; ... – ...) è stato un filosofo greco antico, vissuto nel V-IV secolo a.C.; era un figlio di Ipponico e fratello del ricco Callia. È uno degli interlocutori di Socrate e Cratilo nel dialogo di Platone Cratilo. Secondo Diogene Laerzio fu uno degli insegnanti di Platone, anche se nessun altro scrittore antico ne fa riferimento. Benché appartenesse alla famosa famiglia di Callia, secondo Senofonte era un individuo con poche risorse economiche; ciò potrebbe significare che fosse un figlio illegittimo di Ipponico. Platone, nel dialogo citato, suggerisce che fosse stato ingiustamente privato della sua proprietà dal fratello Callia.