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La Triplice alleanza fu un patto militare difensivo stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna dagli imperi di Germania e Austria-Ungheria (che già formavano la Duplice alleanza) e dal Regno d'Italia. Inizialmente fu voluta principalmente dall'Italia desiderosa di rompere il suo isolamento dopo l'occupazione francese della Tunisia alla quale anch'essa aspirava. Successivamente, con il mutarsi della situazione in Europa, l'alleanza fu sostenuta soprattutto dalla Germania desiderosa di isolare politicamente la Francia. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, l'Italia, dopo un lungo percorso di avvicinamento e di accordi con la Francia, con il Regno Unito e con la Russia, in forza dell'articolo 4 del trattato, dichiarò la sua neutralità. Nel 1915 la Triplice intesa propose all'Italia, in cambio della sua entrata in guerra contro l'Austria, ampliamenti territoriali a scapito di Vienna e una posizione di dominio nell'Adriatico. Lo stesso anno l'Italia rifiutò le inferiori proposte dei governi di Vienna e Berlino, denunciò la Triplice alleanza ed entrò nel conflitto contro l'Austria. Il posto dell'Italia nella Triplice alleanza venne preso dall'Impero ottomano, che già da molti anni aveva instaurato buoni rapporti diplomatici con la Germania e l'Austria.
I Trattati della Triplice alleanza furono una serie di accordi conclusi dal 1882 al 1912 da Germania, Austria-Ungheria e Regno d'Italia. Essi regolarono il patto militare difensivo della Triplice alleanza, che fu rinnovato quattro volte con la stipula di trattati specifici: nel 1887, 1891, 1902 e nel 1912. L'alleanza fu invece rinnovata senza modifiche agli accordi due volte, nel 1896 e nel 1908. Benché differenti fra loro, i cinque trattati conservarono lo spirito del primo: un patto difensivo di neutralità e mutua assistenza, che ponesse le tre parti contraenti in sicurezza di fronte ai probabili comuni nemici: la Francia innanzi tutto, ma anche la Russia.
Con la definizione sistema bismarckiano o politica bismarckiana si fa riferimento alla politica estera dell'impero tedesco e all'evolversi dell'intreccio delle relazioni tra gli stati come conseguenza del ruolo centrale esercitato da Otto von Bismarck in quanto cancelliere imperiale, a partire dalla fondazione del II Reich nel 1871, fino alla rimozione dello stesso Bismarck dall'incarico governativo nel 1890. Otto von Bismarck-Schönhausen raggiunse la carica di cancelliere nel 1862. Per risolvere la crisi politica e contrastare il rafforzamento della maggioranza liberale alla camera bassa Guglielmo I scelse un esponente di spicco dell'aristocrazia Junker, votata fortemente ad una politica conservatrice e nazionalista. In quell'anno il neocancelliere dichiarò al parlamento che "non con discorsi, né con le delibere della maggioranza si risolvono i grandi problemi della nostra epoca, ma col sangue e col ferro". Con queste parole Bismarck inaugurò un nuovo modo di fare politica, introducendo un elemento nuovo nel vocabolario della gestione dello Stato: il concetto di realpolitik. Da quel momento la Prussia avrebbe agito non più sulla base delle costruzioni teoriche, ma avrebbe ricorso ai rapporti di forza. Tale condotta spregiudicata, risolutamente decisa a sfidare anche le regole costituzionali e diplomatiche, avrebbe avuto un ruolo fondamentale non solo nel contesto della politica interna prussiana, ma anche e soprattutto sul piano dei rapporti con gli altri stati all'interno dello scenario europeo.
Con la rivoluzione di luglio, nota anche come rivoluzione del 1830, seconda rivoluzione francese, tre giornate di Parigi e Trois Glorieuses in francese, avvenuta a Parigi nelle giornate del 27, 28 e 29 luglio 1830, fu rovesciato l'assolutista Carlo X, ultimo sovrano della dinastia dei Borbone, e sostituito da Luigi Filippo, il re della monarchia di luglio. Dopo un lungo periodo di crisi ministeriali prima, parlamentari poi, re Carlo X tentò un colpo di mano anti-costituzionale emanando le «ordinanze di Saint-Cloud» il 25 luglio 1830. In reazione il movimento di opposizione si trasformò rapidamente in rivoluzione repubblicana: il popolo parigino si sollevò, eresse le barricate e affrontò le truppe comandate dal maresciallo Marmont in combattimenti che provocarono almeno ottocento morti fra gli insorti e circa duecento fra i soldati. Carlo X e la famiglia abbandonarono Parigi. I deputati liberali, in maggioranza monarchici, presero le redini della rivoluzione popolare e conservarono la monarchia costituzionale al prezzo di un cambiamento di dinastia. La casa d'Orléans, ramo cadetto di quella di Borbone, succedette sul trono di Francia con Luigi Filippo, proclamato «re dei Francesi» e non più «re di Francia». La rivoluzione del 1830 non provocò rivolgimenti istituzionali né in Francia né in Europa, a parte il caso del Belgio, ma per la prima volta dal tempo della rivoluzione del 1789 un'ondata di rivoluzioni popolari attraversò l'Europa.
Questa pagina raccoglie tutte le cause della prima guerra mondiale, quindi gli eventi della politica estera tra le potenze continentali che condussero all'esplosione della prima guerra mondiale nel luglio del 1914. Cronologicamente, gli eventi qui riportati vanno circa dagli anni '70 dell'Ottocento agli anni '10 del Novecento.