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Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898) è stato un politico tedesco, soprannominato il Cancelliere di Ferro (in tedesco der Eiserne Kanzler). Nel 1865 fu insignito del titolo di conte di Bismarck-Schönhausen, il 21 marzo 1871 di principe di Bismarck e nel 1890 di duca di Lauenburg. Fu Primo ministro del Regno di Prussia dal 1862 al 1890. Nel 1867 divenne il capo del governo della Confederazione Tedesca del Nord. Nel 1871 fu l'artefice della nascita dell'Impero tedesco, divenendone il primo Cancelliere. Benché promotore di riforme in campo assistenziale, fu avversario dei socialisti. In politica estera, dopo il 1878 creò un sistema di alleanze che, determinando un equilibrio di forze in Europa, riuscì a isolare la Francia e a contenere le dispute fra Austria e Russia, e fra Austria e Italia. Bismarck portò inoltre la Germania a rivaleggiare con la Gran Bretagna in campo economico e a divenire la prima potenza militare del continente.
Questa pagina raccoglie tutte le cause della prima guerra mondiale, quindi gli eventi della politica estera tra le potenze continentali che condussero all'esplosione della prima guerra mondiale nel luglio del 1914. Cronologicamente, gli eventi qui riportati vanno circa dagli anni '70 dell'Ottocento agli anni '10 del Novecento.
La guerra franco-prussiana (in tedesco Deutsch-Französischer Krieg, in francese Guerre Franco-Allemande o Guerre Franco-Prussienne) fu combattuta dal 19 luglio 1870 al 10 maggio 1871 tra il secondo Impero francese (e, dopo la caduta del regime, dalla terza Repubblica francese) e la Confederazione Tedesca del Nord (guidata dal Regno di Prussia), alleata con i regni tedeschi del sud di Baden, Baviera e Württemberg. Il conflitto segnò l'esplodere della tensione tra le due potenze, andata accrescendosi in seguito al fallimento del progetto di Napoleone III di annessione del Lussemburgo, evento che causò la fine di un rapporto relativamente bilanciato con la Prussia di Otto von Bismarck. I contrasti si erano fatti più accesi a causa della crescente influenza, per nulla tollerata da Parigi, esercitata dalla Prussia sugli Stati tedeschi a sud del fiume Meno appartenenti all'ex Confederazione germanica e del ruolo guida prussiano esercitato all'interno della Confederazione della Germania del Nord, creata nel 1867 dopo la vittoria prussiana nella guerra contro l'Impero austriaco. La guerra franco-prussiana fu il più importante conflitto combattuto in Europa tra l'epoca delle guerre napoleoniche e la prima guerra mondiale, e si concluse con la completa vittoria della Prussia e dei suoi alleati. La conseguenza più rilevante fu la creazione dell'Impero tedesco, che mantenne un ruolo di grande autorevolezza nelle relazioni politiche internazionali dei decenni successivi. La débâcle francese determinò anche la fine del Secondo impero di Napoleone III e, con il crollo di questo, la temporanea subalternità del ruolo francese rispetto alle altre potenze del consesso europeo. Indirettamente, la sconfitta ebbe ripercussioni anche nella penisola italiana: il governo sabaudo approfittò della fine del Secondo impero, tradizionalmente protettore dei territori pontifici, per conquistare Roma il 20 settembre 1870 (Breccia di Porta Pia). La fine del periodo imperiale significò per la Francia l'inizio di un regime repubblicano, che - per dimensioni ed influenza - divenne il più importante tra quelli allora esistenti nel continente.
La locuzione grande potenza, nel linguaggio storico-diplomatico, indica uno Stato capace di esercitare la sua influenza a livello mondiale. È un concetto di creazione europea, utilizzato sin dal Congresso di Vienna, ma è stato successivamente esteso all'ambito globale delle relazioni internazionali. Tra le grandi potenze attuali, secondo lo schema convenzionale, si annoverano Cina, Stati Uniti, Francia, Russia e Regno Unito. Questi cinque paesi sono i vincitori della seconda guerra mondiale e godono pertanto del potere di veto all'interno del consiglio di sicurezza dell'ONU, dove sono inoltre gli unici membri permanenti. I paesi del P5 sono riconosciuti ufficialmente come potenze nucleari dalla comunità internazionale. Germania, Giappone ed Italia persero il conflitto mondiale e con esso lo status di grande potenza, ma lo riottennero qualche decennio più tardi. Giappone ed Italia dovettero rinunciare al seggio permanente di cui disponevano nella Società delle Nazioni, mentre la Germania fu divisa in diverse zone di occupazione. Il Giappone, reduce dai Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, rinunciò al diritto di dichiarare guerra. Simili disposizioni furono inserite nelle costituzioni di Germania ed Italia, che però decisero di aderire alla condivisione nucleare della NATO acquisendo così un enorme potere dissuasivo di ritorsione contro ogni minaccia nel mondo. Germania, Giappone ed Italia tornarono ad essere grandi potenze dopo il loro miracolo economico post-bellico. A seguito della loro piena riabilitazione politica ed industriale, le ex-potenze dell'asse furono invitate da Francia, UK e USA a prendere parte al primo vertice del G6 nel 1975, che si allargherà al Canada l'anno successivo generando il G7 e che include grandi potenze. Lo scenario internazionale, con i relativi rapporti di forza, è mutato con la grande recessione e la nascita del gruppo BRICS, un acronimo che indica principali nazioni di recente industrializzazione. I paesi del G7 e parte dei BRICS (Cina, India e Brasile) includono i dieci stati di maggiore importanza industriale riconosciuti dall'ILO, agenzia specializzata dell'ONU. Le economie avanzate e quelle di recente industrializzazione hanno poi creato un canale di dialogo nel più ampio forum del G20, dove anche l'America Latina, il Medio Oriente e l'Anello del Pacifico godono di rappresentanza. Non tutte le grandi potenze sono eguali tra loro in peso politico, economico, o militare: gli Stati Uniti sono ad esempio riconosciuti come l'unica Superpotenza del mondo, mentre la Cina è considerata una potenziale superpotenza. Nonostante i notevoli cambiamenti avvenuti dal 1945 ad oggi, la composizione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU è rimasta invariata. Germania, Giappone, India e Brasile hanno formalmente richiesto di entrare a far parte del gruppo dei membri permanenti con potere di veto nel CdS dell'ONU, formando il G4. L'Italia (assieme ad altri paesi tra cui il Canada, la Spagna e la Corea) ha formato lo Uniting for consensus, un blocco di diplomazie che ha l'obiettivo di limitare il potere di veto e di impedire l'aumento dei membri permanenti in favore di membri semi-permanenti. Al momento sia la proposta di riforma dello "Uniting for Consenus" che quella del G4 sembrano avere poche possibilità di riuscita, essendo necessari i 2/3 dei voti nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
I fratelli Cairoli sono stati dei patrioti italiani, di Pavia, e figure di spicco del Risorgimento. Figli di Carlo Cairoli (1776-1849), erede di agiati proprietari terrieri lomellini, medico, professore di chirurgia all'Università di Pavia, podestà di Pavia nel corso del Governo Provvisorio del 1848 e di Adelaide Bono (1806-1871), figlia di un prefetto di Milano sotto Napoleone, poi conte dell'Impero. Furono scolari affezionatissimi dell'illustre professor Giambattista Pertile, loro precettore, che sarebbe stato eletto magnifico rettore dell'Università di Pavia nel 1846. Benedetto (1825-1889) - partecipò alla spedizione dei Mille, dove fu gravemente ferito. Dopo l'unità d'Italia prese parte alla vita politica, ricoprì la carica di presidente della Camera e fu Presidente del Consiglio nel 1878 e di nuovo dal 1879 al 1881. Rachele (1826-1856) sposò nel 1852 Ugo Brunati Emilia (1827-1855) Carolina (ca.1830 - 1836) morta a sei anni: Ernesto (1833-1859) - morto tra i Cacciatori delle Alpi nella Battaglia di Varese Luigi (1838-1860) - morto a Cosenza di tifo durante la Spedizione dei Mille Enrico (1840-1867) - partecipò alla spedizione dei Mille; morto allo Scontro di villa Glori il 23 ottobre del 1867. Giovanni (1841-1869) - morto in seguito alle ferite riportate nello Scontro di villa GloriEnrico e Giovanni parteciparono alla Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma al seguito di Giuseppe Garibaldi nel 1867 con la spedizione a Villa Glori. Cimeli e oggetti a loro appartenuti sono nel Museo nazionale della campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana. Giovanni morì l'11 settembre 1869, in Belgirate, nella casa estiva di sua madre Adelaide. Nel libro di Michele Rosi I Cairoli, L. Capelli Ed., Bologna, (1929) pp. 223–224) si trova scritto: Negli ultimi momenti gli parve vedere Garibaldi e fece vista di accoglierlo con trasporto. Udii (così narra un amico presente) che disse tre volte: "L'unione dei francesi ai papalini fu il fatto terribile!" pensava a Mentana. Chiamò più volte Enrico, suo fratello, 'perché lo aiutasse!' poi disse: "ma vinceremo di certo; andremo a Roma!"In cima a Villa Glori, vicino a dove morì Enrico, c'è una semplice colonna dedicata ai Cairoli ed ai loro 70 compagni. Sul Pincio, vicino a Villa Medici (Accademia di Francia), c'è un altro monumento di bronzo con Giovanni che sostiene con un braccio il morente Enrico (salita la scalinata di Piazza di Spagna, il monumento si trova un centinaio di metri a sinistra). Dietro al monumento sono iscritti i nomi dei loro compagni. Nel 1873 Benedetto sposò Elena Sizzo Noris (1845-1920), erede di una nobile famiglia trentina. La famiglia Cairoli è sepolta a Gropello Cairoli in provincia di Pavia nel Sacrario che è Monumento Nazionale nei pressi della Villa abitata per lungo tempo dalla famiglia stessa.
Ferdinando I d'Asburgo-Lorena, nome completo Ferdinando Carlo Leopoldo Giuseppe Francesco Marcellino d'Asburgo-Lorena (Vienna, 19 aprile 1793 – Praga, 29 giugno 1875), è stato imperatore d'Austria e re d'Ungheria (come Ferdinando V) dal 2 marzo 1835 al 2 dicembre 1848.
La crisi di luglio fu la grave crisi politica e diplomatica che precedette e segnò l'inizio della prima guerra mondiale. Scaturì dall'assassinio dell'erede al trono d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando avvenuto il 28 giugno del 1914. Dell'attentato il governo di Vienna ritenne responsabili alcuni militari e funzionari della Serbia. Nei giorni che seguirono, la Germania, convinta di poter localizzare il conflitto, pressò l'alleato austro-ungarico affinché aggredisse al più presto la Serbia. Solo la Gran Bretagna avanzò una proposta di conferenza internazionale che non ebbe seguito, mentre le altre nazioni europee si preparavano lentamente al conflitto. Quasi un mese dopo l'assassinio di Francesco Ferdinando, l'Austria-Ungheria inviò un duro ultimatum alla Serbia che venne rifiutato. Di conseguenza, il 28 luglio 1914, l'Austria-Ungheria dichiarò guerra al Regno di Serbia determinando l'irrimediabile acuirsi della crisi e la progressiva mobilitazione delle potenze europee per il gioco delle alleanze tra i vari stati. La Russia, in nome dell'amicizia etnica ed economica con la Serbia, iniziò la mobilitazione del proprio esercito. Allarmata dalla mobilitazione della Russia, la Germania le dichiarò guerra il 1º agosto 1914 e, seguendo lo schema del piano Schlieffen, due giorni dopo attaccò la Francia. Si era ormai alla guerra mondiale. Con l'invasione tedesca del Belgio anche la Gran Bretagna il 4 agosto dichiarò guerra alla Germania. La diplomazia aveva ormai lasciato il posto alle armi.
La Bismarck fu una nave da battaglia tedesca della seconda guerra mondiale, così battezzata in onore del cancelliere del XIX secolo Otto von Bismarck (1815-1898). È famosa per l'affondamento dell'incrociatore da battaglia Hood e per la caccia successiva che le venne data e che portò al suo affondamento. Eponima della classe Bismarck, l'unica altra unità della stessa classe fu la Tirpitz.