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I movimenti ereticali sono movimenti religiosi ritenuti eterodossi rispetto alla teologia della Chiesa cattolica nel corso della propria storia. Questi gruppi di fedeli nacquero spesso con l'intento di un risveglio spirituale, per reazione alla ricchezza ritenuta eccessiva del clero, all'allontanamento dalle Scritture e al coinvolgimento nella politica della Chiesa di Roma. Tali movimenti furono accusati di eresia e perseguitati.
Con il termine misterici, dal greco "mysterion" (μυστήριον) poi latinizzato in "mysterium" si indicano i culti di carattere esoterico che affondano le loro radici nelle antiche iniziazioni primitive, e che si diffusero in tutto il mondo greco antico e mediorientale, con un particolare sviluppo in età ellenistica e successivamente in romana. Si differenziavano dalle religioni ufficiali, perché si trattava di riti esercitati da gruppi ristretti, entro i quali era vietato l'accesso ai comuni profani. Venivano praticati spesso nei templi, il cui aspetto esteriore era quello di scuole, dove la conoscenza costituiva un tutt'uno con la disciplina pratica, i cui segreti erano custoditi e insegnati da cerchie riservate di maestri-sacerdoti.
La religione è quell'insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l'essere umano, o una comunità, nell'esperienza di ciò che viene considerato sacro, in modo speciale con la divinità, oppure è quell'insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell'insieme, entrano a far parte di un determinato culto religioso. Va tenuto presente che «il concetto di religione non è definibile astrattamente, cioè è al di fuori di una posizione culturale storicamente determinata e di un riferimento a determinate formazioni storiche». Lo studio delle "religioni" è oggetto della "Scienza delle religioni" mentre lo sviluppo storico delle religioni è oggetto della "Storia delle religioni".
L'eresia è una dottrina considerata come deviante da un movimento religioso appartenente alla stessa tradizione. Il termine, fuori dall'ambito religioso, viene utilizzato in senso figurato per indicare un'opinione o una dottrina filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.