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Winnie the Pooh è un personaggio immaginario protagonista di una omonima serie di romanzi per ragazzi ideata da Alan Alexander Milne. Inizialmente tradotto con il nome italianizzato Ninni Puf, è anche noto come Winnie Puh, Winny-Puh, Winny Puh, Winnie Pooh e Winnie-the-Pooh (con trattini). Dalla serie di romanzi vennero tratte trasposizioni cinematografiche e televisive e il personaggio, insieme ai vari comprimari della serie, divenne protagonista di un vasto merchandising.Il personaggio, un orsacchiotto antropomorfo, esordì in un racconto pubblicato da Milne nell'edizione natalizia del London Evening News; in seguito divenne l'episodio iniziale del romanzo omonimo del 1926; altri episodi furono raccontati via radio. Il successo dell'iniziativa fu tale che Milne fu spinto a raccogliere i racconti migliori per realizzarne un romanzo per bambini, Winnie Puh, che venne pubblicato nel 1926, riscuotendo molto successo di pubblico e di critica. Seguirono poi nel 1927 la raccolta di poesie Winnie the Pooh. Ora abbiamo sei anni (Now We Are Six) e poi, nel 1928, il secondo romanzo della serie, La strada di Puh (The House at Pooh Corner). Tutte le storie di Winnie scritte da Milne furono illustrate da Ernest H. Shepard, che per ispirarsi frequentò per qualche tempo la casa di Milne, avendo modo di osservare i pupazzi di Christopher Robin e il boschetto vicino alla casa (divenuto, nel romanzo, il Bosco dei Cento Acri). Nel 1929 Milne vendette i diritti sui personaggi ideati a Stephen Slesinger e, nel 1961, alla Walt Disney, che fece del personaggio il protagonista di una serie di cartoni animati, inizialmente adattando le storie originali di Milne e in seguito creandone di nuove. La caratterizzazione del personaggio della Disney deriva da quello delle illustrazioni di Shepard, ma i tratti sono semplificati. La Disney produsse anche merchandising sia nello stile dei cartoni animati che in quello di Shepard (etichettato come "Classic Pooh"). Divenne così una delle principali icone dell'universo di Disney e uno dei suoi personaggi più redditizi. Le storie del personaggio sono state tradotte in numerose lingue, tra cui il latino, a opera di Alexander Lenard: Winnie ille Pu (1958) che divenne nel 1960 il primo best seller fra i libri in lingua straniera nella classifica del New York Times. I pupazzi originali di Christopher (Winnie the Pooh, Tigro, Ih-Oh, Cangu e Pimpi), a cui Milne si ispirò per creare i suoi racconti, sono esposti nella biblioteca pubblica di New York. Fino al 2008 sono rimasti negli edifici del Donnell Library Center, dopodiché (a causa della chiusura di questa struttura), sono stati spostati presso il complesso centrale (Stephen A. Schwarzman Building).
Sergio Romano (Vicenza, 7 luglio 1929) è un diplomatico, giornalista, storico, saggista e accademico italiano. È giornalista pubblicista dal 1950.
La manifattura e diffusione delle icone in Russia ebbero inizio con l'entità monarchica detta Rus' di Kiev, alla quale seguì nel 988 la conversione del popolo russo alla cristianità ortodossa. Come regola generale, l'iconografia di questo periodo seguì fedelmente regole e generi propri e ammessi dall'arte bizantina, il cui centro principale era la capitale Costantinopoli. Con il trascorrere del tempo, la varietà di stili e di tipologie artistiche si ampliarono in modo non irrilevante anche in Russia, ma molto meno di quanto accadde nel resto del mondo ortodosso. È lecito affermare che in larga misura mancarono in Russia le caratteristiche di innovazione, creatività e personalità dell'opera che furono invece manifeste nell'arte religiosa dell'Europa occidentale. Soltanto nel XVII secolo, l'arte religiosa russa fu influenzata dai dipinti e dalle incisioni dell'Europa cattolica e protestante in misura tale da interrompere questa tendenza. La riforma liturgica e religiosa (comprensiva del fenomeno artistico) voluta dal patriarca Nikon degenerò in uno scisma in seno alla Chiesa Ortodossa: fra i fedeli al nuovo corso imposto dalla neocostituita Chiesa di Stato russa, ed i tradizionalisti soprannominati "Vecchi credenti" che furono perseguitati mentre continuavano a tramandare le antiche usanze stilistiche dell'iconografia nazionale. A partire da quel periodo le icone russe iniziarono ad essere dipinte non soltanto secondo la modalità tradizionale stilizzata, caratterizzata dalla ieraticità di figure bidimensionali statiche e semplici, ma da una rappresentazione più naturalistica o più umana dei soggetti con l'introduzione della terza dimensione e del senso della profondità, mediante tecniche di prospettiva e un sapiente uso delle tonalità e dei contrasti cromatici, con una nuova ricchezza di dettagli e particolari. Rispetto alla tradizione dell'europea continentale, il nudo non giunse mai nell'arte sacra né riguardo all'uomo creato in genere né tantomeno a immagini di santi e di angeli. Icone di questo periodo storico sono conservate e visibili sia nelle Chiese Ortodosse che nelle Chiese cattoliche sui iuris di alcuni riti. Solitamente le icone russe sono pitture su tavola di dimensioni relativamente piccole, sebbene nelle chiese e nei monasteri si possano trovare icone considerevolmente più grandi. Molte icone russe furono realizzate in rame., un materiale economicamente accessibile, per durata e aspetto visivo in parte simile all'oro delle icone presenti nelle Chiese e monasteri, dove il punto di collocazione dell'opera e la preziosità della materia prima prescelta marcavano l'importanza e la sacralità del contenuto religioso rappresentato. In modo simile, numerose abitazioni private russe riservavano una parete cui erano appese le icone sacre (il Krasnyj ugol), per fini di preghiera e di culto. Intorno all'iconografia russa esiste una storia ricca di contenuti e di simbolismi religiosi. Generalmente, nelle Chiese russe la navata e il santuario sono separati da un'iconostasi (in russo ikonostas, иконостас), una parte adornata di icone sacre e con doppia porta d'ingresso. In russo (pisat', писать) e in greco esiste una parola che significa sia "scrivere" sia "dipingere". Le icone svolgono un'importante funzione religiosa e sacra, negli edifici di culto così come nelle private dimore, e sono considerate una "traduzione" del Vangelo in pittura, che quanto meno fino al XVIII secolo (Caterina II, l'assolutismo illuminato) era mossa da un prevalente fine educativo verso una popolazione con un basso livello di scolarità, o del tutto analfabeta: pertanto all'artista era richiesto che l'opera fosse una fedele e accurata imitazione del reale narrato, al servizio della verità di fede. L'acheropita (lett. in greco "non-fatta-da-mano- d'uomo") è un tipo di icona ritenuta miracolosa sia per l'origine dell'opera (in russo: явление, trasl. yavlenie, trad. "apparizione"), che per particolari grazie che alcuni fedeli ritengono di aver ricevuto in dono a seguito di una preghiera di intercessione pronunciata davanti all'immagine sacra.. Il calendario liturgico ortodosso, oltre ai santi, commemorava gli eventi religiosi di benedizione/consacrazione di alcune importanti icone e reliquie, e la festa della loro traslazione da un luogo di culto ad un altro mediante processione solenne.
L'aerofilia o aerofilatelia è il collezionismo di oggetti postali trasportati per via aerea. Da non confondersi con il collezionismo di storia postale o con la filatelia, l'aerofilia si sviluppa parallelamente come collezionismo autonomo pur avendo molti punti in comune sia con la storia postale, là dove ha come oggetti di interesse i documenti viaggiati per posta aerea, che con la filatelia, dove il punto di incontro è lo studio dei francobolli. Caratteristica saliente dell'aerofilia è l'interesse per le conoscenze storiche e tecniche dell'aeronautica.