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Laura de Noves, anche nota con i nomi di Laura de Novalis, Laura de Noyes e Madame de Sade (1310 – 6 aprile 1348), è stata una nobildonna provenzale, sposa del marchese Ugo de Sade (antenato del Marchese de Sade). Alcuni l'hanno identificata con la Laura conosciuta, amata e celebrata da Francesco Petrarca, altri ritengono che quest'ultima non sia mai esistita e sia stata soltanto un espediente poetico con un riferimento al laurus, l'albero sacro dedicato al dio Apollo, protettore della poesia.
Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 19 luglio 1374) è stato uno scrittore, poeta, filosofo e filologo italiano, considerato il precursore dell'umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere, patrocinato quale modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo nei primi del Cinquecento. Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito filosofico, l'agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una rivalutazione storico-filologica dei classici latini. Fautore dunque di una ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico (e non più in chiave assolutamente teocentrica), Petrarca (che ottenne la laurea poetica a Roma nel 1341) spese l'intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e filosofia antica e patristica attraverso l'imitazione dei classici, offrendo un'immagine di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi. La storia medesima del Canzoniere, infatti, è più un percorso di riscatto dall'amore travolgente per Laura che una storia d'amore, e in quest'ottica si deve valutare anche l'opera latina del Secretum. Le tematiche e la proposta culturale petrarchesca, oltre ad aver fondato il movimento culturale umanistico, diedero avvio al fenomeno del petrarchismo, teso ad imitare stilemi, lessico e generi poetici propri della produzione lirica volgare dell'aretino.
Il De vita solitaria è un trattato in prosa latina scritto da Francesco Petrarca. L'opera venne redatta all'incirca tra il 1346 e il 1356 ed è un'esaltazione della solitudine: è dunque simile al De otio religioso. L'autore dedicò l'opera a Filippo di Cabassoles, vescovo di Cavaillon, in Provenza. La solitudine viene descritta come necessaria per la vita contemplativa, sia per i religiosi (tra i quali viene citato Sant'Agostino), sia per filosofi che per pensatori in genere. L'ideale di vita per Petrarca è quello di una raccolta solitudine nella pace agreste, dedicata agli studi letterari e alla riflessione religiosa. Il trattato è suddiviso in due libri ed è presente un motivo di riflessione e tormento a causa della monacazione del fratello Gherardo. Nel primo libro, Petrarca esalta i vantaggi della solitudine, che preserva l'uomo dalle ambizioni mondane, moltiplica il tempo interiore e induce così a utilizzare nel miglior modo possibile il tempo presente. Nel secondo libro, Petrarca trae - dalla storia antica, dalla Bibbia e dalla recente storia ecclesiastica - un lungo elenco di biografie, sul modello del De viris illustribus, per illustrare casi esemplari di attaccamento o di rifiuto nei confronti della solitudine. Il testo può essere quindi interpretato come il primo grande esempio petrarchesco di sintesi fra la sapienza pagana e quella cristiana.
Epitome historiae sacrae (Riassunto di storia sacra) è un riassunto in lingua latina delle vicende religiose e storiche narrate dalla Bibbia Vulgata, scritto nel 1784 dall'erudito francese Charles François Lhomond (1727-1794) a scopo didattico, come del resto la maggioranza degli scritti dell'autore. Questo libro, analogamente all'opera De viris illustribus urbis Romae a Romulo ad Augustum scritta nel 1775 dallo stesso autore, ha contribuito alla preparazione al latino di parecchie generazioni di francesi. Talvolta è tuttora utilizzato nelle scuole, anche in Italia.
De viris illustribus urbis Romae a Romulo ad Augustum è un trattato in latino sulla storia di Roma scritto nel 1775 dallo storico francese Charles François Lhomond (1727-1794).
Africa è un poema epico in esametri latini composto da Francesco Petrarca. Dedicato al re di Napoli Roberto d'Angiò, è composto da nove libri, ma proprio per questo forse incompleto perché all'epoca si riteneva che un'opera di grande prestigio dovesse essere composta da 12 o 24 libri; inoltre l'opera presenta lacune al IV e al IX libro. È la più importante opera latina di Petrarca, per la quale egli fu incoronato poeta in Campidoglio. Il poeta Petrarca la considerava il suo capolavoro assoluto (ben più valido del Canzoniere secondo i contemporanei), infatti gli valse grande fama in tutta Europa sebbene ne fosse stata divulgata solo una minima parte.
Per umanesimo si intende quel movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell’antichità nella loro quotidianità tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i cosiddetti "secoli bui" del Medioevo. L'umanesimo petrarchesco, fortemente intriso di neoplatonismo e tendente alla conoscenza dell'anima umana, si diffuse in ogni area della penisola (con l'eccezione del Piemonte sabaudo), determinando di conseguenza l'accentuazione di un aspetto della classicità a seconda delle necessità dei "protettori" degli umanisti stessi, vale a dire dei vari governanti. Nel giro del XV secolo, gli umanisti dei vari Stati italiani incominciarono a mantenere forti legami epistolari fra di loro, aggiornandosi riguardo alle scoperte compiute nelle varie biblioteche capitolari o claustrali d'Europa, permettendo alla cultura occidentale la riscoperta di autori e opere fino ad allora sconosciuti. Per avvalorare l'autenticità e la natura dei manoscritti ritrovati, gli umanisti, sempre sulla scia di Petrarca, favorirono la nascita della moderna filologia, scienza intesa a verificare la natura dei codici contenenti le opere degli antichi e determinarne la natura (cioè l'epoca in cui quel codice fu trascritto, la provenienza, gli errori contenuti con cui poter effettuare comparazioni in base alle varianti). Dal punto di vista delle aree d'interesse in cui alcuni umanisti si concentrarono maggiormente rispetto ad altre, poi, si possono ricordare le varie "ramificazioni" dell'umanesimo, passando dall'umanesimo filologico all'umanesimo filosofico. L'umanesimo, che trovò le sue basi nelle riflessioni dei filosofi greci sull'esistenza umana e in alcune opere tratte anche dal teatro ellenico, si avvalse anche dell'apporto della letteratura filosofica romana, in primis Cicerone e poi Seneca. Benché l'umanesimo propriamente detto sia stato quello italiano e poi europeo che si diffuse nel XV e in buona parte del XVI secolo (fino alla Controriforma), alcuni storici della filosofia utilizzarono questo termine anche per esprimere certe manifestazioni del pensiero all'interno del XIX e del XX secolo.