Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
L'impero coloniale francese fu costruito tra il XVII e il XX secolo dalla Francia, con colonie in Asia, Africa e America settentrionale, oltre che in Oceania. In termini di territorio si estendeva, al suo apice, tra gli anni 1920 e anni 1930 su 13 000 000 km². Includendo anche la Francia metropolitana, i territori sotto sovranità francese raggiunsero in quel tempo i 13 500 000 km², circa 1/10 delle terre emerse. Fu uno degli imperi più vasti della storia. La Francia iniziò a fondare colonie in Nordamerica, nei Caraibi ed in India, dopo i successi spagnoli e portoghesi nell'età delle Scoperte. Nel Sei-Settecento era in forte rivalità con l'Impero britannico per la supremazia coloniale, ma ne uscì sconfitta dopo la guerra dei sette anni, cosicché le ambizioni francesi vennero ridimensionate a vantaggio del Regno di Gran Bretagna. Gli storici definiscono primo impero francese quello sviluppatosi nell'età moderna. Dopo l'età napoleonica la Francia riuscì a formare un secondo impero coloniale, con base soprattutto in Africa, ma anche in Indocina e in Asia. Queste nuove conquiste si aggiunsero ai precedenti possedimenti dei Caraibi ed in India. Queste colonie furono possedimenti francesi fino alla seconda metà del Novecento. Dopo la seconda guerra mondiale i movimenti anticolonialisti iniziarono a contestare l'autorità francese. La Francia non riuscì ad evitare la disgregazione del suo impero negli anni cinquanta e sessanta. In quel periodo la maggior parte delle colonie francesi si rese indipendente; in alcuni casi, come in Indocina ed in Algeria, si dovette combattere delle sanguinose guerre affinché fosse portato avanti il processo di decolonizzazione. Attualmente, gli ultimi domini residui sono raggruppati nei territori francesi d'oltremare che comprende isole nei Caraibi, nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico, oltre che la Guyana francese.
La Repubblica Democratica del Congo (detta anche Congo, Congo-Kinshasa o ex Congo belga) uno Stato dell'Africa centrale. Tra il 1960 e il 1964 era denominata Repubblica del Congo e dal 1971 al 1997 Zaire. Il nord del Paese una delle pi grandi aree di foresta equatoriale al mondo; la zona orientale costeggia il grande rift est-africano, area di montagne, di colline, di grandi laghi, ma anche di vulcani. Il sud e la zona centrale, area di savana alberata, forma un altopiano ricco di minerali. Nella parte estrema ad ovest, in una quarantina di chilometri a nord della foce del fiume Congo si sviluppa la costa sull'Oceano Atlantico. il paese francofono pi popoloso al mondo, avendo una popolazione stimata di 99 milioni di abitanti. Varie centinaia di diverse etnie nere africane formano la popolazione del paese. La sua economia principalmente del settore primario (agricoltura ed estrazione mineraria). Il paese possiede delle immense risorse naturali. Il francese la lingua ufficiale e quattro lingue bantu (kikongo, lingala, tshiluba, swahili) sono riconosciute lingue nazionali. Dal 1908 al 1960 questa antica colonia stata chiamata Congo belga , come anche Congo-L opoldville dal nome della sua capitale (L opoldville fino al 1966, data del cambio di denominazione della capitale in Kinshasa). Dal 1971 al 1997 stata ufficialmente nota con il nome di Zaire.
L'Impero spagnolo fu, dopo l'Impero Portoghese, il secondo impero coloniale della storia e uno dei più vasti di tutti i tempi. Fu uno degli imperi a venire chiamato "L'impero su cui il sole non tramonta mai" e si calcola essere stato il quarto più vasto della storia. Fu l'impero più vasto del suo tempo nel XVIII secolo, con una superficie di 18,4 milioni di km². Fu una monarchia composita, governata prima dai Trastamara, successivamente dagli Asburgo, e infine dai Borbone di Spagna. Fu formato da Ferdinando II di Aragona e Isabella I di Castiglia nel 1492 a seguito della scoperta delle Americhe e della conquista di Granada che mise fine alla Reconquista. Sotto Carlo V, la corona di Castiglia inviò i Conquistadores ad occupare larghe parti delle Americhe. Con la sua abdicazione nel 1556 a seguito del diffondersi della riforma protestante, Carlo lasciò il Sacro Romano Impero al fratello ma la Spagna, le Fiandre, e i possedimenti Italiani degli Asburgo, andarono al figlio Filippo II. Filippo annesse poi dei territori nell'Asia orientale (che presero da lui il nome di Filippine) e divenne anche Re del Portogallo e del suo Impero a seguito di una crisi di successione. Diede quindi inizio al Siglo de Oro che perdurò fino alla conclusione della guerra franco-spagnola e della guerra di restaurazione portoghese. Con la guerra di successione spagnola i Borbone divennero la casa Reale di Spagna e con i Decreti di Nueva Planta la Spagna diventa realmente una nazione. Tuttavia la loro ascesa in Spagna non muta il declino spagnolo. I Paesi Bassi vengono perduti completamente, i domini italiani passano agli Asburgo d'Austria o ai Savoia, anche se nel 1735 conquistano di regni di Napoli e di Sicilia per un ramo cadetto dei Borbone, e la Spagna stessa va numerose volte in bancarotta. Con l'invasione napoleonica nel 1808, l'intero impero spagnolo in Sudamerica si disgrega a fronte delle guerre d'indipendenza ispanoamericane. La Spagna mantenne frammenti del suo impero nei Caraibi (Cuba e Porto Rico); in Asia (Filippine), e in Oceania (Guam, Micronesia, Palau, e Marianne Settentrionali) fino alla guerra ispano-americana del 1898 (nota come il disastro del '98). La Spagna costituirà nel XIX secolo un secondo impero coloniale, in Africa, limitato ad alcune regioni del Marocco ed alla Guinea Equatoriale. Sarà il più modesto degli imperi europei, ma sarà l'ultimo a essere perduto con la decolonizzazione. La partecipazione spagnola alla corsa all'Africa non rivestì un'importanza particolare: il Marocco spagnolo venne mantenuto fino al 1956, mentre la Guinea spagnola e il Sahara spagnolo rispettivamente fino al 1968 e al 1975. Le isole Canarie, Ceuta, Melilla e le altre plazas de soberanía, ancora oggi territori d'oltremare spagnoli, sono quanto rimane dell'ex impero Spagnolo.
L'America del Nord (anche Nord America, Nord-America, Nordamerica o America settentrionale) è la parte del continente americano posta a nord dell'Istmo di Panama: nella letteratura geografica italiana, dell'Europa occidentale (escluse le Isole Britanniche) e dell'America Latina, è considerata un subcontinente, facente parte del continente America, mentre secondo la letteratura geografica di cultura inglese, cinese e russa sarebbe invece un continente a sé stante. Contenuta completamente nell'emisfero boreale, è delimitata a nord dal mar Glaciale Artico, a est dall'oceano Atlantico, a sud-est dall'America meridionale e dal mar dei Caraibi, a sud e a ovest dall'oceano Pacifico. Copre una superficie di circa 24709000 km² che corrisponde al 4,8% circa della superficie terrestre e al 16,5% circa delle terre emerse. Considerata come continente, per superficie è il terzo del mondo (dopo Asia e Africa) e il quarto per popolazione, dopo le due citate e l'Europa.