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La Repubblica del Congo (nota anche come Congo-Brazzaville o ex Congo francese; in francese République du Congo; in kikongo Repubilika ya Kongo; in lingala Republiki ya Kongó) è uno Stato dell'Africa centrale e un'ex-colonia francese. Dal 1969 al 1992 fu denominata Repubblica Popolare del Congo. La capitale è Brazzaville. Confina a nord con il Camerun e la Repubblica Centrafricana, a est e a sud con la Repubblica Democratica del Congo, a sud per un breve tratto con l'exclave angolana di Cabinda, a sud-ovest si affaccia sul Golfo di Guinea e a ovest confina con il Gabon. La repubblica del Congo è una repubblica presidenziale; l'attuale presidente è il generale Denis Sassou Nguesso, al potere dal 1979 salvo il periodo 1992-97. La lingua ufficiale è il francese.
Congo belga (in francese Congo belge, in olandese Belgisch-Congo, in tedesco Belgisch-Kongo) era la denominazione formalmente assunta dall'attuale Repubblica Democratica del Congo nel periodo compreso tra la rinuncia da parte del re Leopoldo II del Belgio al controllo personale dei territori della colonia (considerati proprietà della Corona) a favore del Belgio (15 novembre 1908) e l'indipendenza della colonia, raggiunta il 30 giugno 1960. Nella memoria collettiva anche molti anni dopo l'indipendenza spesso ci si riferiva (ed ancor oggi capita) all'attuale Repubblica Democratica del Congo con il nome storico di Congo belga.
L'Impero spagnolo fu, dopo l'Impero Portoghese, il secondo impero coloniale della storia e uno dei più vasti di tutti i tempi. Fu uno degli imperi a venire chiamato "L'impero su cui il sole non tramonta mai" e si calcola essere stato il quarto più vasto della storia. Fu l'impero più vasto del suo tempo nel XVIII secolo, con una superficie di 18,4 milioni di km². Fu una monarchia composita, governata prima dai Trastamara, successivamente dagli Asburgo, e infine dai Borbone di Spagna. Fu formato da Ferdinando II di Aragona e Isabella I di Castiglia nel 1492 a seguito della scoperta delle Americhe e della conquista di Granada che mise fine alla Reconquista. Sotto Carlo V, la corona di Castiglia inviò i Conquistadores ad occupare larghe parti delle Americhe. Con la sua abdicazione nel 1556 a seguito del diffondersi della riforma protestante, Carlo lasciò il Sacro Romano Impero al fratello ma la Spagna, le Fiandre, e i possedimenti Italiani degli Asburgo, andarono al figlio Filippo II. Filippo annesse poi dei territori nell'Asia orientale (che presero da lui il nome di Filippine) e divenne anche Re del Portogallo e del suo Impero a seguito di una crisi di successione. Diede quindi inizio al Siglo de Oro che perdurò fino alla conclusione della guerra franco-spagnola e della guerra di restaurazione portoghese. Con la guerra di successione spagnola i Borbone divennero la casa Reale di Spagna e con i Decreti di Nueva Planta la Spagna diventa realmente una nazione. Tuttavia la loro ascesa in Spagna non muta il declino spagnolo. I Paesi Bassi vengono perduti completamente, i domini italiani passano agli Asburgo d'Austria o ai Savoia, anche se nel 1735 conquistano di regni di Napoli e di Sicilia per un ramo cadetto dei Borbone, e la Spagna stessa va numerose volte in bancarotta. Con l'invasione napoleonica nel 1808, l'intero impero spagnolo in Sudamerica si disgrega a fronte delle guerre d'indipendenza ispanoamericane. La Spagna mantenne frammenti del suo impero nei Caraibi (Cuba e Porto Rico); in Asia (Filippine), e in Oceania (Guam, Micronesia, Palau, e Marianne Settentrionali) fino alla guerra ispano-americana del 1898 (nota come il disastro del '98). La Spagna costituirà nel XIX secolo un secondo impero coloniale, in Africa, limitato ad alcune regioni del Marocco ed alla Guinea Equatoriale. Sarà il più modesto degli imperi europei, ma sarà l'ultimo a essere perduto con la decolonizzazione. La partecipazione spagnola alla corsa all'Africa non rivestì un'importanza particolare: il Marocco spagnolo venne mantenuto fino al 1956, mentre la Guinea spagnola e il Sahara spagnolo rispettivamente fino al 1968 e al 1975. Le isole Canarie, Ceuta, Melilla e le altre plazas de soberanía, ancora oggi territori d'oltremare spagnoli, sono quanto rimane dell'ex impero Spagnolo.
L'impero coloniale francese fu costruito tra il XVII e il XX secolo dalla Francia, con colonie in Asia, Africa e America settentrionale, oltre che in Oceania. In termini di territorio si estendeva, al suo apice, tra gli anni 1920 e anni 1930 su 13 000 000 km². Includendo anche la Francia metropolitana, i territori sotto sovranità francese raggiunsero in quel tempo i 13 500 000 km², circa 1/10 delle terre emerse. Fu uno degli imperi più vasti della storia. La Francia iniziò a fondare colonie in Nordamerica, nei Caraibi ed in India, dopo i successi spagnoli e portoghesi nell'età delle Scoperte. Nel Sei-Settecento era in forte rivalità con l'Impero britannico per la supremazia coloniale, ma ne uscì sconfitta dopo la guerra dei sette anni, cosicché le ambizioni francesi vennero ridimensionate a vantaggio del Regno di Gran Bretagna. Gli storici definiscono primo impero francese quello sviluppatosi nell'età moderna. Dopo l'età napoleonica la Francia riuscì a formare un secondo impero coloniale, con base soprattutto in Africa, ma anche in Indocina e in Asia. Queste nuove conquiste si aggiunsero ai precedenti possedimenti dei Caraibi ed in India. Queste colonie furono possedimenti francesi fino alla seconda metà del Novecento. Dopo la seconda guerra mondiale i movimenti anticolonialisti iniziarono a contestare l'autorità francese. La Francia non riuscì ad evitare la disgregazione del suo impero negli anni cinquanta e sessanta. In quel periodo la maggior parte delle colonie francesi si rese indipendente; in alcuni casi, come in Indocina ed in Algeria, si dovette combattere delle sanguinose guerre affinché fosse portato avanti il processo di decolonizzazione. Attualmente, gli ultimi domini residui sono raggruppati nei territori francesi d'oltremare che comprende isole nei Caraibi, nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico, oltre che la Guyana francese.
L'economia del Belgio è tra le più sviluppate del continente. Si tratta dell'ottava economia dell'Unione europea per Prodotto interno lordo, dopo i vicini Paesi Bassi.
La decolonizzazione è il processo politico attraverso il quale un possedimento coloniale assurge all'indipendenza nazionale, sia attraverso atti unilaterali che concordati con l'ex Paese colonialista. La decolonizzazione politica moderna ebbe inizio nel secondo dopoguerra, con l'indipendenza dell'India nel 1947, e si concluse nel 1999, con la restituzione di Macao (ultimo dominio coloniale portoghese ed europeo in Asia) alla Cina.
Il Congo è un fiume di 4 374 km dell'Africa equatoriale, il secondo più lungo del continente dopo il Nilo, e il secondo al mondo per portata d'acqua (massimo 80 000 m³/s) e ampiezza del bacino dopo il Rio delle Amazzoni. Dà il suo nome alla Repubblica Democratica del Congo, nel cui territorio scorre quasi interamente, e alla Repubblica del Congo, oltre che all'antico Regno del Congo e alla provincia Angolana di Zaire. Tra il 1971 e il 1997 il governo dell'allora Zaire indicava il fiume con il nome Zaire.
Il colonialismo è definito come l'espansione di una nazione su territori e popoli all'esterno dei suoi confini, spesso per facilitare il dominio economico sulle risorse, il lavoro e il commercio di questi ultimi. Il processo viene detto colonizzazione. Il termine indica anche, in senso stretto, il dominio coloniale mantenuto da diversi Stati europei su altri territori extraeuropei lungo l'età moderna e indica quindi il corrispettivo periodo storico, cominciato nel XVI secolo, contemporaneamente alle esplorazioni geografiche europee, assumendo nel XIX secolo il termine di imperialismo, e formalmente conclusosi nella seconda metà del XX secolo, con la vittoria dei movimenti anti-coloniali. Il termine indica anche l'insieme di convinzioni usate per legittimare o promuovere questo sistema, in particolare il credo che i valori etici e culturali dei colonizzatori siano superiori a quelli dei colonizzati.
La Chiesa cristiana avventista del settimo giorno (abbreviata in avventista) è un movimento religioso cristiano. I suoi principali caratteri distintivi sono l'osservanza del sabato come giorno di festa, riposo e culto settimanale, e l'attesa della seconda venuta di Gesù Cristo. Il movimento è sorto negli Stati Uniti d'America durante la metà del XIX secolo, mentre la chiesa fu ufficialmente istituita, nel 1863, a Battle Creek, in Michigan. Fra i suoi fondatori vi fu la predicatrice statunitense Ellen Gould White, considerata una profetessa e i cui scritti ancora oggi sono tenuti in grande considerazione dalla chiesa, così come dagli avventisti del settimo giorno del movimento di riforma. Nella sua dottrina sono presenti punti in comune con le altre confessioni cristiane, come la Trinità, e protestanti, come il principio Sola Scrittura. Mentre la distinguono la mancanza dell'inferno e dell'anima immortale, lo stato di incoscienza dei morti e la dottrina del Giudizio universale. Questa chiesa è particolarmente conosciuta anche per la sua proposta di uno stile di vita sano e vegetariano, per l'impegno a favore della libertà religiosa, per le attività sociali e solidali svolte attraverso l'ADRA (Adventist Development & Relief Agency) e per i suoi principi progressisti.