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In economia il teorema di Haavelmo, o teorema del bilancio in pareggio, è un enunciato di macroeconomia la cui formulazione si deve a Trygve Haavelmo. Rappresenta una delle risoluzioni possibili di alcune manovre economico-finanziarie all'interno di politiche di bilancio pubbliche, tali per cui si può influenzare a livello macroeconomico la dinamica del prodotto interno lordo (PIL) di uno Stato. Essenzialmente, imponendo che il bilancio dello Stato debba essere tenuto in pareggio (entrate = uscite), facendo cioè in modo che spesa pubblica e prelievo fiscale (o gettito) si eguaglino (deficit pubblico nullo), ne deriva che il moltiplicatore della spesa pubblica è uguale a 1, ovvero a ogni aumento di 1 euro della spesa pubblica corrisponde un aumento del PIL. Nella pratica, questo consentirebbe di sostenere un'economia in cui l'insieme della domanda è di provenienza pubblica ovvero finanziata dalla tassazione senza creare deficit e ulteriore debito pubblico. L'idea dunque che solo con il finanziamento della spesa pubblica in deficit (deficit spending keynesiano) si possa avere crescita economica è falso. Una giustificazione sulla validità di tale teorema sta nel fatto che con il bilancio in pareggio non vi è appunto spesa pubblica per coprire un eventuale deficit pubblico ovvero per coprire debito pubblico e relativi interessi e tutta la spesa può essere utilizzata per favorire la crescita. Oltre all'indubbio vantaggio di gestire un bilancio pubblico in pareggio, ciò non toglie che una quota parte del sistema economico possa sostenersi anche per mezzo di finanziamenti privati (es. in ricerca e sviluppo per creare innovazione oppure investimenti in attività produttive), indipendentemente dall'agire statale.
In economia il monetarismo è una teoria macroeconomica che si occupa principalmente dello studio degli effetti dell'offerta di denaro governata dalle banche centrali nel sistema economico. Le teorie monetarie, in particolare, attraverso le relative politiche monetarie, hanno come obiettivo il controllo dell'offerta di denaro e considerano l'inflazione come conseguenza di un'offerta di denaro superiore alla domanda.
In economia la teoria macroeconomica (o semplicemente macroeconomia) è un ramo dell'economia politica che, diversamente dalla microeconomia che studia i comportamenti dei singoli operatori economici, studia invece il sistema economico a livello aggregato ovvero nel suo complesso. La nascita della macroeconomia moderna, intesa come approccio sistematico e coerente ai fenomeni economici a livello aggregato, viene fatta risalire alla pubblicazione nel 1936 dell'opera di John Maynard Keynes "The general theory of employment, interest and money".
In politica monetaria, con allentamento quantitativo (o alleggerimento quantitativo o facilitazione quantitativa; sovente anche con la locuzione inglese quantitative easing, in sigla QE) si designa una delle modalità non convenzionali con cui una banca centrale interviene sul sistema finanziario ed economico di uno Stato, per aumentare la moneta a debito in circolazione.