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Teorema di Haavelmo

In economia il teorema di Haavelmo, o teorema del bilancio in pareggio, è un enunciato di macroeconomia la cui formulazione si deve a Trygve Haavelmo. Rappresenta una delle risoluzioni possibili di alcune manovre economico-finanziarie all'interno di politiche di bilancio pubbliche, tali per cui si può influenzare a livello macroeconomico la dinamica del prodotto interno lordo (PIL) di uno Stato. Essenzialmente, imponendo che il bilancio dello Stato debba essere tenuto in pareggio (entrate = uscite), facendo cioè in modo che spesa pubblica e prelievo fiscale (o gettito) si eguaglino (deficit pubblico nullo), ne deriva che il moltiplicatore della spesa pubblica è uguale a 1, ovvero a ogni aumento di 1 euro della spesa pubblica corrisponde un aumento del PIL. Nella pratica, questo consentirebbe di sostenere un'economia in cui l'insieme della domanda è di provenienza pubblica ovvero finanziata dalla tassazione senza creare deficit e ulteriore debito pubblico. L'idea dunque che solo con il finanziamento della spesa pubblica in deficit (deficit spending keynesiano) si possa avere crescita economica è falso. Una giustificazione sulla validità di tale teorema sta nel fatto che con il bilancio in pareggio non vi è appunto spesa pubblica per coprire un eventuale deficit pubblico ovvero per coprire debito pubblico e relativi interessi e tutta la spesa può essere utilizzata per favorire la crescita. Oltre all'indubbio vantaggio di gestire un bilancio pubblico in pareggio, ciò non toglie che una quota parte del sistema economico possa sostenersi anche per mezzo di finanziamenti privati (es. in ricerca e sviluppo per creare innovazione oppure investimenti in attività produttive), indipendentemente dall'agire statale.

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