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La mandibola è un osso dello splancnocranio, impari e mediano. Il termine negli uccelli si riferisce ad entrambe le sezioni, superiore ed inferiore, che costituiscono il becco; in questo caso la mandibola inferiore corrisponde alla mandibola dell'uomo, mentre la mandibola superiore è funzionalmente equivalente alla mascella, ma consiste prevalentemente delle ossa premascellari. Al contrario, nei pesci ossei, è detta mascella inferiore. Il processo alveolare inferiore della mandibola ospita l'arcata dentaria inferiore ed è chiamato anche arco mandibolare.
Homo sapiens (Linnaeus, 1758; dal latino «uomo sapiente») è la definizione tassonomica dell'essere umano moderno. Appartiene al genere Homo, di cui è l'unica specie vivente, alla famiglia degli ominidi e all'ordine dei primati. Il periodo che va dal periodo interglaciale medio, circa 300 000 anni fa, all'epoca odierna, vede la comparsa in Africa orientale e la diversificazione della specie Homo sapiens. Secondo le teorie prevalenti, dal continente africano, circa 65-75 000 anni fa (o secondo altre evidenze alcune decine di migliaia di anni prima), in stretta coincidenza con un evento di fortissima riduzione della popolazione globale, tuttora in fase di definizione, parte della specie iniziò un percorso migratorio che attraverso un corridoio mediorientale la portò a colonizzare l'intero pianeta. La precisa datazione dei primi esemplari definibili sapiens, tradizionalmente posta a circa 130 000 anni fa, è stata spostata dalle scienze paleontologiche più indietro nel tempo, grazie a ritrovamenti nei tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia. Per mezzo di tecniche basate sui rapporti fra gli isotopi dell'argon, alcuni reperti anatomicamente simili all'uomo moderno sono stati datati a 195 000 anni fa, con un'incertezza di ± 5 000 anni.. Nuove datazioni del 2017 su ritrovamenti rinvenuti nel 1961 nel sito archeologico di Jebel Irhoud in Marocco, sposterebbero l'origine dell'Homo sapiens a circa 300 000 anni fa.
La Fatina dei denti è una creatura del folklore popolare occidentale. Fin da piccoli ai bambini viene raccontato dai propri genitori dell'esistenza di un essere fatato il quale preleva i denti da latte, se questi vengono nascosti sotto il cuscino, e al loro posto lascerà in cambio una moneta che verra ritrovata al mattino. Creatura equivalente in altre tradizioni è il Topolino dei denti da latte. Per ricevere il soldino i bambini devono nascondere il dentino che hanno perso sotto il cuscino, in un buco nel muro, nel pavimento, sotto una mattonella, sotto la gamba di un tavolo. In Lombardia questo ruolo viene attribuito a Santa Apollonia, e lo stesso accade in Veneto, dove è conosciuta come Santa Polonia. In alcune parti della Sicilia invece tale ruolo è ricoperto da San Nicola.
Denti è un film del 2007 scritto e diretto da Mitchell Lichtenstein. Narra la vicenda di Dawn, liceale attivista del gruppo della castità, che scopre di avere una vagina dentata. Il soggetto del film presenta delle analogie con quello dell'horror-splatter giapponese Sexual Parasite: Killer Pussy, diretto da Takao Nakano nel 2004.
Denti è un film del 2000 diretto da Gabriele Salvatores, interpretato da Sergio Rubini e Anita Caprioli. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone.
Il De Medicina è un trattato scritto dall'enciclopedista e medico romano Aulo Cornelio Celso. Composto probabilmente tra l'impero di Augusto e quello di Tiberio, il trattato faceva parte di un compendio sulle scienze antiche quali l'agricoltura e la filosofia, chiamato dall'autore De Artibus. Unico superstite pervenutoci, esso rappresenta una delle più vaste fonti di informazioni sulle pratiche mediche dell'epoca.
Boswellia Roxb. ex Colebr. è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Burseraceae.Questo genere comprende una trentina di specie distribuite in Africa, nella Penisola Arabica e in India; 9 specie sono presenti nell'Africa continentale, 7 nell'isola di Socotra e 2 in India. Le specie note per la produzione di incenso sono Boswellia sacra (Oman, Yemen e N Somalia), B. frereana (N Somalia), B. papyrifera (principalmente diffusa in Eritrea ed Etiopia, ma sporadicamente presente anche in Uganda, NE Nigeria, Repubblica Centro Africana e Chad) e B. serrata (India). Le rimanenti specie non sono sfruttate commercialmente per la produzione dell'incenso (se non dalle popolazioni locali, in maniera saltuaria). Degno di interesse è il fatto che nell'isola di Socotra siano presenti ben 7 specie di Boswellia, la maggiore concentrazione in rapporto alla modesta superficie dell'Isola, a conferma dell'importanza di Socotra come centro attivo di speciazione. L'incenso è una gommoresina che essuda dalla corteccia delle piante di Boswellia; la raccolta si effettua producendo delle decorticazioni ovali sui rami usando un attrezzo che si chiama menghaf, una specie di scalpello affilato da un lato per decorticare i rami e non affilato dall'altro per raccogliere la resina. Le specie che producono incenso della migliore qualità sono B. sacra, B. frereana e B. papyrifera. La resina viene selezionata in quattro o cinque gradi di qualità a seconda della grandezza dei grani essiccati, del colore e della purezza; la qualità dipende anche dal periodo di raccolta e dall'ambiente dove crescono le piante. L'incenso, al di là dei suoi impieghi nelle cerimonie tradizionali e nella medicina popolare dei paesi di produzione, è anche richiesto in molti mercati del vecchio e nuovo continente perché utilizzato in molte manifestazioni della vita religiosa e sociale e in svariati campi, dall'industria dei profumi a quella farmaceutica. Una parte consistente della gommoresina è costituita da polisaccaridi, fra cui galattosio e arabinosio, mentre il resto è formato da acidi pentaciclici, responsabili del profumo, i cosiddetti acidi boswellici. Benché l'incenso sia conosciuto e sia stato utilizzato presso tutte le grandi civiltà mediterranee e medio-orientali da più di 3500 anni, le piante che lo producono sono state scoperte e descritte solo da qualche secolo: la pianta dell'Etiopia è stata scoperta nel 1805 a Tecazze (Etiopia) e descritta come B. papyrifera nel 1843; la pianta della Penisola Arabica è stata osservata per la prima volta nel 1844 presso Mirbat (Dhofar), poi nel 1846 a Ras Fartak, lungo le coste dello Yemen e descritta come B. sacra solo nel 1867. È davvero sorprendente che per tanti secoli sia avuta una completa ignoranza della fonte (l'albero) di un prodotto (l'incenso) così largamente utilizzato e ricercato! La maggioranza delle specie di Boswellia presenta foglie composte imparipennate, caduche. La caducità è legata a periodi di riposo per estivazione, cioè la pianta va a riposo, perdendo le foglie e sospendendo la fase vitale, nel periodo più caldo ed arido.
L'arterite temporale, detta anche arterite gigantocellulare, a cellule giganti o di Horton, è una vasculite caratterizzata da interessamento preferenziale delle arterie del collo e della testa. Si tratta di una malattia autoimmune.
L'arteria mascellare, o arteria mascellare interna, è un ramo terminale dell'arteria carotide esterna. Il suo territorio di vascolarizzazione comprende le strutture della regione infratemporale, gran parte della mascella e parte della mandibola: fondamentalmente quelle strutture che derivano dal primo arco branchiale. Dopo un breve decorso nella regione parotidea, nella quale origina in corrispondenza del collo della mandibola, entra nello spazio pterigomandibolare della fossa infratemporale attraverso la fascia interpterigoidea, decorrendo lateralmente (nella maggioranza dei casi) o medialmente al muscolo pterigoideo laterale. Attraversa la fossa infratemporale e raggiunge la fossa pterigopalatina mediante la fessura pterigomascellare, per poi entrare come arteria sfenopalatina nel foro omonimo.