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Prometeo (in greco antico: Προμηθεύς, Promethéus, «colui che riflette prima», in latino: Prometheus), è un personaggio della mitologia greca. L'epiteto di Prometeo ("colui che riflette prima") lo contrappone con uno dei suoi tre fratelli (Epimeteo) che invece è "colui che riflette dopo". Prometeo rubò il fuoco agli Dei per darlo al genere umano e la sua azione, che avvenne in antitesi a Zeus ed è posta ai primordi dell'umanità, rappresenta l'origine della condizione esistenziale umana. Nella storia della cultura occidentale, Prometeo può essere considerato un simbolo di ribellione e di sfida alle autorità o alle imposizioni, così anche come metafora del pensiero ed archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del mito, della falsificazione e dell'ideologia.
Pandora (in greco antico: Πανδωρα, Pandôra, «da πᾶς "tutto" e δῶρον "dono", cioè "tutti i doni"») è un personaggio della mitologia greca ed è la prima donna mortale. Il suo mito è legato a quello del celebre, quanto nefasto vaso, (spesso rappresentato anche come scrigno o forziere), che le fu affidato da Zeus con la raccomandazione di non aprirlo mai, poiché la sua apertura avrebbe liberato tra gli uomini tutti i mali in esso racchiusi, ma Pandora lo aprì.
Il vaso di Pandora (chiamato anche scrigno di Pandora) è, nella mitologia greca, il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Prometeo incatenato (in greco antico Προμηθεύς δεσμώτης, Promethéus desmótes) è una tragedia attribuita ad Eschilo. La data di prima rappresentazione è incerta, si ipotizza il 460 a.C. circa. L'opera faceva parte di una trilogia dedicata a Prometeo, di cui le altre parti non sono conosciute se non in forma di frammenti (Prometeo liberato e Prometeo portatore del fuoco). È incerto anche l'ordine delle tre tragedie, poiché è ignoto se il Portatore del fuoco fosse la prima o la terza parte.
Frankenstein o Il moderno Prometeo (Frankenstein; or, The Modern Prometheus) è un romanzo gotico, horror, fantascientifico scritto dall'autrice britannica Mary Shelley fra il 1816 e il 1817, all'età di 19 anni. Fu pubblicato nel 1818 e modificato dall'autrice per una seconda edizione del 1831. È questo il romanzo con cui nascono le figure letterarie del dottor Victor Frankenstein e della sua creatura, spesso ricordata come mostro di Frankenstein, ma anche, in maniera erronea, come Frankenstein, nome che, invece, appartiene al suo artefice. Frankenstein è uno dei miti della letteratura proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane: è probabile che il suo successo sia dovuto proprio alla figura del mostro, espressione della paura al tempo diffusa per lo sviluppo tecnologico. La "creatura" è l'esempio del sublime, del diverso, che in quanto tale causa terrore. Dalla pubblicazione del libro, il nome di Frankenstein è entrato nell'immaginario collettivo in ambito letterario, cinematografico e televisivo. È inoltre spesso utilizzato, per estensione, come esempio negativo in quello bioetico, alludendo al fatto che il suddetto dottore compisse esperimenti illeciti o eticamente discutibili.