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La storia dell'istruzione in Italia si riferisce all'evoluzione dell'istruzione scolastica in Italia a partire dal periodo medioevale fino ai giorni nostri.
Il diritto allo studio in Italia è un diritto soggettivo della persona che trova il suo fondamento negli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana.
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia (Convention on the Rights of the Child) fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Essa esprime un consenso su quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia. Tutti i paesi del mondo (ad oggi aderiscono alla Convenzione 194 Stati), ad eccezione degli Stati Uniti, hanno ratificato questa Convenzione. La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. L'ultimo paese ad aver ratificato la convenzione è stato la Somalia. La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini; è composta da 54 articoli. La creazione della Convenzione è ricordata ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
I diritti umani (o diritti dell'uomo) sono una concezione filosofico-politica che, accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne, descrive i diritti inalienabili che ogni essere umano possiede. Tra i diritti fondamentali dell'essere umano si possono ricordare: il diritto alla vita, il diritto alla libertà individuale, il diritto all'autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un'esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa con il conseguente diritto a cambiare la propria religione, oltre che, di recente tipizzazione normativa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy) e il diritto di voto.
I diritti della persona sono un complesso di situazioni giuridiche strettamente collegate al concetto di persona. Vengono riconosciuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e nella Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo in maniera internazionale. In Italia l'espressione «diritti della personalità» è contenuta testualmente nell'art. 24 della legge di riforma del diritto internazionale privato (Legge n. 218 del 1995): Art. 24 Diritti della personalità L'esistenza ed il contenuto dei diritti della personalità sono regolati dalla legge nazionale del soggetto; tuttavia i diritti che derivano da un rapporto di famiglia sono regolati dalla legge applicabile a tale rapporto. Le conseguenze della violazione dei diritti di cui al comma 1 sono regolate dalla legge applicabile alla responsabilità per fatti illeciti.
I diritti civili sono l'insieme delle libertà e delle prerogative garantite alle persone fisiche, la loro violazione può comportare grandi problemi morali alla comunità e alle persone stesse. Non riguardano solo il singolo individuo, ma possono estendersi alle organizzazioni di cui il cittadino fa parte (per esempio, le associazioni, anche politiche). Possono configurarsi quindi come tutele basilari della persona, garantite, oggi, in primo luogo dalla Costituzione e disciplinate successivamente dalla legge.
La dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti della persona adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 219077A.
La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano, che in quanto tale occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica: considerata una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, laica, democratica e tendenzialmente programmatica, è formata da 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e finali.Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ne esistono tre originali, uno dei quali conservato presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana.
La Carta Internazionale dei Diritti Digitali, redatta da Alessandro Rossi e Fabrizio Melchiori è stata presentata in Roma il 14 Novembre 2014, nell'ambito dell'iniziativa Social Innovation Around (SIA 2014). La Carta Internazionale dei Diritti Digitali è un documento che affronta il tema dei diritti dei cittadini in ambiente digitale. A differenza di molte altre analoghe scritture, la Carta Internazionale dei Diritti Digitali non si focalizza solamente su una prospettiva tecnica e quindi sul diritto di accesso allo strumento tecnologico (i.e. l'infrastruttura web), bensì perviene alla formulazione dei diritti studiando il "tema dell'accesso allo spazio digitale", secondo un approccio classico, ponendo al centro la 'partecipazione', intesa come valore, diritto, e anche, come dovere inalienabile di ogni cittadino, di esercitare le proprie prerogative politiche e sociali. La Carta Internazionale dei Diritti Digitali nasce nel 2014, quando Social Innovation Society invita due studiosi - Alessandro Rossi e Fabrizio Melchiori - che da anni si occupano rispettivamente di diritti digitali e di ricerca, a curare e redigere il testo di una "Carta dei Diritti" che sia attuale e risponda alle esigenze della Società della Conoscenza. (V.Manuel Castells) Una volta redatta, la Carta Internazionale dei Diritti Digitali è attesa divenire oggetto di "discussione partecipata" attraverso il web, anche grazie al supporto degli Stati Generali dell'Innovazione, ente che opera attraverso un wiki dedicato. Tale processo di "discussione partecipata", in concorso con gli autori del testo originale, ha la duplice finalità di raccogliere opinioni, suggerimenti, input dai cittadini e di poter approdare ad una completa e condivisa consapevolezza dei contenuti espressi.