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I Sermoni subalpini sono il più importante documento degli inizi della letteratura in lingua piemontese. Risalgono al periodo che va dalla fine del secolo XII e l'inizio del secolo XIII. Sono 22 sermoni festivi, di autore anonimo, contenuti nel codice D.VI.10 della Biblioteca Nazionale di Torino. Il manoscritto è stato ritrovato nel 1847, inizialmente si riteneva fosse un miscuglio di latino, provenzale e francese (Lacroix), mentre Jacques-Joseph Champollion l'aveva attribuito ai patois provenzali delle vallate piemontesi. Il primo ad attribuirlo al piemontese è stato Förster nel 1879. Nei decenni successivi numerosi linguisti si sono succeduti nell'analisi dell'antico documento e si è formulata l'ipotesi che la copia a noi pervenuta non sia il manoscritto α, ma un manoscritto successivo ricopiato probabilmente da copisti transalpini, che vi hanno applicato convenzioni legate alle lingue gallo-romanze e vi hanno dunque introdotto elementi d'oc e d'oïl che non dovevano far parte del piemontese medioevale di quell'epoca. L'analisi delle preposizioni, così come quella della morfologia e del lessico hanno individuato la prevalenza degli elementi cisalpini. I fenomeni di formazione del plurale e di perdita delle vocali finali al maschile corrispondono puntualmente con i fenomeni del piemontese moderno, e quindi i Sermoni sono una preziosa testimonianza di come il piemontese ed il suo gruppo gallo-italico fossero un'entità già ben definita ed autonoma rispetto ai tre tradizionali gruppi citati da Dante Alighieri, ovvero le lingue d'oc, d'oïl e del sì. Sulla falsariga di queste diciture medievali, il piemontese antico è stato chiamato "Lenga d'oé", poiché nel documento si attesta questa affermazione, che si ritiene la versione antica delle moderne affermazioni piemontesi "òj" ed "é" e del lombardo "aè". Il centro, o il principale dei centri di redazione dei Sermoni è individuato a Vercelli. I Sermoni avevano una funzione didattica ed erano dedicati alla formazione dei cavalieri templari, di cui un gran numero era di stanza in Piemonte e presso i passi alpini.
L'omiletica è il ramo degli studi teologici cristiani che si occupa dell'arte e della teologia della predicazione. L'arte dell'omiletica ricalca i temi pure trattati dalla retorica, cioè l'invenzione (trovare cosa dire), disposizione (sistemare il materiale), memoria (fissare nella mente ciò che si deve esporre) e esposizione. Gli antichi sermoni cristiani erano chiamati omelie, termine derivante dal latino homilia, cioè "conversazione".
L'omelia (dal verbo greco ὁμιλέω = conversare, intrattenere e dal sostantivo latino hŏmīlĭa = discorso, sermone), anche detta predica, nel cristianesimo, è l'esortazione con cui il celebrante, sacerdote o diacono, durante la celebrazione liturgica si rivolge direttamente ai fedeli in maniera non ritualizzata, per commentare le letture del giorno.
La visione dopo il sermone (Vision après le sermon) è un dipinto del pittore francese Paul Gauguin, realizzato nel 1888 e conservato alla National Gallery of Scotland di Edimburgo.
Un passo dal cielo è una serie televisiva italiana trasmessa su Rai 1 dal 2011. È incentrata per le prime tre stagioni sulla vita di Pietro Thiene, interpretato da Terence Hill, comandante di squadra del Corpo forestale di San Candido, in Trentino-Alto Adige; dalla quarta stagione questi viene sostituito dal nuovo comandante Francesco Neri, interpretato da Daniele Liotti.
Una montagna un rilievo della superficie terrestre che si estende sopra il terreno circostante. Esistono varie convenzioni per ci che riguarda l'altezza che discrimina tra il concetto di montagna e quello di collina: d'ordinario si definisce montagna un rilievo che supera i 400 - 500 o, secondo altre convenzioni, i 600 -700 metri sul livello del mare (s.l.m.), ma solo quando il suo aspetto , almeno parzialmente, impervio. Si deve per tener presente che la toponomastica non sempre segue le definizioni convenzionali sopra citate: seguendo l'etimo latino mons, la parola "monte" usata, indipendentemente dalla sua altezza assoluta, quando un rilievo presenta un dislivello notevole dal terreno circostante, quando la sua forma evoca la vicinanza al cielo, quando alcuni versanti risultano inaccessibili per la presenza di alte rupi. La legislazione italiana, dopo l'abrogazione della legge del 1952 e di quella del 1971, non definisce l'altezza che distingue colline e montagne; cos pure non esiste, a livello di Unione europea, una definizione convenzionale legale. Analogamente si parla di montagna anche riferendosi ai rilievi che si incontrano sugli altri pianeti o sui loro satelliti.
La miniera di superficie è un tipo di miniera usata per estrarre depositi di risorse minerarie vicine alla superficie. Nella maggior parte delle forme di miniere di superficie l'equipaggiamento pesante come gli scavatori, prima rimuovono il deposito di roccia e di terreno sopra al deposito. Poi macchinari pesanti come lo scavatore a benna estraggono i minerali. L'industria mineraria di superficie generalmente lascia dietro di sé aree devastate, definite banchi di spogliazione
Il cielo è lo spazio siderale percepibile della Terra o, per estensione, da un qualsiasi altro corpo celeste, visto dalla superficie. In presenza di una atmosfera si presenta con colori diversi a causa della rifrazione e diffusione della luce nell'atmosfera. Nel caso specifico del cielo terrestre, si presenta di colore variabile a causa dell'atmosfera terrestre e delle differenti condizioni di luce dipendenti da posizione geografica, quota, ora e periodo dell'anno. Generalmente di giorno il cielo appare di colore azzurro, con sfumature rosse o gialle all'alba e al tramonto. In caso di fenomeni meteorologici in corso, esso assume una colorazione grigiastra, più o meno scura. Quando non vi siano nuvole, sia di giorno che di notte è possibile vedere la Luna quando è sopra l'orizzonte e, di notte, le stelle. Di notte infatti il cielo senza luce solare appare nero ed è quindi possibile distinguere la luce delle stelle che di giorno non sono visibili in quanto la loro minor intensità luminosa viene "coperta" dalla luce solare: in questo caso si parla di cielo stellato. Il colore azzurro del cielo è più scuro in alta montagna, a causa della minore densità dell'atmosfera. Sulla Luna, e su tutti i corpi celesti dove l'atmosfera manca del tutto, il "cielo" è perennemente nero.