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L'Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale ha avuto una parte decisiva nella vittoria degli Alleati sulla Germania nazista e le altre potenze dell'Asse nel teatro europeo delle operazioni. L'Armata Rossa sovietica dovette combattere sull'immenso Fronte orientale dal 1941 al 1945 contro la grande maggioranza delle forze armate della Wehrmacht e dei suoi alleati e subì perdite elevatissime nelle grandi battaglie aero-terrestri della lunga campagna all'est. La Wehrmacht tedesca subì oltre l'80% delle sue perdite totali di uomini e mezzi combattendo contro l'Armata Rossa. Dopo un'ambigua politica iniziale di collaborazione con la Germania nazista, codificata nel patto Molotov-Ribbentrop, l'Unione Sovietica sotto la guida di Stalin, nel 1941 si trovò isolata di fronte alla potenza della Wehrmacht tedesca che sferrò un devastante attacco a sorpresa il 22 giugno 1941. Dopo una fase iniziale caratterizzata da gravissime sconfitte e dall'invasione del territorio sovietico dell'Ucraina, Bielorussia, Crimea, paesi baltici, l'Armata Rossa riuscì finalmente a fermare l'avanzata tedesca con la battaglia di Mosca nel dicembre 1941 e a passare alla controffensiva con la decisiva vittoria di Stalingrado nell'inverno 1942-43. Le perdite umane della "Grande guerra patriottica" tra i civili, obiettivo della spietata politica di sterminio e pulizia etnica dei nazisti, e tra i soldati, uccisi o presi prigionieri soprattutto nelle grandi sconfitte iniziali, sono state calcolate in oltre 20 milioni. Nonostante l'inizio catastrofico, Stalin, capo supremo politico e militare dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale riuscì progressivamente a organizzare, impiegando spesso metodi di governo estremamente duri, le forze economiche, politiche e militari del paese, mantenne la coesione nelle varie nazionalità, sostenne e accrebbe il patriottismo tra i popoli sovietici. Le armate sovietiche, potentemente equipaggiate con migliaia di carri armati, cannoni e aerei, e sostenute anche dagli importanti aiuti economici e militari degli Alleati occidentali, terminarono la guerra in Europa con la conquista di Berlino e con la vittoria totale sulla Germania nazista. L'Unione Sovietica nell'agosto 1945 partecipò anche alla guerra contro il Giappone e contribuì, con la riuscita e rapidissima invasione della Manciuria alla resa dell'Impero del Sol Levante. Con la vittoria, l'Unione Sovietica, che al termine della guerra occupava tutte le nazioni dell'Europa centro-orientale e la Germania orientale, conseguì importanti obiettivi politici e accrebbe enormemente il suo prestigio e la sua influenza nel mondo, divenendo la seconda potenza mondiale in accesa rivalità con gli Stati Uniti d'America e il suo sistema di alleanze.
Il conflitto russo-ucraino è una guerra in atto tra Russia ed Ucraina, iniziata nel febbraio del 2014. Il conflitto si incentra sullo status della Crimea e del Donbass, regioni appartenenti all'Ucraina, ma il cui possesso è contestato dalla Federazione Russa. A seguito delle proteste Euromaidan ed alla successiva rimozione del presidente ucraino Viktor Janukovyč, oltre allo scoppio di rivolte nella parte meridionale del paese, giunse nell'area un gruppo di soldati russi senza insegne (i cosiddetti "omini verdi") che presero il controllo di una serie di posizioni strategiche ed infrastrutture in Crimea. Il 1º marzo 2014, il Consiglio della Federazione Russa unanimemente decise di appoggiare la petizione fatta pervenire al presidente russo Vladimir Putin di intervenire militarmene nel territorio dell'Ucraina. La risoluzione venne adottata alcuni giorni dopo l'inizio dell'operazione militare russa "Ritorno in Crimea". In seguito ad un discusso referendum sull'autodeterminazione della Crimea (il 95,5% dei votanti si disse a favore dell'unione con la Russia), la Russia integrò la Crimea nella Federazione. Il referendum è stato criticato varie volte dalle Nazioni Unite sia sul fatto del svolgimento del referendum senza permesso del governo ucraino, che sulla legittimità dei risultati. Nell'aprile di quello stesso anno vi furono delle proteste pubbliche pro-Russia nell'area di Donbass dell'Ucraina che sfociarono in una guerra tra governo ucraino e separatisti russi che andarono ad autoproclamarsi in due repubbliche popolari indipendenti, quella di Doneck (in ucraino: Донецьк?, traslitterato: Donec'k) e quella di Lugansk (in ucraino: Луга́нськ?, traslitterato: Luhans'k). Nell'agosto di quell'anno, alcuni veicoli militari russi oltrepassarono il confine nell'oblast' di Donec'k. L'incursione di queste unità militari russe venne vista come la causa della sconfitta delle forze ucraine all'inizio di settembre.Nel novembre del 2014, i militari ucraini iniziarono una serie di movimenti di truppe verso le parti del paese occupate dai separatisti. L'Associated Press riportò la presenza di 80 veicoli militari in movimento verso le aree controllate dai ribelli. L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) inviò dei convogli con armamenti pesanti e carri armati. Secondo il The Moscow Times, la Russia avrebbe cercato di intimidire i collaboratori dell'OSCE sui diritti umani parlando dei morti nel conflitto. La stessa OSCE riportò più volte come gli fosse stato negato l'accesso ad aree controllate da forze russe e separatiste combinate.La maggior parte dei membri della comunità internazionale ed organizzazioni come Amnesty International hanno condannato l'intervento militare della Russia e l'hanno accusato di aver violato le leggi internazionali e la sovranità del popolo ucraino. Molti sono i paesi che hanno imposto delle sanzioni economiche contro la Russia e compagnie individuali ad essa collegate, fatto a cui la Russia ha risposto a tono.Nell'ottobre del 2015, The Washington Post riportò come la Russia avesse schierato alcune unità d'élite dall'Ucraina in Siria in supporto al presidente siriano Bashar al-Assad. Nel dicembre del 2015, il presidente russo Vladimir Putin ammise che alcuni ufficiali dell'intelligence russa stavano lavorando in Ucraina, insistendo che comunque essi non erano equiparabili alle truppe regolari. Attualmente, il 7% del territorio dell'Ucraina si trova ad essere sotto occupazione militare russa.
La guerra dell'Ucraina orientale o guerra del Donbass, inizialmente indicata come rivolta (o crisi) dell'Ucraina orientale, è un conflitto in corso che ha avuto inizio il 6 aprile 2014, quando alcuni manifestanti armati, secondo le testimonianze, si sono impadroniti di alcuni palazzi governativi dell'Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec'k, Luhans'k e Charkiv. I separatisti chiesero un referendum riguardo allo status delle loro regioni all'interno dell'Ucraina i quali si tennero l'11 maggio 2014. Intanto, dal 6 aprile, sono state due le repubbliche che si sono proclamate indipendenti: la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk. Tra il 22 e il 25 agosto, l'artiglieria russa, il suo personale e un convoglio umanitario sono stati segnalati da ufficiali della NATO per aver attraversato il confine in territorio ucraino, senza il permesso del governo locale. Sconfinamenti si sono verificati sia in zone sotto il controllo delle forze filo-russe sia nelle aree che non erano sotto il loro controllo, come ad esempio la parte sud-orientale dell'Oblast' di Donec'k, nei pressi di Novoazovs'k. Questi eventi hanno seguito il bombardamento sulle posizioni ucraine dal lato russo del confine riportato nel corso del mese precedente. Il capo del servizio di sicurezza dell'Ucraina Valentyn Nalyvajčenko ha detto che gli eventi del 22 agosto sono stati un'invasione diretta da parte della Russia in Ucraina e funzionari occidentali ed ucraini hanno descritto questi eventi come un'"invasione furtiva" dell'Ucraina da parte della Russia.