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Donne nella rivoluzione francese

Gli storici del tardo XX secolo si sono trovati a discutere su come le donne abbiano condiviso gli eventi e gli ideali della rivoluzione francese e quale impatto a lungo termine ciò abbia comportato sulla condizione della donna in Francia. Le donne non possedevano diritti politici nella Francia prerivoluzionaria dell'Ancien Régime; erano considerate come cittadini passivi, costrette a fare affidamento sugli uomini per determinare ciò che era meglio per loro. Questo stato di cose ha avuto cambiamenti drammatici in teoria quando hanno cominciato ad esservi notevoli progressi nell'idea di femminismo. Il femminismo è emerso a Parigi come parte di una più ampia domanda di riforma sociale e politica. Le donne hanno richiesto uguaglianza sociale al pari degli uomini per poi passare alla richiesta di porre termine al secolare dominio maschile. Il loro veicolo principale per la propaganda erano opuscoli e l'istituzione di club femminili, in particolare la Società delle repubblicane rivoluzionarie. Tuttavia l'elemento giacobino (più radicale) al potere ha abolito tutti i club delle donne nel mese di ottobre 1793 e fatto arrestare le loro leader; il movimento è stato così schiacciato. Lo studioso Louis Devance spiega la decisione in termini di enfasi sulla mascolinità in tempo di guerra, sulla cattiva reputazione di Maria Antonietta per la sua continua interferenza femminile negli affari di stato e sulla tradizionale supremazia maschile. Un decennio più tardi il codice Napoleonico ha confermato e perpetuato lo status di seconda classe delle donne.

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