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La Rivoluzione francese (nota anche come Prima rivoluzione francese per distinguerla dalla Rivoluzione di luglio e dalla Rivoluzione francese del 1848), fu un periodo di radicale e a tratti violento sconvolgimento sociale, politico e culturale occorso in Francia tra il 1789 e il 1799, assunto dalla storiografia come lo spartiacque temporale tra l'et moderna e l'et contemporanea.Evento estremamente complesso e articolato nelle sue varie fasi, le principali e pi immediate conseguenze furono l'abolizione della monarchia assoluta, la proclamazione della repubblica con l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien R gime, ovvero del sistema politico e sociale precedente, ritenuto responsabile dello stato di disuguaglianza e povert della popolazione subalterna, e l'emanazione della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, futuro fondamento delle costituzioni moderne.Sebbene terminata con il periodo imperiale-napoleonico e la successiva Restaurazione da parte dell'aristocrazia europea, la Rivoluzione francese, insieme a quella americana, segnando il declino dell'assolutismo, ispir le successive rivoluzioni borghesi liberali e democratiche del XIX secolo (i cosiddetti moti rivoluzionari), dando definitivamente impulso alla nascita di un nuovo sistema politico basato sul concetto di Stato di diritto o Stato liberale, in cui la borghesia divenne la classe dominante, prodromi a loro volta della nascita dei moderni stati democratici del XX secolo.
Con il termine giacobinismo si intende un movimento e un'ideologia politica risalenti all'esperienza del Club dei Giacobini durante la Rivoluzione francese. Il giacobinismo si diffuse in buona parte dell'Europa durante l'epoca rivoluzionaria ed ebbe un'influenza politica notevole nella storia francese per tutto il XIX secolo, in particolare negli eventi della Rivoluzione di luglio, della Rivoluzione francese del 1848 e, soprattutto, nell'esperienza della Comune di Parigi del 1871. Successivamente, sia Lenin che Antonio Gramsci sostennero un rapporto di filiazione del bolscevismo dal giacobinismo e tale tesi è stata poi fatta propria, sia pure con notazioni e valutazioni diverse, dalla storiografia, a partire da Albert Mathiez e Jacob Leib Talmon (1916–1980).
Ernst Nolte (Witten, 11 gennaio 1923 – Berlino, 18 agosto 2016) è stato uno storico, filosofo e accademico tedesco. Nolte fu docente e professore emerito di storia contemporanea alla Libera Università di Berlino, ed è noto come importante studioso dei rapporti e dei legami causali tra comunismo sovietico e nazionalsocialismo tedesco. Studente di Martin Heidegger, è ritenuto un esponente di primo piano del revisionismo storiografico e le sue tesi, secondo cui fascismo e nazismo furono risposte imitative speculari (anche se eccessive) al bolscevismo russo-sovietico, furono centrali negli accesi dibattiti sulla relativizzazione e contestualizzazione storica dei crimini della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Il campo su cui si dibatté riguardava principalmente l'Olocausto e i crimini di guerra della Wehrmacht e questi scontri animarono la storiografia tedesca, europea e mondiale degli anni '80 culminando nella cosiddetta "controversia degli storici" (Historikerstreit). Nell'ambito della filosofia della storia, Nolte può collocarsi, come George Mosse e Renzo De Felice, nella corrente dello storicismo, anche se non di stampo neoidealista.Chi respinse le tesi di Nolte, tra cui Elie Wiesel, Deborah Lipstadt e Jürgen Habermas, lo accusò di giustificazionismo e minimizzazione della Shoah, o addirittura di antisemitismo, mentre altri, come Andreas Hillgruber, Francesco Perfetti, Stéphane Courtois e Augusto Del Noce, apprezzarono l'equiparazione tra gulag e lager come la rottura di un tabù (l'unicità dell'Olocausto ebraico e la nozione di "male assoluto" associata al nazismo) presente tra gli storici fino ad allora. Negli ultimi anni si concentrò su quello che definiva il terzo "radicalismo", l'islamismo politico, senza però lesinare critiche alla civiltà occidentale e al sionismo.
Quella che segue è la cronologia dei fatti della Rivoluzione francese e delle guerre rivoluzionarie francesi.
Per club della rivoluzione francese si intendono quelle organizzazioni politiche, antenate degli odierni partiti, che guidarono tutta la prima fase della Rivoluzione del 1789. Il nome tradizionale della maggior parte di essi deriva dal nome dei conventi di Parigi che erano stati requisiti dai rivoluzionari, dove solevano riunirsi e che curiosamente spesso riproducevano in chiave laica rivalità esistenti da secoli. Club dei Giacobini prendono il nome dal Couvent de jacobins, il convento di San Giacomo, dell'ordine domenicano, curiosamente grande rivale del convento dei Cordiglieri, dell'ordine francescano. Membri importanti: Jacques Pierre Brissot Jacques Louis David, Joseph Fouché Gaspard Monge Robespierre Saint-JustClub dei Cordiglieri, prendono il nome dal convento di francescani, dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali in francese Cordeliers. Il club fu fondato nel 1790 da Georges Danton e Camille Desmoulins. Caratterizzato dall'estremismo rivoluzionario, soprattutto con Hébert, si sciolse dopo la condanna degli hébertisti (1794). Membri importanti: Pierre-Gaspard Chaumette Marie-Joseph Chénier Camille Desmoulins Fabre d'Églantine Hébert Georges Jacques Danton Jean-Paul MaratClub dei foglianti, prendono il nome da un convento in Rue Saint-Honoré appartenente, appunto ai Foglianti, un ramo dell'ordine religioso cistercense derivato dalla riforma attuata dall'abate di Feuillant, Jean de la Barrière.Coloro che volevano una Monarchia Costituzionale. Membri importanti: La Fayette MirabeauClub de Clichy prende il nome da rue de Clichy, dove era il palazzo del notaio Desmolières. Dopo la caduta di Robespierre, il 9 termidoro (27 luglio 1794) e la fine del Terrore, l'opposizione monarchica si riorganizzò per club (seguendo l'esempio dell'assai noto Club dei Giacobini). Conservò il nome anche dopo che le riunioni vennero, assai presto, trasferite nel palazzo già appartenuto al Bertin, un antico controllore generale delle finanze di Luigi XV, morto in esilio, settantaduenne, nel 1792. Inaugurato da una ventina di deputati alla Convenzione, quasi tutti reduci dall'arresto ad opera del Tribunale rivoluzionario, principale attore del Terrore giacobino. Da questa circostanza derivò il costume, fra i membri del club, di salutarsi 'alla ghigliottina' (à la guillotine), ovvero piegando, con un colpo secco, la testa in avanti, mentre il resto del corpo restava ben eretto.Club bretone nucleo originario del più noto Club dei Giacobini.Società del 1789 (o Club del 1789) nucleo originario del Club dei foglianti.Club del Panthéon erede del disciolto club dei Giacobini, con programma però più moderato, del 1795.Club del Maneggio club neogiacobino del 1799.Oltre ai club, assimilabili ai nostri partiti con base popolare esistevano delle forme assimilabili ai nostri gruppi parlamentari Girondini erano un gruppo politico che, durante la rivoluzione francese, si riunì all'assemblea legislativa ed alla Convenzione Nazionale. Vennero chiamati così perché ne facevano parte molti deputati della Gironda. Erano per lo più membri della borghesia provinciale dei grandi porti costieri. Il loro confronto violento con il gruppo dei Montagnardi caratterizzò i primi mesi della Convenzione. Montagnardi o Montagnards erano gli appartenenti al gruppo più radicale e rivoluzionario, in netta contrapposizione con i Girondini (repubblicani federalisti), chiamati così perché occupavano i banchi posti più in alto nella Convenzione. Facevano parte di questo gruppo i seguaci di Robespierre (i cosiddetti giacobini), di Danton e di Marat, oltre a molti altri. Non ebbero mai la maggioranza, sempre contrastati dai girondini.
Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre, detto l'Incorruttibile (Arras, 6 maggio 1758 – Parigi, 28 luglio 1794) è stato un politico, avvocato e rivoluzionario francese. Uomo integerrimo, difensore del popolo, specialmente dei poveri e degli oppressi, fu uno dei padri fondatori della Repubblica francese. Ma piuttosto fanatico e sanguinario, fervente giacobino, corrotto dal potere assoluto che aveva acquistato, il più feroce e progressista tra i capi della rivoluzione francese non esitò a far ghigliottinare i suoi avversari politici e fu il dominatore del Terrore. Per il suo impegno, il rigore morale, la coerenza e l'intransigenza si guadagnò il soprannome di "Incorruttibile". Ha ispirato Lenin, Stalin, Trotsky e altri spietati dittatori.
Il termine rivoluzione (dal latino revolutio -onis, "rivolgimento, ritorno", derivato dal verbo revolvĕre "rovesciare") nel suo significato più ampio indica qualsiasi cambiamento radicale nelle strutture sociali come quello operato ad esempio dalla rivoluzione industriale, da quella tecnologica o in particolare da quella culturale come auspicavano gli illuministi nel secolo XVIII con la redazione dell'Encyclopédie: Nella filosofia politica è l'ideale della realizzazione storica di un radicale cambiamento, ispirato da motivazioni ideologiche, nella forma di governo di un paese con trasformazioni profonde di tutta la struttura sociale, economica e politica. La rivoluzione come fenomeno storico è un processo rapido o di lunga durata, non sempre violento, con il quale classi o gruppi sociali, più o meno ampi, si ribellano alle istituzioni al potere per modificarle e determinare un nuovo ordinamento politico.
Nino Cortese (Perugia, 25 settembre 1896 – Napoli, 7 febbraio 1972) è stato uno storico e accademico italiano, di area crociana, specialista di storia del Risorgimento.
Jacques-Louis David (Parigi, 30 agosto 1748 – Bruxelles, 29 dicembre 1825) è stato un pittore e politico francese. Dopo una formazione ricevuta in un ambito culturale tradizionale, ancora seguendo il gusto rococò, Jacques-Louis David ottenne l'ambitissimo Prix de Rome che, nel 1775, gli permise di raggiungere l'Italia. Il quinquennale soggiorno romano fu per lui un periodo tormentato e difficile, poco soddisfacente dal punto di vista creativo eppure ricco di esperienze fondamentali, come lo studio diretto dell'arte classica, la scoperta dell'arte rinascimentale (Leonardo, Michelangelo e Raffaello) e barocca (Caravaggio) e, verosimilmente, la conoscenza degli scritti di Winckelmann, Mengs e altri teorici del Neoclassicismo, di cui David divenne il capofila in Francia.