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La casa Savoia è una tra le più antiche e importanti dinastie d'Europa. La sua origine è attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna, dove venne infeudata della contea di Savoia, elevata poi a ducato nel XV secolo. Nello stesso secolo, estintasi la dinastia dei Lusignano, ottenne la corona titolare dei regni crociati di Cipro, Gerusalemme e Armenia. Nel XVI secolo circa spostò i suoi interessi territoriali ed economici dalle regioni alpine verso la penisola italiana (come testimoniato dallo spostamento della capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1563). Agli inizi del XVIII secolo, a conclusione della guerra di successione spagnola, ottenne l'effettiva dignità regia, dapprima sul Regno di Sicilia (1713), dopo alcuni anni (1720) scambiato con quello di Sardegna. Nel 1807 Carlo Emanuele IV ereditò dall'ultimo principe Stuart, il card. Enrico Benedetto, anche i diritti di pretensione ai troni di Inghilterra, Scozia e Irlanda, oltre che di Francia secondo la successione giacobita ma nessun sovrano sabaudo fece uso dei titoli finché restarono nella Casa. Nel XIX secolo si pose a capo del movimento di unificazione nazionale italiano, che condusse alla proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861. Da questa data e fino al giugno del 1946, quando il referendum sulla forma istituzionale dello Stato sancì l'abolizione della monarchia in favore della repubblica parlamentare, fu la Real Casa d'Italia. Al di fuori della penisola italiana, il duca Amedeo di Savoia-Aosta fu inoltre re di Spagna dal 1870 al 1873, con il nome di Amedeo I di Spagna. Durante il regime totalitario di Benito Mussolini, la dinastia ottenne formalmente con Vittorio Emanuele III le corone di Etiopia (1936) e di Albania (1939) in unione personale, mentre nel 1941, col duca Aimone di Savoia-Aosta, anche la corona di Croazia. Questi ultimi titoli cessarono tuttavia definitivamente nel 1945, con l'assetto internazionale seguito alla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1947, la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana dispose l'esilio degli ex re e dei loro discendenti maschi. Nel 2002, in vista della cancellazione della XIII disposizione, Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia giurarono per iscritto «fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro presidente della Repubblica». Nel 2003 i discendenti di casa Savoia poterono rientrare in Italia.
L'A.S.D. Unione Sportiva Savoia 1908, meglio nota come Savoia, è una società calcistica italiana con sede nella città di Torre Annunziata (NA). Milita in Serie D, il quarto livello del campionato italiano di calcio. È una delle società più antiche dell'Italia meridionale. Fu fondata il 21 novembre 1908 da un gruppo di industriali di molini e pastifici, con l'aiuto di altri personaggi della media borghesia torrese. Il colore sociale è il bianco, colore della materia prima dell'economia torrese dell'epoca: la farina. Il simbolo del club è lo scudo Savoia stilizzato e gioca le sue partite casalinghe nello stadio Alfredo Giraud. Nella stagione 1923-1924 il Savoia si laureò campione dell'Italia centromeridionale e perse la finalissima per il titolo nazionale contro il Genoa. Vanta nella sua storia la partecipazione a cinque campionati di primo livello, antecedenti al girone unico, e altrettanti di secondo livello, di cui 3 di Serie B. Il club assunse la denominazione di Torrese dal 1944 al 1955.
Umberto I di Savoia (Umberto Rainerio Carlo Vittorio Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio di Savoia; Torino, 14 marzo 1844 – Monza, 29 luglio 1900) è stato Re d'Italia dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, e di Maria Adelaide d'Austria, regina del Regno di Sardegna, morta nel 1855, il suo regno fu contrassegnato da diversi eventi, che produssero opinioni e sentimenti opposti. Il monarca viene ricordato positivamente da alcuni per il suo atteggiamento dimostrato nel fronteggiare sciagure come l'epidemia di colera a Napoli del 1884, prodigandosi personalmente nei soccorsi (perciò fu soprannominato "Re Buono"), e per la promulgazione del cosiddetto codice Zanardelli, che apportò alcune innovazioni nel codice penale, come l'abolizione della pena di morte. Da altri fu duramente avversato per il suo rigido conservatorismo (inaspritosi negli ultimi anni del regno), il suo indiretto coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana, l'avallo alle repressioni dei moti popolari del 1898 e l'onorificenza concessa al generale Fiorenzo Bava Beccaris per la sanguinosa azione di soffocamento delle manifestazioni del maggio dello stesso anno a Milano, azioni e condotte politiche che gli costarono almeno tre attentati nell'arco di 22 anni, fino a quello che a Monza, il 29 luglio 1900, per mano dell'anarchico Gaetano Bresci, gli sarà fatale. Proprio dagli anarchici, Umberto I ricevette il soprannome di "Re Mitraglia". Fu anche il destinatario di uno dei biglietti della follia di Friedrich Nietzsche. Da Umberto I prende il nome l'omonimo stile artistico e architettonico.
Il Piemonte (AFI: /pje'monte/; Piemont [pje'mʊnt] in piemontese, in occitano e in francoprovenzale; Piemont [pje'mont] in walser; Piémont [pje.mɔ̃] in francese) è una regione a statuto ordinario di 4 289 836 abitanti dell'Italia nord-occidentale, con capoluogo amministrativo – nonché capitale storica – la città di Torino. Confina ad ovest con la Francia (regioni Alvernia-Rodano-Alpi e Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord-ovest con la Valle d'Aosta, a nord con la Svizzera (cantoni Vallese e Ticino), ad est con la Lombardia, a sud-est per un breve tratto con l'Emilia-Romagna e a sud con la Liguria. È la seconda regione italiana per superficie, settima per numero di abitanti, seconda per maggior numero di comuni, la più occidentale d'Italia e fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo, della Macroregione alpina e, limitatamente ai territori delle province di Novara e VCO, della Regio Insubrica. È inoltre la quarta regione per esportazioni, con una quota del 10% sul totale nazionale, e quinta per valore del prodotto interno lordo (PIL), con circa 143 miliardi di euro totali. Il reddito pro capite è superiore alla media italiana.
Mafalda di Savoia (nata Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana; Roma, 19 novembre 1902 – campo di Buchenwald, 28 agosto 1944), nata principessa d'Italia, poi d'Etiopia e Albania, divenne langravia titolare d'Assia-Kassel per matrimonio.
Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia (Torino, 20 novembre 1851 – Bordighera, 4 gennaio 1926), consorte di re Umberto I, fu la prima regina consorte d'Italia. La moglie del primo Re d'Italia Vittorio Emanuele II di Savoia, Maria Adelaide d'Austria, era infatti morta nel 1855, prima della proclamazione del Regno avvenuta nel 1861. Negli anni in cui fu al fianco di Umberto come principessa ereditaria e, dal 1878, come regina d'Italia, esercitò una notevole influenza sulle scelte del marito e un grande fascino sulla popolazione, facendo sapiente uso delle proprie apparizioni pubbliche, concepite per attrarre il popolo con un abbigliamento ricercato e una costante affabilità. Secondo Ugoberto Alfassio Grimaldi, fu il personaggio politico dell'Italia unita che suscitò, dopo Giuseppe Garibaldi e Benito Mussolini, «i maggiori entusiasmi nelle classi elevate e nelle classi umili».Cattolica, fieramente attaccata a Casa Savoia e profondamente reazionaria, fu una nazionalista convinta e sostenne la politica imperialista di Francesco Crispi. L'incitamento alla repressione delle rivolte popolari, come avvenne nei moti di Milano del 1898, per quanto controverso non ne compromise l'immagine, forse perché fu la prima donna italiana a sedere sul trono del paese neocostituito. A corte gestì un circolo culturale settimanale che le valse l'ammirazione di poeti e intellettuali e la collocò forse, almeno sotto questo aspetto, più a sinistra di molte altre dame dell'aristocrazia. I suoi balli, inoltre, come quelli cui partecipò, celavano spesso un piano diplomatico, e nelle sue intenzioni cercarono in particolare di assicurare una mediazione con l'aristocrazia "nera", rimasta fedele al Vaticano dopo la presa di Roma. Molti furono gli omaggi popolari e poetici tributati alla nobildonna (dalla pizza Margherita alla celebre ode carducciana Alla regina d'Italia, scritta subito dopo la visita bolognese dei sovrani nel novembre 1878), anche negli anni successivi all'assassinio del marito, quando diventò regina madre.
Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja è un complesso architettonico e storico situato nella centrale Piazza Castello a Torino. È patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO, come parte del sito seriale Residenze Sabaude. Nel palazzo ha sede il Museo Civico d'Arte Antica. Si tratta di un connubio di duemila anni di Storia di Torino, da antichissima porta orientale della colonia romana di Julia Augusta Taurinorum a casaforte difensiva, quindi a Castello vero e proprio, simbolo del potere sabaudo fino almeno al XVI secolo, quando venne preferito l'attuale Palazzo Reale, come sede dei duca di Savoia. La parte occidentale del primo complesso medioevale, fu poi chiamato Palazzo Madama perché fu dapprima abitato da Madama Cristina di Borbone-Francia, detta la "prima Madama Reale", nel periodo 1620-1663 circa, quindi da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, detta la "seconda Madama Reale", nel periodo 1666-1724. Fu per quest'ultima che l'attuale facciata fu disegnata, nel 1716-1718, dall'architetto di corte Filippo Juvarra.
Cristina di Borbone (Parigi, 10 febbraio 1606 – Torino, 27 dicembre 1663) nata principessa di Francia, divenne duchessa e reggente di Savoia come moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia, che aveva sposato appena tredicenne il 10 febbraio 1619. Era la figlia del re Enrico IV di Francia e della sua seconda moglie Maria de' Medici.
Carlo Emanuele III di Savoia, detto il Laborioso e soprannominato dai piemontesi Carlin (Torino, 27 aprile 1701 – Torino, 20 febbraio 1773), fu re di Sardegna, duca di Savoia, duca del Monferrato, marchese di Saluzzo, principe di Piemonte, duca d'Aosta e conte della Moriana e di Nizza dal 1730 al 1773. Sotto il suo regno, che durò ben quarantatré anni, lo stato di Sardegna continuò a militare al fianco delle grandi potenze nelle guerre di successione polacca e austriaca, ottenendo considerevoli acquisizioni territoriali, che ne spostarono il confine al Ticino. Poco stimato dal padre come comandante militare, si circondò di militari cui conferì le più alte cariche dello Stato.