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Il Ducato di Savoia nacque nel 1416 dall'elevazione a rango ducale della Contea di Savoia, Stato tenuto dalla dinastia dei Savoia, e dall'unione della contea di Savoia con il principato di Piemonte. Terminò, a seguito della fusione perfetta del 1847, con l'incorporazione nel Regno di Sardegna. Il suo territorio comprendeva gli attuali dipartimenti francesi della Savoia, dell'Alta Savoia e delle Alpi Marittime, numerosi possedimenti italiani in Valle d'Aosta e gran parte del Piemonte. Il Ducato rimase conteso tra varie potenze per gran parte della sua storia, riuscendo, infine, con Emanuele Filiberto, a imporsi con fermezza nella scena politica italiana, pur appoggiandosi prima alla corona di Spagna, poi al Regno di Francia e infine all'Impero austriaco. Al termine della Guerra di successione spagnola, grazie al Trattato di Utrecht, essendo tra i vincitori, i Savoia ottennero la corona del Regno di Sicilia e il conseguente titolo regio nel 1713. I Savoia mantennero la sovranità sulla Sicilia fino al 1720 quando, a causa delle pressioni internazionali, dovettero accettare lo scambio col Regno di Sardegna (che, nel 1861, sarebbe diventato il Regno d'Italia).
Enrico III di Valois (Fontainebleau, 19 settembre 1551 – Saint-Cloud, 2 agosto 1589) fu re di Francia dal 1574 al 1589. Quarto figlio di Enrico II e di Caterina de' Medici, fu l'ultimo re della dinastia dei Capetingi Valois. Fu battezzato con i nomi di Alessandro Edoardo e gli fu dato il titolo di duca d'Angoulême. Divenne poi duca d'Orléans nel 1560, quando morirono il fratello Francesco II di Francia e successivamente il fratello Carlo, di solo un anno più vecchio di lui, salì al trono. Il 17 marzo 1564, data della sua Confermazione, prese il nome "Enrico"; nel 1566, fu nominato duca d'Angiò. L'11 maggio (giorno della Pentecoste) 1573, fu eletto re di Polonia, con il nome di Enrico V di Polonia (pol. Henryk Walezy), giurò a Parigi, di fronte a una delegazione di nobili polacchi, la sua fedeltà agli Articoli enriciani e regnò sulla Polonia fino al 18 giugno 1574, quando, saputo della morte del fratello Carlo, scappò dalla Polonia per salire al trono di Francia. Fu consacrato a Reims il 13 febbraio 1575 con il nome di Enrico III e il 15 febbraio sposò Luisa di Lorena-Vaudémont. Salendo sul trono francese, Enrico III si trovò davanti un paese diviso, dove la sua autorità era solo parzialmente riconosciuta. Debole di salute, dedito a comportamenti edonistici e poco accorto economicamente (aspetti sui quali i pamphlet degli avversari politici del resto si accanirono) non riuscì a risolvere i gravi problemi religiosi, politici ed economici che attanagliavano il regno, che anzi si esacerbarono. Durante i 15 anni del suo regno si succedettero ben quattro guerre di religione. Enrico III dovette lottare contro partiti politico-religiosi, regolarmente sostenuti da potenze straniere, che finirono col minare la sua autorità. In particolare quello dei Malcontent, guidato dal fratello minore Francesco Ercole di Valois, gli ugonotti (rappresentati principalmente da Enrico di Navarra) e la Lega cattolica, capeggiata dai Guisa e sostenuta dagli spagnoli. Alla fine furono proprio gli estremisti cattolici a porre fine al regno dei Valois. Morì infatti a Saint-Cloud il 1º agosto 1589 accoltellato da Jacques Clément, un frate fanatico della Lega, pochi mesi dopo aver ordinato l'assassinio degli ambiziosi fratelli Guisa, Enrico e Luigi.
Il dispotismo o assolutismo illuminato è il governo assolutista di un monarca o despota illuminato, in riferimento agli ideali dell'Illuminismo, periodo storico e culturale dell'Occidente del XVIII e inizio del XIX secolo.
Cristina di Borbone (Parigi, 10 febbraio 1606 – Torino, 27 dicembre 1663) nata principessa di Francia, divenne duchessa e reggente di Savoia come moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia, che aveva sposato appena tredicenne il 10 febbraio 1619. Era la figlia del re Enrico IV di Francia e della sua seconda moglie Maria de' Medici.
Carlo Maratta, talvolta menzionato anche come Carlo Maratti (Camerano, 15 maggio 1625 – Roma, 15 dicembre 1713), è stato un pittore e restauratore italiano. Fu una figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del Seicento; durante la vita fu celebrato come il massimo pittore del suo tempo, improntando anche gran parte della produzione artistica del secolo successivo. Nel periodo neoclassico, la sua arte fu assai criticata e cadde nell'oblio; solo nel Novecento ne fu riscoperto il valore. La pittura romana tra Seicento e Settecento era dominata dal contrasto tra classicismo e barocco; Maratta riuscì nel difficile compito di conciliare le due opposte tendenze, partendo dal classicismo di Raffaello e accogliendovi un barocco privo di eccessi retorici.
Carlo III di Lorena, detto il Grande (Nancy, 18 febbraio 1543 – Nancy, 14 maggio 1608), fu Duca di Lorena dal 1545 sino alla sua morte; viene talvolta indicato con il numerale di Carlo II di Lorena. Egli era il figlio maggiore sopravvissuto di Francesco I di Lorena (1517 – 1545) e di Cristina di Danimarca (1522 – 1590). La sua dinastia era inoltre pretendente al Regno di Gerusalemme e usò anche il titolo di Duca di Calabria come simbolo delle loro pretese sul Regno di Napoli. Inoltre, i Lorena erano pretendenti al Ducato di Gheldria, ereditato da Carlo di Egmont. Durante la fanciullezza, la sua già anziana bisnonna, Filippina di Gheldria, morì nel 1547 lasciando la sua eredità al giovane Carlo.
Carlo Alberto di Savoia-Carignano (Carlo Alberto Emanuele Vittorio Maria Clemente Saverio di Savoia-Carignano; Torino, 2 ottobre 1798 – Oporto, 28 luglio 1849) è stato Re di Sardegna dal 27 aprile 1831 al 23 marzo 1849. Durante il periodo napoleonico visse in Francia dove acquisì un'educazione liberale. Come principe di Carignano nel 1821 diede e poi ritirò l'appoggio ai congiurati che volevano imporre la costituzione al re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Divenne conservatore e partecipò alla spedizione legittimista contro i liberali spagnoli del 1823. Non destinato al trono, diventò re dello Stato sabaudo nel 1831 alla morte dello zio Carlo Felice che non aveva eredi. Da sovrano, dopo un primo periodo conservatore durante il quale appoggiò vari movimenti legittimisti d'Europa, nel 1848 aderì all'idea di un'Italia federata guidata dal papa e libera dagli Asburgo. Nello stesso anno concesse lo Statuto, la carta costituzionale che sarebbe rimasta in vigore (prima nel Regno di Sardegna e poi nel Regno d'Italia) fino al 1947. Guidò le forze che portarono alla prima guerra di indipendenza contro l'Austria ma, abbandonato da papa Pio IX e dal re Ferdinando II delle Due Sicilie, nel 1849 fu sconfitto e abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele. Morì in esilio qualche mese dopo nella città portoghese di Oporto. Il suo tentativo di liberare l'Italia settentrionale dall'Austria rappresentò il primo sforzo dei Savoia di mutare gli equilibri della penisola dettati dal Congresso di Vienna. L'opera sarà ripresa con successo dal figlio Vittorio Emanuele, che diverrà il primo re d'Italia.
Per architettura neoclassica si intende lo stile architettonico che, in linea con la più generale tendenza artistica del neoclassicismo, riprende ideali e apparato formale dell'architettura classica greca e romana e la razionalità nelle forme stesse, assimilando gli elementi architettonici tradizionali a elementi costruttivi. Nella storia dell'architettura, questo stile emerse successivamente al tardobarocco e al rococò, in anni in cui il Grand Tour segnava la formazione culturale di intere generazioni di nuovi artisti e di tutta la classe aristocratica e dell'alta borghesia. Il periodo di sviluppo di questo stile corrisponde a quello che gli storici dell'economia definiscono della rivoluzione industriale. Sempre in questo periodo comincia il distacco dell'architettura dai problemi della pratica costruttiva.Nonostante veri e propri stili precursori, come quello italiano di Andrea Palladio successivamente seguito dal palladianesimo, diffusosi poi in Inghilterra e in seguito in tutto il mondo che influì notevolmente l'architettura neoclassica, il neoclassicismo vero e proprio cominciò dopo la metà del XVIII secolo, sviluppandosi quindi in tutti i paesi occidentali e non mancando di influenzare la produzione architettonica in Russia, negli Stati Uniti e nell'America Latina. Pur trattandosi di un fenomeno internazionale, l'architettura del neoclassicismo fu caratterizzata da correnti diverse a seconda del periodo e delle diverse tradizioni stabilitesi in precedenza nei vari paesi. A questo proposito è difficile stabilire una periodizzazione rigorosa: infatti, il Neoclassicismo, non solo può essere inserito in una corrente più ampia fondata sullo studio dell'architettura classica (già a partire dall'architettura cinquecentesca), ma restò in voga per tutto il XIX secolo, caratterizzandosi durante l'eclettismo e finendo per lasciare le sue tracce nell'architettura più recente (si vedano le varie tendenze monumentaliste novecentesche).