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L'eccidio di Castello di Godego è una strage perpetrata in Italia dall'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, nonché una delle più efferate avvenute in quel periodo nel nord del paese.Avvenuto il 29 aprile 1945, a pochi giorni dal termine del conflitto, l'eccidio costò la vita a 135 tra civili e partigiani ed ebbe luogo prevalentemente nel territorio comunale di Castello di Godego, anche se nessun godigese venne prelevato per la strage. Le vittime provenivano dai comuni limitrofi di San Giorgio in Bosco, San Martino di Lupari e Villa del Conte.Nonostante quella di Castello di Godego sia comunemente considerata come "ultima" strage, le uccisioni proseguirono mentre la divisione tedesca si ritirava verso nord. Il giorno seguente l'eccidio, in località Caerano di San Marco, vennero uccise per rappresaglia 6 persone in quello conosciuto come eccidio di Stecca.
Con l'espressione eccidio del Castello dell'Imperatore (conosciuto anche come "eccidio della Fortezza") si fa riferimento ad una serie di esecuzioni sommarie avvenute nella città toscana di Prato il 7 settembre 1944. Il Tribunale condannò Marcello Tofani, detto Tantana, per uno di questi omicidi e prosciolse in istruttoria 4 partigiani. Sentenza del 27/03/1953 della Corte di Assise di Primo Grado del Tribunale di Firenze.L'evento è da mettere in rapporto diretto, se non consequenziale, con le deportazioni e i rastrellamenti per mano nazifascista nel marzo dello stesso anno a Prato, e con l'esecuzione sommaria di 29 giovani partigiani a Figline di Prato il giorno precedente.[1][2][3][4].