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Il Vittoriale degli Italiani è un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all'aperto, giardini e corsi d'acqua eretto tra il 1921 e il 1938 a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, da Gabriele d'Annunzio su progetto dell'architetto Giancarlo Maroni, a memoria della "vita inimitabile" del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la prima guerra mondiale. Spesso, per sineddoche, tale nome è riferito soltanto alla casa di d'Annunzio, situata all'interno del complesso. Il Vittoriale oggi è un monumento aperto al pubblico e visitato ogni anno da circa 210.000 persone. «Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri... Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno» scrive d'Annunzio alla moglie Maria in una lettera del febbraio del 1921, cioè pochi giorni dopo il suo arrivo a Gardone; nelle intenzioni del poeta il soggiorno gardesano doveva durare dunque solo poche settimane per completare la stesura del suo ultimo romanzo, mentre oggi si sa che quella gardonese sarebbe diventata la sua ultima e definitiva dimora.
Cronologia dell'opera dannunziana divisa per generi e periodi della sua vita. L'arco di tempo abbracciato dal poeta spazia dal 1879 al 1936.
L'Italia (/iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato situato nell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare e conta una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. La capitale è Roma. La parte continentale, delimitata dall'arco alpino, confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302072,84 km². Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica mentre Campione d'Italia è l'unica exclave italiana. Con l'ascesa di Roma, che fu capitale della Repubblica romana e poi dell'Impero romano, si ebbe il primo processo di unificazione della penisola, destinata a rimanere per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni germaniche, come gli Ostrogoti, i Longobardi e i Normanni, perdendo la propria unità politica. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, ridivenne il centro culturale del mondo occidentale, ma dopo le guerre d'Italia del XVI secolo ricadde sotto l'egemonia delle potenze straniere, quali Francia, Spagna e Austria. Durante il Risorgimento gli italiani combatterono per l'indipendenza nazionale e per l'Unità d'Italia, finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, che completò la riunificazione con la presa di Roma del 20 settembre 1870 e la vittoria nella prima guerra mondiale. Dal 1882 al 1960 l'Italia ha posseduto un impero coloniale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista, la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la guerra civile, a seguito di un referendum istituzionale lo Stato italiano divenne una repubblica. Nel 2020 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto standard di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.883, e la speranza di vita è di 83,4 anni. È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una grande potenza regionale europea, in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e globale, e si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare. In virtù della sua storia ultramillenaria, l'Italia vanta insieme alla Cina il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Giovi è una frazione del comune di Arezzo, 241 m sul livello del mare, arroccata sulla riva sinistra del fiume Arno sopra lo strapiombo dominante la confluenza del torrente Chiassa. Al limite della piana di Arezzo, dista 6,16 km in direzione nord dalla città. Allocato nei pressi dell'intersezione fra la S.R. 71 (ex S.S. Umbro Casentinese) e la S.P. della Libbia che, ad est, attraverso i valichi della Scheggia e di Anghiari raggiunge la Valtiberina e, ad ovest innesta, in località Quarata, sulla S.P. Setteponti che dirige verso il Valdarno e Firenze. Nel 2008 la sua popolazione era di 737 abitanti, e la sua parrocchia, comprendente Borgo a Giovi, Ponte alla Chiassa, Petrognano e frazioni minori, aveva una consistenza di 1750 abitanti residenti.
Gabriele D'Annunzio, allo stato civile Gabriele d'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.
Francesco Mastriani (Napoli, 23 novembre 1819 – Napoli, 6 gennaio 1891) è stato uno scrittore italiano, autore di romanzi d'appendice di grande successo. Fu inoltre drammaturgo e giornalista. Mostrò fin dagli esordi letterari grande attenzione nei confronti delle classi subalterne napoletane. Benché la sua narrativa, pittoresca e consolatoria (ma non corriva), non abbia quasi spessore politico (per lui si è parlato di un generico socialismo cristiano e di «basso romanticismo»), diede un grande contributo alla nascita del meridionalismo e gettò le basi per la nascita del verismo.
La camicia o giubba rossa era il segno distintivo scelto da Giuseppe Garibaldi e dai suoi volontari fin dal 1843, quando il patriota radunò a Montevideo 500 italiani, nella Legione italiana, per difendere la capitale uruguaiana dalle forze dell'ex presidente Manuel Oribe e da quelle del suo principale alleato, il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas. Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per questa sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai al fine di nascondere le macchie di sangue animale, per rivestire le sue truppe. Secondo una tradizione risorgimentale, dopo aver lanciato la sottoscrizione "Un milione di fucili", Garibaldì indicò la camicia rossa come divisa per i volontari. Le prime paia di camicie rosse per la spedizione dei Mille furono cucite con panni di stoffa colorata di rosso scarlatto, tintura prodotta utilizzando le cocciniglie a Prato dei Servalli, frazione di Gandino, dalla Tintoria degli Scarlatti, dotata di caldaie stagnate che davano la lucentezza alla tinta scarlatta; dalla tintoria le pezze rosse furono in parte trasportate a Bergamo presso la sartoria di Celestina Belotti, fidanzata di Francesco Nullo garibaldino e in parte a Milano presso le patriota Laura Solera Mantegazza e altre dame, ove furono ritagliate e cucite in camice. Le stime sulla prima quantità di camice prodotte e rese disponibili per i volontari in partenza da Quarto oscillava fra le 500 e le 100 unità . Le camicie rosse divennero tra i protagonisti della nascita del Regno d'Italia. Nel Museo Garibaldino di Mentana sono esposti alcuni esemplari di giubbe garibaldine. Hanno forma di blusa, il camiciotto da lavoro usato da operai e artigiani di panno resistente, in punti di rosso e guise differenti l'una dall'altra. Guarnite con cordoncini e cordonetti presumibilmente da tappezzeria, sono state evidentemente confezionate a mano. Il colletto è quello tipico delle moderne camicie popolari, che all'epoca era utilizzato soltanto per gli abiti da lavoro o per l'abbigliamento sportivo, o rialzato, quello che oggi si definirebbe 'alla coreana'. Alcune hanno tasche simili a quelle attualmente utilizzate nell'abbigliamento casual, altre sono 'sblusate' in vita e tenute con una cinta di cuoio scuro, altre ancora sono più aderenti. La camicia rossa è ricordata anche in un canto, diventato molto popolare, intitolatato appunto Camicia rossa, scritto da R. Traversa e L. Pantaleoni. La camicia rossa ha ispirato anche le divise della squadra di calcio inglese del Nottingham Forest Football Club, tant'è che il colore sociale è proprio il Garibaldi's Red.
Adolfo De Carolis o De Karolis (Montefiore dell'Aso, 6 gennaio 1874 – Roma, 7 febbraio 1928) è stato un pittore, incisore, illustratore, xilografo e fotografo italiano. Protagonista dell'arte italiana idealista e simbolista fra Ottocento e Novecento, De Carolis ha influito in modo determinante negli sviluppi formativi del gusto floreale, operando in egual misura anche nei campi dell'illustrazione, della pittura e della fotografia. Frequentemente collocato dalla critica nel contesto liberty, De Carolis oppone però polemicamente la sua fede artistica nella tradizione rinascimentale ed ermetica alle bizzarrie organicistiche dell'"arte nuova", come appare in particolare in un articolo sul Leonardo dopo una visita alla Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. La sua opera esibisce piuttosto un'evoluzione dell'estetica preraffaellita, fortemente condizionata da modelli e stilemi del giapponismo, da un lato, e da un inquieto formalismo di stampo michelangiolesco, dall'altro. De Carolis ha collaborato con grandi letterati, illustrando con disegni e xilografie opere di Gabriele D'Annunzio e di Giovanni Pascoli, con una maniera grafica inconfondibile, decorativamente organica tanto all'architettura tipografica quanto ai contenuti.