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Pubblicazione: Prato : Biblioteca Roncioniana, 2007 #\ #60 p., 14 p. di tavv., 23 cm.
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: , Paese: IT
La camicia o giubba rossa era il segno distintivo scelto da Giuseppe Garibaldi e dai suoi volontari fin dal 1843, quando il patriota radunò a Montevideo 500 italiani, nella Legione italiana, per difendere la capitale uruguaiana dalle forze dell'ex presidente Manuel Oribe e da quelle del suo principale alleato, il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas. Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per questa sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai al fine di nascondere le macchie di sangue animale, per rivestire le sue truppe. Secondo una tradizione risorgimentale, dopo aver lanciato la sottoscrizione "Un milione di fucili", Garibaldì indicò la camicia rossa come divisa per i volontari. Le prime paia di camicie rosse per la spedizione dei Mille furono cucite con panni di stoffa colorata di rosso scarlatto, tintura prodotta utilizzando le cocciniglie a Prato dei Servalli, frazione di Gandino, dalla Tintoria degli Scarlatti, dotata di caldaie stagnate che davano la lucentezza alla tinta scarlatta; dalla tintoria le pezze rosse furono in parte trasportate a Bergamo presso la sartoria di Celestina Belotti, fidanzata di Francesco Nullo garibaldino e in parte a Milano presso le patriota Laura Solera Mantegazza e altre dame, ove furono ritagliate e cucite in camice. Le stime sulla prima quantità di camice prodotte e rese disponibili per i volontari in partenza da Quarto oscillava fra le 500 e le 100 unità . Le camicie rosse divennero tra i protagonisti della nascita del Regno d'Italia. Nel Museo Garibaldino di Mentana sono esposti alcuni esemplari di giubbe garibaldine. Hanno forma di blusa, il camiciotto da lavoro usato da operai e artigiani di panno resistente, in punti di rosso e guise differenti l'una dall'altra. Guarnite con cordoncini e cordonetti presumibilmente da tappezzeria, sono state evidentemente confezionate a mano. Il colletto è quello tipico delle moderne camicie popolari, che all'epoca era utilizzato soltanto per gli abiti da lavoro o per l'abbigliamento sportivo, o rialzato, quello che oggi si definirebbe 'alla coreana'. Alcune hanno tasche simili a quelle attualmente utilizzate nell'abbigliamento casual, altre sono 'sblusate' in vita e tenute con una cinta di cuoio scuro, altre ancora sono più aderenti. La camicia rossa è ricordata anche in un canto, diventato molto popolare, intitolatato appunto Camicia rossa, scritto da R. Traversa e L. Pantaleoni. La camicia rossa ha ispirato anche le divise della squadra di calcio inglese del Nottingham Forest Football Club, tant'è che il colore sociale è proprio il Garibaldi's Red.
Elettra è un libro di Gabriele D'Annunzio pubblicato nel 1903 e costituisce il secondo libro della raccolta delle Laudi.
Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
Raffaello Pagliaccetti (Giulianova, 31 ottobre 1839 – 1900) è stato uno scultore italiano. Insegnante all'Accademia delle Belle Arti di Firenze dal 1875 al 1900, fu autore del monumento a Vittorio Emanuele II d'Italia a Giulianova e delle decorazioni del duomo di Firenze.
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