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Adon Brachi (Prato, 8 dicembre 1923 – Firenze, 30 luglio 2009) è stato un pittore italiano attivo nella seconda metà del XX secolo.
Varese (AFI: /vaˈreze/, ; Vares in dialetto varesotto, AFI: [vaˈreːz]) è un comune italiano di 80 209 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia. Il caratteristico appellativo di Città giardino deriva dai numerosi parchi e giardini che si trovano nell'ambito del comune, in gran parte pertinenze di ville ivi edificate tra il XVIII secolo e l'inizio del XX secolo, prima da famiglie di nobili e più recentemente da industriali e rappresentanti dell'alta borghesia, originari soprattutto di Milano. Varese fa parte della Regione Agraria n° 4 - Colline di Varese, del Parco regionale Campo dei Fiori, e della Rete delle Città Strategiche (RECS). Gli abitanti della città sono chiamati Varesini, mentre gli abitanti dell'hinterland sono detti Varesotti. Analogamente buona parte del territorio della provincia oltre i confini della città viene chiamato Varesotto.
Padova (AFI: /ˈpadova/, ; Pàdova, Pàdoa, anticamente anche Pàva in veneto; Patavium in latino) è un comune italiano di 208 874 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Veneto. È il terzo comune della regione per popolazione dopo Verona e Venezia e il più densamente popolato; costituisce il fulcro dell'area metropolitana più popolosa del Veneto, con circa 407 000 abitanti. Secondo l'Eneide virgiliana, la città sarebbe nata per mano di Antenore, principe troiano (Virgilio, Eneide, 1,247 - 249), nell'anno 1185 a.C., una tradizione che fa di Padova una delle più antiche città della penisola, e la più antica del Veneto. Sebbene la fondazione sia leggendaria i dati archeologici hanno confermato l'antichissima origine della città, sviluppatasi tra il XIII e XI secolo a.C. e legata alla civiltà dei Veneti antichi. La città è stata una delle capitali culturali del Trecento: le testimonianze pittoriche del XIV secolo - tra tutte, il ciclo di Giotto alla Cappella degli Scrovegni - la rendono nodo cruciale negli sviluppi dell'arte occidentale. Lo splendore artistico trecentesco fu uno dei frutti del gran fervore culturale, favorito dalla signoria dei Carraresi, che fecero di Padova uno dei principali centri del preumanesimo. A Padova, tra il XIV secolo e il XV secolo si sviluppò in concomitanza con Firenze una imponente corrente culturale votata all'antico che tramuterà nel Rinascimento padovano, e influenzerà la compagine artistica dell'intera Italia settentrionale del Quattrocento. Dal 1222 è sede di una prestigiosa università che si colloca tra le più antiche del mondo. Sede vescovile a capo di una delle diocesi più estese ed antiche d'Italia è universalmente conosciuta anche come la città del Santo, appellativo con cui viene chiamato a Padova sant'Antonio, il famoso francescano portoghese, nato a Lisbona nel 1195, che visse in città per alcuni anni e vi morì il 13 giugno 1231. I resti del Santo sono conservati nella Basilica di Sant'Antonio, importante meta di pellegrinaggio della cristianità e uno dei monumenti principali cittadini. Antonio è uno dei quattro santi patroni della città con Giustina, Prosdocimo e Daniele. A Padova si venerano pure le reliquie di san Luca, san Mattia (entrambi gli apostoli riposerebbero presso la basilica di Santa Giustina) e san Leopoldo Mandić. Nel 1829, Padova fu la sede del primo Convitto Rabbinico, importante istituzione dell'ebraismo italiano. Nel 1524, a Padova fu costruito per la prima volta dopo l'età classica uno spazio interamente dedicato alle rappresentazioni teatrali, la Loggia Cornaro; mentre il 25 febbraio 1545 si costituì legalmente, con atto notarile, una compagnia di comici teatranti, la prima testimonianza al mondo di una società di commedianti professionisti, nascita simbolica della Commedia dell'Arte. La bisbetica domata, commedia di William Shakespeare, è ambientata a Padova.
Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
La Porcellana Ginori a Doccia è stata una delle più prestigiose manifatture di porcellana europea. Nasce per volontà del marchese Carlo Ginori nel 1737, in una villa di sua proprietà a Doccia (oggi inglobata in Sesto Fiorentino). I discendenti di Carlo Ginori continueranno ad esserne i proprietari e a dirigerla fino al 1896, quando avverrà la fusione con la Soc. Ceramica Richard di Milano. "Lo sviluppo artistico della Manifattura di Doccia si presenta particolarmente articolato e [...] specchio delle differenti situazioni storiche e culturali che si avvicendarono nella storia della Toscana nell'arco di circa centocinquanta anni, dalla caduta degli ultimi Medici agli anni di Firenze Capitale."
Questa è una lista di persone presenti nell'enciclopedia che hanno il prenome Giuseppe e come attività principale sono Generali
Il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC), situato a Faenza, è la raccolta di arte ceramica più grande al mondo. Nelle sale espositive sono raccolte le opere delle officine di ceramica italiana dal Medioevo all'Ottocento; del Vicino Oriente Antico; di area mediterranea in epoca ellenistica; precolombiana e islamica. Un'ampia sezione è dedicata alla ceramica moderna e contemporanea. Dal 1963 il museo promuove, con scadenza biennale, un concorso internazionale sulla ceramica artistica, che gli ha consentito di ampliare le sue raccolte con opere provenienti da tutto il mondo. Dal 2011 il museo è stato accolto dal Club UNESCO di Forlì con il titolo di “Espressione dell’arte ceramica nel mondo”.
Elettra è un libro di Gabriele D'Annunzio pubblicato nel 1903 e costituisce il secondo libro della raccolta delle Laudi.
La camicia o giubba rossa era il segno distintivo scelto da Giuseppe Garibaldi e dai suoi volontari fin dal 1843, quando il patriota radunò a Montevideo 500 italiani, nella Legione italiana, per difendere la capitale uruguaiana dalle forze dell'ex presidente Manuel Oribe e da quelle del suo principale alleato, il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas. Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per questa sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai al fine di nascondere le macchie di sangue animale, per rivestire le sue truppe. Secondo una tradizione risorgimentale, dopo aver lanciato la sottoscrizione "Un milione di fucili", Garibaldì indicò la camicia rossa come divisa per i volontari. Le prime paia di camicie rosse per la spedizione dei Mille furono cucite con panni di stoffa colorata di rosso scarlatto, tintura prodotta utilizzando le cocciniglie a Prato dei Servalli, frazione di Gandino, dalla Tintoria degli Scarlatti, dotata di caldaie stagnate che davano la lucentezza alla tinta scarlatta; dalla tintoria le pezze rosse furono in parte trasportate a Bergamo presso la sartoria di Celestina Belotti, fidanzata di Francesco Nullo garibaldino e in parte a Milano presso le patriota Laura Solera Mantegazza e altre dame, ove furono ritagliate e cucite in camice. Le stime sulla prima quantità di camice prodotte e rese disponibili per i volontari in partenza da Quarto oscillava fra le 500 e le 100 unità . Le camicie rosse divennero tra i protagonisti della nascita del Regno d'Italia. Nel Museo Garibaldino di Mentana sono esposti alcuni esemplari di giubbe garibaldine. Hanno forma di blusa, il camiciotto da lavoro usato da operai e artigiani di panno resistente, in punti di rosso e guise differenti l'una dall'altra. Guarnite con cordoncini e cordonetti presumibilmente da tappezzeria, sono state evidentemente confezionate a mano. Il colletto è quello tipico delle moderne camicie popolari, che all'epoca era utilizzato soltanto per gli abiti da lavoro o per l'abbigliamento sportivo, o rialzato, quello che oggi si definirebbe 'alla coreana'. Alcune hanno tasche simili a quelle attualmente utilizzate nell'abbigliamento casual, altre sono 'sblusate' in vita e tenute con una cinta di cuoio scuro, altre ancora sono più aderenti. La camicia rossa è ricordata anche in un canto, diventato molto popolare, intitolatato appunto Camicia rossa, scritto da R. Traversa e L. Pantaleoni. La camicia rossa ha ispirato anche le divise della squadra di calcio inglese del Nottingham Forest Football Club, tant'è che il colore sociale è proprio il Garibaldi's Red.